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Sito Letterario & Laboratorio di Scrittura Creativa di Monia Di Biagio.

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Racconto: "Versilia: il mio portafortuna".
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Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Mar Gen 03, 2006 10:08 pm    Oggetto:  Racconto: "Versilia: il mio portafortuna".
Descrizione:
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“Versilia: il mio portafortuna!”

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Sinossi

Questo racconto scritto di getto, nel settembre del 2004, narra di un matrimonio, un trasferimento in una nuova città, l’inizio di una folgorante quanto repentina carriera letteraria. Una strana ed intrigante vicenda venuta a bussare direttamente alla porta di casa, impossibile non iniziare a raccontarla per iscritto, perché troppo affascinante il personaggio protagonista: una eterea Dama Bianca! Il mio primo libro. La pubblicazione, la pubblicità, la notorietà. E naturalmente, come sempre accade anche: la fine di una bella storia, che come una missione portata a compimento, si è conclusa, catapultando l’autrice, protagonista di questo racconto, in quella realtà quotidiana che aveva lasciato anni prima, come se i tre anni trascorsi in Versilia fossero stati solo una bella parentesi, voluta dal gioioso destino, tutta da vivere ed ora tutta da raccontare!

***********

Ora posso raccontarla, la mia missione è compiuta, una parte meravigliosa della mia vita portata a termine e di certo, per quanto mi riguarda, a malincuore. Ma questa è la vita e non dobbiamo farci spaventare o rattristare dal cambiamento perché in esso c’è un nuovo inizio, qualcosa di incredibile e certamente da vivere, che ci renderà ancora migliori e più completi di quanto lo siamo già! Di certo terminare quasi di punto in bianco, e bianco in questo senso mai è stato l’aggettivo più appropriato, anche se credo di aver sinora dimostrato a sufficienza che non è mai così, perché tutto quello che accade viene preparato dettagliatamente nel tempo. Dicevo terminare con le proprie abitudini, per cominciare con qualcos’altro, senz’altro di diverso, non è semplice, ma dobbiamo essere pronti a farlo e pronti ad affrontare la vita che verrà, con lo stesso Rispetto e lo stesso Amore che abbiamo riversato sulla precedente. La mia vita è cambiata recentemente, precisamente 10 giorni fa, non so assolutamente dove mi condurrà questo nuovo capitolo della mia esistenza, ancora tutto da scrivere, per ora so solo, quello che ho terminato di fare, ed il solo ricordarlo mi fa sentire più forte, più integra, perché un nuovo aspetto della mia persona ha trovato compimento e proprio in quei giorni, che sempre ricorderò con tanto affetto! Comincerò allora con il dire che i tre anni trascorsi in Versilia e precisamente nella città di Massa, bagnata dal Mar Tirreno e protetta dalle maestose Apuane, furono nel tempo e nello spazio, il primo affascinante scenario che notai appena giunsi qui: stavamo (io e mio marito) passeggiando su un pontile, davanti a noi il mare aperto, sconfinato, azzurrissimo.... Poi ci rigirammo, per tornare indietro ed ora dinnanzi a noi le maestose vette delle Alpi Apuane, le cui cime sembravano eternamente innevate, scoprii poi che quella non era neve o eterni nevai come li immaginavo io dal basso, ma che si trattava proprio di quel prezioso materiale che è il marmo di Carrara, e che rappresenta con onore l’Italia in tutto il mondo. E come una foto, porterò questo ricordo, mare e montagne abbracciati, e noi tra loro, sempre nel cuore!

Come dicevo i tre anni trascorsi in Versilia sono stati per me stupendi, un periodo senza alcun dubbio fortunato della mia vita! Appena sposata, il 09-09-2000, andai ad abitare a Marina di Massa, precisamente ai Ronchi, quartiere residenziale, vicinissimo al mare, il 01-10-2000. Ci trasferimmo in Versilia, perché questo era il luogo dove mio marito lavorava già da un anno come controllore di volo in un Aeroporto dell’Aeronautica Militare della zona. I primi giorni lì furono difficilissimi per me, in primis il distacco dalla famiglia, 300 Km da Viterbo, poi il cominciare, seppur di buonissimo grado, una nuova vita a due ed impostare nel migliore dei modi una abitudinarietà quotidiana, certamente del tutto diversa da quella che mi aveva visto fino ad allora “signorina” e tra, le fin troppo premurose, mura della casa paterna. Inizio che venne altresì reso ancora più duro ed insopportabile da un inganno del quale io e mio marito fummo impreparate vittime.

Ma il destino fa bene i suoi conti, solo dopo capii il perché. Difatti, mesi prima del matrimonio, per avvantaggiarci con i tempi, che come si sa per la preparazione di un Matrimonio sono sempre ristretti e tutti occupati, anche se si inizia con largo anticipo, come dicevo per essere preparati al trasloco in altra regione, che sarebbe avvenuto, come programmato, subito dopo il Viaggio di Nozze, ci eravamo preventivati di cercare casa a tempo debito, e nel mese di aprile, dunque ben 5 mesi prima, iniziandola a cercare nel luogo ove ci saremmo poi trasferiti, incredibilmente, viste le prime affannose ricerche nel trovarla una libera da altri affittuari, già l’avevamo trovata. Eravamo felici di tanta sfacciata fortuna dalla parte nostra, specie pensando alla bella casetta che di lì a poco saremmo andati ad abitare, e che aspettava solo noi, così ci venne detto, garantito, ma chissà se le cose poi andarono realmente così! Ad ogni modo era questa della casa una nuova “X” sul nostro dettagliato progetto, che stava a significare “anche questa cosa è fatta”! Il 9 Settembre tutte le “X” erano al loro posto, il tempo di sentir suonare le campane ed in un batter d’occhio alle 9 della sera, iniziavamo la nostra luna di miele da sposati. Marito e Moglie che gioia mi infondevano quelle parole nuove-nuove per noi…. Era tutto magnifico e lo è ancora!

Devo fare una brevissima digressione però, concedetemela ancora una volta, solo per farvi intendere il mio sentimento di quel giorno, che poi, non voglio essere presuntuosa, è quello di tutte le spose innamorate del proprio uomo, di quello giusto, di quello che avevamo sognato fin da quando eravamo bambine e giocavamo a fare le “signore” con accanto quell’uomo invisibile, che in un futuro sarebbe diventato reale, e straordinariamente proprio lo stesso di quello che ci ha accompagnato amandoci teneramente durante tutta l’infanzia. Ecco questo sentimento appena descritto era per me talmente forte e vitale, che per giorni e giorni sognai di risposarmi ancora, ed ancora e sempre, naturalmente, con lo stesso amato marito, fin a convincermi anche in uno stato per così dire di incoscienza, che ero veramente sposata e cominciando allora a fare una versione diversa dello stesso sogno quella nella quale cominciai ad immaginare la mia nuova vita da moglie, nella quale, tanto per tenerlo ancora bene a mente, ironia del caso, anche durante le faccende domestiche o la spesa al supermercato, o a passeggio per le vie della nuova città, mi vedevo vestita da sposa! Oggi a distanza di tanto tempo, e con tutto quanto già accaduto e forse concluso so che quella che vedevo nei miei sogni vestita da sposa non ero io, ma qualcun'altra…. Comunque, brividi sulla schiena a parte, procediamo come niente avessi detto… Quel bell’abito che avevo lasciato in custodia a casa di mia madre, e che era il simbolo massimo, insieme alla brillante fede che guardavo e continuavo a rimirare sul mio anulare sinistro, del cambiamento della mia vita, la soglia tra la vecchia e la nuova, quest’ultima ancora tutta da vivere, tutta da godere! E solo oggi che sono su una nuova soglia, quella che mi vede con alle spalle un trasloco, il ritorno a casa dei miei genitori, e mio marito purtroppo lontano, e quella che mi si sta aprendo dinnanzi, fino a quando percorso il nuovo cammino sino in fondo me la lascerò nuovamente alle spalle, solo oggi, dicevo, non posso raccontarvi come sarà, ma senza ombra di dubbio come è andata prima, cercando di rendervi partecipi del precedente e sinora più bel capitolo della mia vita…. Anche se, proprio come si dice per i libri, il più bello letto o scritto è proprio quello che si deve ancora leggere o scrivere! SPERIAMO!

Ma, bando alle ciance e soprattutto non bruciamo le tappe! Eravamo rimasti all’inizio del Viaggio di Nozze, per descriverlo sinteticamente solo 3 brevissimi dettagli ed ingredienti che lo hanno reso fantastico: Crociera sul Nilo + Sinai + tantissimo Amore! Due settimane più tardi, eravamo già di ritorno, anche se io avrei voluto non finisse mai! Ma la nuova vita di coppia ci aspettava, e soprattutto la nostra bella casa quella trovata mesi prima e che ora al nostro ritorno, ironia della sorte: NON C’ERA PIU’! Beffardo Destino! Eravamo senza casa, ergo, dovevamo darci da fare! Venimmo ospitati da un amico, un collega di mio marito e senza farci prendere da ostacolanti sconforti, ma con tanto ottimismo, quello che solo i novelli sposi possono avere in abbondanza, ma proprio per non pesare troppo con la nostra presenza al nostro generoso ospite, nel giro di soli quattro giorni, ed in piena estate, quando in tutta la Versilia è impossibile trovare da affittare anche una roulotte, trovammo straordinariamente la nuova casa! Bella, grande, vicinissima al mare e quindi proprio dove la volevamo noi, perché, in quanto noi medesimi gente lacustre, non avremmo mai potuto abitare lontano dall’acqua, per quanto le Alpi Apuane possano essere belle, da vedere! Insomma come si sol dire in questi casi si era chiusa per noi una porta, ma si era aperto un portone! La nuova casa era in “Via Pandolfino”, per quanto possa apparirvi insignificante ora, che io vi dica il nome della via, non dimenticate questo dettaglio, perché in esso c’è tutto quello che di lì a poco avverrà!

Era ormai trascorso quasi un anno di serena vita coniugale nella nuova casa, che io e mio marito continuavamo amorevolmente ed a nostro gusto ad arredare per una soddisfazione personale, per renderla ospitale, e soprattutto per dar vita a quello che sempre avevamo desiderato e sognato come il nostro “nido d’amore”. Insomma la vita trascorreva tranquilla e felice. Io tra l’altro, e questa non mi sembra gioia da poco, avevo ora, la possibilità di utilizzare quelle vere “pentoline” con le quali tanto avevo giocato da bambina, ed il solo sentirmi chiamare “Signora”, proprio come ci chiamavamo vicendevolmente, con le amichette d’infanzia durante i nostri bambineschi giochi, mi rendeva felice, estremamente felice, la donna più felice del mondo in questa mia nuova e gradita condizione di “donna sposata”. A questa ricetta d’amore e di serena vita coniugale, mancava, a me personalmente, solo un ingrediente, quello che ti fa sentire completamente realizzata ed indipendente: un lavoro. Il mio lo avevo dovuto lasciare, l’anno del matrimonio e del trasferimento in Versilia, era un lavoro che mi piaceva molto: scrivevo! Quindi viene da sé che non poteva non piacermi e soddisfarmi! Ma ormai quel lavoro che mi aveva visto all’opera ed estremamente impegnata, nella redazione di importanti e conosciutissimi settimanali Italiani era svanito…. Cosa potevo fare? Più ci riflettevo più la risposta era nuovamente: scrivere! Inizialmente cercai di farlo da impiegata in qualche giornale locale, destino volle che nonostante il mio buon “Curriculum Vitae”, tutte le redazioni di qualsivoglia Testata fossero già piene di addetti ai lavori…. E allora? Cominciai ad interrogarmi ed a rispondermi su quello che realmente avrei desiderato fare: non avrei certamente fatto con la medesima passione nessun altra attività. Qualsiasi altra cosa l’avrei fatta e basta così tanto per passare il tempo…. Mi ci arrovellavo il cervello, ma anche quando tutte le strade sembravano ormai chiuse, la risposta che mi solleticava la mente era ancora: scrivere! “Bizzarro Destino, ti prendi gioco di me, nessuno vuole che scriva! - “Ma tu lo vuoi?” mi chiedeva infingarda ogni volta la mia coscienza, ed io non potevo non rispondere: “Più di ogni altra cosa che già non ho!” - “Allora scrivi!” - “Ebbene scriverò!”. Fu così che iniziai a scrivere per me stessa! A cercare di rimettere insieme i pezzi di quello che avevo già scritto in passato e che per troppo tempo erano rimasti a fare la muffa nel cassetto! Una nuova attività entusiasmante dalla quale uscì fuori, oltre un ufficio su misura realizzato in casa, un primo racconto, proprio quello che ormai conoscete bene anche voi: “I sogni in un baule”, era finito. “Ed ora che ci faccio? Rimetto nel solito cassetto della memoria anche questo?” Destino volle che il giorno seguente la fine della stesura del racconto, io abbia incredibilmente trovato nella cassetta della posta uno strano invito, quello ad un Concorso Letterario Nazionale…. Ma chi e come faceva a sapere, che io, tra le quattro mura di casa mia, scrivevo? Ormai ben sappiamo tutti che le barriere poste a protezione della privacy possono essere facilmente sormontate, fatto sta che io non risultavo residente a massa e tra l’altro non ero neanche in elenco telefonico, praticamente irraggiungibile dalla “pubblicità mondezza” invece, qualcosa nella mia cassetta giunse ed era proprio un invito per me! Ad ogni modo all’epoca pur girando e rigirando questo primo invito letterario tra le mani, non sapevo proprio nulla sui Concorsi Letterari, prima mi informai, poi vi partecipai, poi…. Ad onor del vero, lo vinsi pure! “I sogni in un baule” era stato premiato, io ero stata premiata, decisi di continuare, e se la mia mente non mi tira brutti scherzi, non smisi più di scrivere, partecipare e vincere concorsi. Tanto è vero che proprio ora sono ancora qui che digito sulla mia tastiera, di getto e senza sosta, fino a compimento di questo nuovo lavoro! Subito dopo quei giorni, però, l’esaltazione di quella primissima vittoria mi portò a scrivere immediatamente una nuova opera. Fu così che anche la mia Prima Silloge di Poesie “Sentimento Nuovissimo” trovò compimento, tra le fortunate mura versiliane! Silloge, tra l’altro, che ad onor di cronaca stavolta, mi valse molto più di un concorso Letterario Nazionale: venni difatti selezionata, proprio in quei giorni che finivo di impaginarla con il mio p.c., per un famoso Concorso Letterario Europeo! Ricevetti l’invito sempre per posta, la cosa ormai neanche mi stupiva più, dopo la vittoria del primo ne ricevevo così tanti di inviti…. Ed ormai la stranezza di riceverli proprio a quel nuovo indirizzo ci poteva anche stare tutta. Ma questa volta era proprio un invito speciale al quale non potevo non partecipare…. Difatti vi partecipai! Ero stata selezionata insieme ad altri 120 scrittori in tutta Europa, per chi non ha conoscenza del mondo dei concorsi letterari, potrebbe pensare che questo numero di partecipanti sia elevato, ma non è così, in genere ai concorsi si partecipa in 500-800-1000 tra narratori e poeti, quello in realtà era un numero esiguo, un numero importante e diverso dal solito, soprattutto perché non avevo scelto personalmente di parteciparvi, ma come ripeto ero stata proprio invitata a parteciparvi, insieme ad altri 120 scrittori selezionati in tutta Europa, su segnalazione di Organismi culturali e qualificate pubblicazioni. Il Premio era “Omaggio a Goldoni”, che vinsi classificandosi al primo posto nella categoria “Anni Verdi”. Doppiamente selezionata, quindi, tra gli scrittori Europei migliori e più meritevoli, premiati in quest’ultimo Concorso, e stavolta eravamo solo i “superstiti vincenti” tra i 120 iniziali, venni invitata a partecipare alla seconda ed ultima selezione, quella del Premio Letterario Internazionale “Victor Hugo”, che vinsi proprio con la Silloge di Poesie “Sentimento Nuovissimo”.

Ad ogni modo, facendo un passo indietro poco prima della vittoria, la sera che finii di comporre questa raccolta di poesie, non immaginavo che tale raccolta avrebbe avuto così successo, sapevo solo e con certezza fisica e mentale, che ero stanchissima, era ormai passata da un pezzo l’ora di cena ed io non avevo neanche pranzato! Ero letteralmente “finita”, ma mi dissi: “Ormai ci siamo, un solo istante ancora!” fu così che comincia prima di spegnere il p.c. a scaricare la posta da Internet, che come è noto, per chi la riceve giornalmente, tanta come me, e per chi ha più di un indirizzo e-mail, non ci vuole mai poi tanto poco tempo! Così nell’attesa che tutta la posta elettronica venisse scaricata dal server, sul mio p.c., e chi non ha l’ADSL sa cosa intendo, dicevo per passare il tempo dell’attesa “scaricamento completo”, mi misi a gironzolare su internet, ed a clickare un po’ qua ed un po’ là, senza voglia alcuna di farlo, giusto appunto per passare il tempo, anche se il mio stomaco reclamava sonoramente, perché evidentemente, lui, non aveva più nessuna voglia di restare ancora lungamente vuoto! Mi ritrovai così, e non so dirvi come, forse non so dirvelo perché in quel momento avevo proprio la mente offuscata dal lavoro appena finito e che mi aveva finito, e dalla fame, per di più brontolona, giunsi su di uno strano sito, che visualizzava una cartina geografica della nostra amata Penisola. Fin qui tutto normale, non fosse perché su diversi punti di ogni regione italiana, al posto delle classiche bandierine svolazzanti, c’erano delle bandierine a forma di fantasma! Tornai subitamente alla realtà e lessi il messaggio di benvenuto al suddetto sito, per vedere dove fossi capitata. Si trattava dell’archivio di tutte le apparizioni più note di fantasmi, e la cartina dell’Italia rappresentava, la mappa di tutti i punti nazionali dove tali avvistamenti erano avvenuti. Sembrava un sito proprio interessante, quantomeno molto divertente, ma ormai non avevo più la concentrazione giusta per un’attenta lettura, così salvai il nome del sito su “preferiti” e mi ripromisi di tornarci il giorno dopo con più calma. Mentre stavo per scollegarmi dalla rete, dopo aver ricevuto tutta la posta che però non avevo intenzione di leggere, lo avrei fatto l’indomani a mente fresca, ancora una volta ed in maniera stavolta più portentosa, la mia curiosità fu nuovamente attirata dalla “bandierina-fantasma” sulla città di Massa, dove appunto io e mio marito abitavamo ormai da quasi un anno! Così mi dissi, più che altro dissi al mio stomaco: “Su, solo un altro piccolo sforzo poi si và a mangiare…! Leggiamo almeno questo articolo….” e clickai veloce su quel link. Si aprì una pagina contenente una e-mail di qualche Massese, risalente all’estate del 2000, che citava press’a poco così: “La Dama Bianca colpisce ancora!” E chi era questa Dama Bianca? Mi domandai…. Qualcosa mi suggeriva che lo avrei scoperto molto presto! Così ormai affascinata dal mistero, continuai a leggere tutta la e-mail dello scrivano massese:

<<Volevo sottoporre alla vostra attenzione un episodio che sta ormai diventando un caso giornalistico vero e proprio, ed ha tutte le caratteristiche della leggenda metropolitana. Siamo a Massa (MS), e da alcune settimane a questa parte non si parla d'altro. Ecco un articolo tratto da “Il Tirreno” di giovedì 3 agosto. Esistono delle analogie con altre leggende metropolitane? O siamo di fronte ad una novità?>>

C’era il link di quell’articolo riportato dal quotidiano suddetto, che che ormai non potevo non leggere, tanta era la voglia di sapere “di chi si stava parlando”. L’articolo era questo, “Il Tirreno” di giovedì 3 agosto 2000: “Uno spirito vaga nella notte! Segnalate altre due apparizioni della Dama Bianca. A distanza di poche ore è stata vista in Viale Roma e Via Pandolfino a MASSA.” Mi dovetti fermare un attimo per riprendere mentalmente fiato…. Come proprio sotto casa nostra? Prosegui nella lettura:

“Gli ultimi avvistamenti della misteriosa Dama Bianca nei pressi del Viale Roma cominciano a farsi sempre più frequenti e anche nei più scettici inizia a vacillare la certezza che si tratti di una boutade estiva. La cronaca è costretta a tornare su questo tormentone estivo che sa di soprannaturale (invenzione o realtà che sia). Ma le ultime due segnalazioni che risalgono alla notte tra venerdì e sabato scorsi, provengono da persone che non sembrano certo in vena di scherzi. In entrambi i casi La Dama Bianca è stata infatti «avvistata» da due signore che rientravano o si recavano al lavoro. La zona è sempre la stessa, compresa tra Via Fonda, Via Pandolfino e Viale Roma.”

C’era scritto di nuovo! Non avevo dunque avuto le traveggole agli occhi forse dovute alla fame, avevo letto proprio bene: Dama Bianca, Via Pandolfino. La via di casa mia… Ma “chi era” che costoro vedevano proprio sotto casa mia? Prosegui nella lettura, affascinata e terrorizzata al tempo stesso, da questo mistero tutto massese:

“La prima signora, moglie di un dipendente comunale, ha «incontrato» la misteriosa Dama Bianca verso le 4.30 del mattino, quando stava andando al lavoro. Una forte luminosità, proveniente dal tronco di un albero nei pressi di Via Pandolfino, ha attirato l'attenzione della donna, che dapprima ha pensato di essere vittima di un abbaglio, arrivando perfino a stropicciarsi gli occhi.”

Anche lei, anche io.

“Ma poi la Dama Bianca figura femminile si è stagliata con nettezza nel buio attenuato del primo mattino. La stupita donna si è avvicinata per vedere meglio, ma la Dama Bianca, secondo il racconto fatto dal marito della donna protagonista del fatto, si è come nascosta dietro il tronco dell'albero. La visione ha spaventato talmente la signora che da quel giorno ha paura a recarsi al lavoro se non è accompagnata.”

Ed ora anche io ho paura pure a scendere nella mia stessa via!

“E, per scrupolo, lei stessa ha detto che si sarebbe recata dal suo parroco chiedendogli di dire una Messa per la Dama Bianca, nel caso si trattasse di un'anima in pena. Sempre quella stessa notte, però con qualche ora di anticipo, cioè verso le 23,30, un' altra signora massese avrebbe visto la Dama Bianca. Questa volta il misterioso personaggio si trovava nei pressi di uno dei distributori di Viale Roma. Anche in questo caso la prima impressione è stata quella di essere rimasta abbagliata da una forte luce, che poi si è rivelata provenire dalla eterea Dama Bianca, una figura senza pace che sembra vagare alla ricerca di chissà cosa e che scompare poi con la stessa rapidità con cui si fa notare. Intanto il disagio cresce tra gli abitanti della zona frequentata dalla Dama Bianca.”

L’articolo finiva così, e sebbene per qualsiasi altra persona, questo articolo avrebbe potuto dire tutto e niente, per me che abitavo proprio in via Pandolfino e sotto quell’albero passavo praticamente ogni giorno come pure mi recavo al distributore citato, beh almeno per me diceva più tutto che niente, anzi tuttissimo, proprio perché lì abitavamo noi, io e mio marito, proprio in Via Pandolfino, dove appariva il Fantasma! E soprattutto dove era stato proprio lo stesso destino a portarci ad abitare, dopo appunto la perdita della prima casa prescelta in territorio versiliano. Ma fino a quel momento, non potevamo sapere niente di tale strano ed a quanto pare eclatante accadimento, perché nell’estate del 2000 ancora non eravamo sposati (vi ricordo che ci siamo sposati alla fine dell’estate 2000, ovvero a Settembre!) e ad agosto come riportava l’articolo quindi non ci eravamo ancora trasferiti a Massa! Scoppiai a ridere tra il divertito e l’impaurito, perché io sono un coniglio per natura, e subito chiamai mio marito, molto meno leone di me! Dopo aver letto l’articolo, anche lui, con un broncio che lasciava intendere tutto, seppe solo replicare: <<Di tutti i posti proprio qui!>> Ma fu esattamente quel suo repentino “Proprio qui!”, che come si sol dire mi accese la lampadina delle idee e durante buona parte della notte, visto che come si sa proprio la notte “porta sempre buoni consigli”, rimasi sveglia tra l’impaurito e l’eccitato a fare due calcoli: “Proprio qui? Proprio… Qui… Allora vediamo…. Lei è un Fantasma…. Io una Scrittrice (paurosa)… Lei è un fantasma di cui a quanto sembra ancora molti si chiedono attoniti quale sia la sua identità… Io vado pazza per le indagini storiche, a volte assurde…. Allora vediamo se 2+2 è vero che fa 4, allora un fantasma in cerca di identità e una scrittrice potrebbero fare un romanzo…. Forse un Best Seller.” Eccitata ed entusiasmata dall’idea del best seller: dalle immagini della conferenza stampa…. e degli scatti dei fotografi…. e delle interviste giornalistiche…. (poi tutte realmente accadute!) fatte a me…. proprio a me…. all’uscita del mio nuovo romanzo…. Così, straragionando, lentamente e gioiosamente mi addormentai!

Quella notte, avevo solo dimenticato o evitato di ragionare, sul “dove”, questo bizzarro progetto mi avrebbe condotto, ma il giorno dopo quel percorso di indagini che voleva assolutamente unire storia e leggenda sarebbe già stato chiaro e lampante, e se il buon giorno si vede dal mattino, potevo solo aspettarmi quello che poi è stato nella stesura di questo libro: una serie di incontri surreali, di cose viste e sentite, che ancora una volta avrebbero fatto si che la mia mente (aperta a tutto, questo ci tengo a sottolinearlo!) avrebbe varcato la soglia, che qualcuno di noi in remotissimi tempi ha voluto porre tra Realtà e Fantasia! Comunque senza bruciare troppo le tappe, dopo quella notte quasi insonne, il mio progetto era ormai chiaro e ben delineato: la famigerata Dama Bianca era ormai, certamente, per me, un “Fantasma in cerca di Autore” ed io sarei volentieri divenuta la sua autrice! Forse alcuni di voi collegheranno questo titolo ai: “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello…. In effetti è proprio così! In onor dell’Autore che più amo, che ho letto e riletto, e del quale ho visto tutte le opere rappresentate a Teatro! Di Lui potrei raccontarvi molte cose, preferisco invece ricordare solo le date salienti della sua Vita quasi come se potessero rappresentare per me un ponte ideale, con uno dei massimi esponenti della Letteratura Italiana, o anche una sorta di Portafortuna! L’anno decisivo per la notorietà Pirandelliana fu il 1921, quando, per la sua audacia sperimentale, il dramma “Sei personaggi in cerca d'autore” prima venne fischiato a Roma e poco dopo ottenne a Milano un clamoroso successo, che proseguì subito dopo in America e che continua tuttora. Io invece scrivo da sempre sin dall’infanzia, ricordo vivamente di aver composto il mio primo libro all’età di 9 anni, nel quale descrivevo una nuova Super Eroina, con gli stessi super poteri dei Super Eroi della Warner Bros e della Walt Dysney, e con le squisite fattezze, guarda caso della Barbie…. Ancor prima di iniziare a scrivere, o meglio ancor prima che imparassi a tenere la penna tra le dita, c’è chi racconta, nello specifico una mia maestra dell’asilo, alla quale sono molto affezionata, la quale ricorda sempre con affetto e simpatia come inventavo storie sul momento e le raccontavo di getto così come apparivano nella mia mente, incantando il resto della classe dei cuccioli e facendo loro da soporifero post pranzo! Se queste sono le origini per il mio amore nel raccontare “strane storie”, il mio debutto, e la mia decisione di affrontare “il palcoscenico” proprio come Pirandello, avviene molti anni più tardi, ovvero ora nel corso di questo 2000, che mi ha portato tanta fortuna! Proprio come Pirandello, poi, sono pronta ad affrontare i fischi, anche se onestamente, come è successo a Lui, anche io anelo, sarei falsa ed ipocrita a negarlo, in un successo clamoroso!

Fatta questa dovuta digressione al filo conduttore del racconto, che personalmente mi è servita a far pace con la mia coscienza, perché non si tratta di scopiazzare un titolo, ma di esaltare un’opera ispirandomi ai buonissimi insegnamenti che giungono dal passato…. Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo lasciato! Così, dopo quella tormentata notte, caratterizzata da vigili pensieri che pericolosamente si inerpicavano sul viottolo, dei desideri difficili da realizzare, la prima cosa che feci di buon mattino, invece di rilassarmi, e prendermi una giornata di acclamata pausa e relax, perché avevo appena terminato un libro di poesie, appunto… Fu di riaccendere il computer, di riconnettermi ad internet, andare su “preferiti” per cercare di ricollegarmi a quel sito, per saperne qualcosa di più sulla Dama Bianca, prima di iniziare le mie personali indagini…. Ma niente…. Il nome di quel sito che io ero certa di aver accuratamente salvato…. Su preferiti non c’era più… Scomparso! Mentalmente mi domandai: “Oh, Dio e ora come faccio?” Non ricordavo neanche più, se la notizia l’avevo letta veramente o se era stato tutto un sogno…. Tanto ero stanca, per le “ore piccole” fatte la sera prima! Comunque, come nella storia di Pollicino, avevo ancora alcune briciole a disposizione, in mente quell’evanescente articolo, che mi indicava la via da percorrere e tra le mani una pagina bianca e tanta voglia di cominciare a scriverci sopra! Così indossai il cappotto, ombrello alla mano perché pioveva a dirotto, e mi recai al Bar più vicino a casa mia. Perché proprio un Bar? Perché a mio avviso è il luogo in cui, comunemente si possono scoprire numerose cose, perché lì la gente è più disposta a parlare, a conversare ed a confrontarsi.

Questa era la mia brillante idea…in realtà lì sul posto, sorseggiando un buon caffè, prima presentandomi, poi chiedendo il permesso di fare alcune domande, poi ponendo i miei interrogativi sulla Dama Bianca, al contrario di ogni mia più ottimistica previsione, nessuno dei presenti, volle raccontarmi niente! Il barista mi disse soltanto che era tutta una storia inventata, e portata avanti da più persone per, come si sol dire, “tirare l’acqua al proprio mulino” e che il momento dell’apparizione, su Viale Roma, fosse stato sceneggiato da alcuni ragazzi, per prendersi gioco dei più creduloni, ma che il loro ridicolo piano andò a farsi benedire quando l’avvistamento lo ebbe una volante della Polizia! E sui poveri ragazzi, imbacuccati da fantasmi, calò il sipario di una bella denuncia, per disturbo della quiete pubblica! Questa, non gradita notizia, non mi fece retrocedere neanche di un passo, dalla mia precedente decisione. E se poi dei ragazzi si erano mascherati anzitempo da fantasmi, perché non si era nel periodo carnevalizio, ma in estate, che cosa c’era di male? Anzi, al posto di denunciarli, si sarebbe potuto stimare la loro fantasia giocosa, perché per una volta tanto, invece di rinchiudersi in una assordante discoteca, avevano deciso di trascorrere una serata diversa dal solito: e diversa dal solito, di farla trascorrere anche agli altri! Questa fantasia giovanile era da premiare, almeno dal mio punto di vista, e non mi scoraggiai per nulla, ma decisi, alla fine di quel caffè, in onor di quella stessa “fantasia” che non era del tutto scomparsa dalla nostra “elettrica” società, di andare avanti con le mie indagini! Fortunatamente quel barista, oltre a negare tutto, mi disse che comunque per maggiori informazioni, avrei potuto telefonare alla redazione di “la Nazione” di Massa e chiedere di un suo amico giornalista che si era, nottetempo, occupato del caso. Telefonai subito! In realtà ad occuparsi del caso “Dama Bianca” era stata una gentile, affabile, paziente, disponibile, giornalista de “La Nazione”, che mi diede subito appuntamento per il mattino seguente, addirittura anticipò l’orario di lavoro di 1 h. e mezza, per aiutarmi a rintracciare nell’archivio di tutti gli articoli usciti su “La Nazione” nella cronaca di Massa-Carrara tra giugno e settembre 2000, quelli che appunto riguardavano La Dama Bianca! Giornalista ed amica che in seguito, ha anche acconsentito a redigere la prefazione del mio libro ed ad intervistarmi quando questo è “finalmente” uscito. Quel “finalmente” virgolettato, ha per me un senso, perché dovete sapere che io ci misi 6 mesi a scrivere questo mio libro sulla “Dama Bianca”, ma il mio libro, ci mise un anno e mezzo prima di poter “finalmente” uscire in tutte le librerie italiane, per problemi burocratici, editoriali e di stampa. Totale: quasi due anni di attesa dalla deposizione della prima parola all’uscita! Questo perché, ed ecco i giochini che il destino riesce a fare con noi ed a cavarsela sempre, io ed il mio editore trovammo un sacco di ostacoli posti qua e là sul nostro cammino verso l’edizione, ostacoli che frenarono appunto inesorabilmente, per un anno e mezzo l’uscita del libro: come ad esempio un tentativo di truffa da parte di una illustratrice, un tentativo di plagio, fortunatamente smascherato in tempo da parte di un tipografo, diritti d’autore da chiedere per alcune immagini da me inserite, la famigerata burocrazia che ritroviamo come il prezzemolo in ogni ambito a norma di legge italiano, e quindi anche in quello dell’Editoria…. Insomma chi più ne ha più ne metta, il libro era scritto, finito, stampato, ma non voleva uscire. Forse, ma questo lo capii solo più tardi, ovvero solo ora: non era ancora il momento giusto, o come si sol dire “i tempi non erano ancora maturi”! Lo divennero però maturi e indovinate quando? Proprio il giorno in cui io e mio marito stavamo traslocando, stavamo lasciando, forse per sempre, ma mai dire mai, (io in effetti spero ancora di tornarci!) l’amata Versilia.

Prima di arrivare però a questo punto della storia, ovvero prima della comunicazione da parte dell’Editore che il libro era uscito, e precisamente 15 giorni prima, dovete necessariamente sapere che io e mio marito non avevamo il minimo accenno di come sarebbe stata la nostra vita e come sarebbe cambiata 15 giorni dopo appunto!

Figuratevi che ormai da mesi stavamo cercando una casa da comprare proprio a Massa che per via dei prezzi esorbitanti e le dimensioni non altrettanto esorbitanti, anzi in miniatura, non eravamo ancora riusciti a trovare! Ed aggiungo oggi per fortuna! Vi immaginate se avessimo acquistato una casa ed ora dovevamo rivenderla? Ad ogni modo eravamo talmente affranti, all’idea di non riuscire a trovare una casa tutta nostra, ma soprattutto amareggiati perché per un insieme di circostanze non riuscivamo più a controllare le nostre vite e spossati dal lavoro di entrambi, che decidemmo senza pensarci due volte di fare un bel viaggio in Tunisia che senz’altro, a pari merito di una buona nottata di sonno, ci avrebbe chiarito le idee e portato “buon consiglio”! E come se ce le chiarì, anche troppo! Prima di partire ricordo di aver detto queste precise parole a mio marito: <<Partiamo, rilassiamoci un po’, vedrai che di ritorno da questo viaggio molte cose cambieranno.>> Sulla settimana enigmistica avremmo trovata virgolettata questa frase come “le ultime parole famose!” Difatti di ritorno da quei, caldi, solari, divertenti, rilassanti 20 giorni di vacanza, tutto cambiò in un batter di ciglio, anche se come sapete pur utilizzando questa espressione, la reputo inesatta: mai nulla accade all’improvviso, i segni ci sono tutti durante il cammino, basta saperli cogliere! Io li avevo evidentemente colti, qualcosa da lungo tempo mi diceva che tutto quello che stavamo facendo con tutte le nostre forze, non era ne’ risolutivo, ne’ definitivo, ma come al solito non mi sono fidata del mio istinto, almeno fino a quando non ho pronunciato quella frase, nella quale affermavo che tutto sarebbe cambiato! Difatti arrivati in Italia di domenica, il lunedì mattina ricevemmo due importanti telefonate, una appresso all’altra: una ci annunciava l’uscita del mio libro e tutto quello che ne conseguiva, presentazioni, interviste, ecc.ecc.; l’altra tanto per rendere più movimentato il quadro della situazione ci annunciava l’imminente trasferimento di mio marito in altra base dell’Aeronautica Militare, come vincitore di un concorso, per il conseguimento del grado di Maresciallo.

Gioia e tristezza si iniziarono da subito a mescolare nei nostri animi! Gioia: per l’attesissima ormai da tempo uscita del libro e per il completamento di carriera di mio marito. Tristezza: perché dovevamo lasciare quei luoghi che avevamo tanto amato, e che ci avevano portato tanta fortuna ad entrambi; perché dovevamo salutare i nostri amici per un tempo indeterminato, senza sapere ancora oggi se da loro faremo mai ritorno. Ma ancora maggiore tristezza, perché dopo anni vissuti insieme a stretto contatto, quasi 24 ore al giorno, tanto da definire mio marito, “una seconda pelle”, e vi spiego subito il perché di questa metafora: immaginate solo che oltre ad essere nati lo stesso anno, nella stessa clinica ed abitato fino al 2000 nello stesso paese natale a 100 mt di distanza e poi nella stessa casa da marito e moglie, abbiamo anche frequentato asilo, elementari e medie nella stessa classe…. Ecco che proprio ora con l’arrivo di questa notizia dolce ed amara al tempo stesso abbiamo dovuto inesorabilmente dividerci, tornare a fare i “fidanzatini” per la mia impossibilità, dettata e non di certo voluta, di seguirlo, ed incominciare invece a vederci, per la primissima volta dopo anni di amicizia, fidanzamento e matrimonio, ahimè, solo il fine settimana! E questa, ad ottobre 2003 mentre sto scrivendo questa cronistoria, è ancora la situazione attuale delle cose, purtroppo ed è solo appena cominciata….

Ma tornando agli ultimi giorni Massesi e quindi al trasloco in corso, vi assicuro che mai periodo fu peggiore per l’uscita di un libro, il primo libro, poi! La mia casa era ormai praticamente inscatolata; cartoni ovunque, mi ricordavano ogni secondo che quella bella esperienza di vita, non trovavo altro modo per definirla, durata tre anni, ora stava per finire e come qualcuno, a cui ho voluto molto bene, mi ha voluto far notare, stava proprio finendo con i fuochi d’artificio! Vi lascio solo immaginare il disagio anche pratico, non riuscivo più neanche a trovare un vestito per l’intervista televisiva, tutto il mio guardaroba era riposto e pronto al trasferimento in altra dimora, a mia disposizione un pigiama ed una tuta, e per quanto gli artisti, è risaputo, siano strani non potevo di certo presentarmi in tv, in pigiama o con la tuta da lavoro! Ad ogni modo le varie interviste mediatiche in tv e sui quotidiani, anche se in tempi ristrettissimi, vennero fatte. Il libro era ormai in vendita in tutta Italia e su Internet. Missione compiuta! Ed eccoci, al nodo di tutto il racconto: perché fu proprio quest’ultima affermazione, ovvero il fatto di aver portato a compimento un qualcosa, proprio lì in quei luoghi, il motivo scatenante in primis, che di lì a poco, iniziò a far circolare, prima sui giornali e poi per le strade Massesi, un certo interessante aneddoto, che stupì anche me tanto fosse vero, e soprattutto perché non lo avevo pensato io per prima, ma me lo avevano fatto notare altri: ovvero quello che mi dipingeva come colei che era giunta a Massa solo per far conoscere la vera storia della Dama Bianca, “il fantasma in cerca d’autore” e quest’ultima aveva ormai trovato la sua autrice e solo quando la sua intrigante, remota e personale storia di figura eterea d’altri tempi, era ormai alla ribalta, io fui “libera”, seppur malvolentieri, di andarmene per tornare nei mie luoghi d’origine! Chissà, io non ci avevo pensato, mi hanno portato a pensarci, ma forse è proprio così!

Ma prima di concludere il racconto c’è in effetti ancora un piccolo ma stupefacente aneddoto da raccontare, anche dato che tutti vi starete chiedendo, come poi tutti mi chiedono: ma tu la Dama bianca su Via Pandolfino, poi l’hai mai incontrata? Io se debbo essere completamente sincera no, se non attraverso gli occhi ed i racconti altrui o i miei sogni…. Ma mio marito, sì! “Come?” Vi domanderete voi: ebbene andò proprio così! Ritornando difatti ai giorni in cui la nostra casa era quasi completamente inscatolata, prossimi all’inaccettato trasloco, mio marito che stava accuratamente riponendo dei ninnoli, in bella mostra sul tavolo del salotto, deponendoli prima in fogli di giornale per evitarne la rottura nel trasporto, poi in uno scatolone insieme alla altra metà della nostra più concreta vita, “mi vide” seduta sul divano, sempre del salotto davanti però al televisore spento.

Ho virgolettato il “mi vide” ed ora capirete perché. Fu così che ironico mi disse: <<Che fai ti arrendi? Di già? Almeno accendila la tv!>> Io sentii questa frase e pronta come sempre al suo sarcasmo risposi: <<Ma chi si arrende! Non vedi che sto riponendo le scarpe!>> Il fatto è che non risposi esattamente dal divano, ma dalla camera da letto dove appunto avevamo un’intera scarpiera piena zeppa di scarpe! Fu in questo momento che mio marito sentendo sopraggiungere la mia voce e la mia risposta da tutt’altro luogo e certamente da là dove non se lo aspettava, di botto si affacciò sulla camera, e mi vide, poi sul divano dove invece non mi vede più. Sono certa, conoscendolo bene, che un po’ di paura la ebbe, ma subito pensò “E’ la stanchezza”, difatti mi disse: <<Meglio riposarci un po’ e mangiare qualcosa che ne dici?>> Così facemmo, anche se io solo giorni dopo aver lasciato la nostra casa in Versilia venni a conoscenza dell’intero accaduto, difatti mio marito non volle raccontarmelo prima per non mettermi paura, io di certo ne avrei avuta e non avrei pensato alla stanchezza, e per farmi vivere serenamente, perché già faticosi di per sé quegli ultimi giorni massesi. Fu così che solo dopo, una volta giunti con i nostri pacchi a casa de miei ed in procinto di iniziare come dicevo poc’anzi la nostra nuova vita da fidanzatini, che lui mi raccontò che quel giorno “della scarpiera” così lo ricordiamo affettuosamente ancora oggi, lui mi vide sdoppiarmi e forse munita di ubiquità! Ma chissà se quella giovane donna dai capelli sciolti, come i miei lungo la schiena e seduta sul divano ero proprio io, in due posti diversi contemporaneamente. Oggi io credo di no, mio marito non lo so. Io credo invece che fosse proprio lei, la Dama Bianca, che ci sia venuta a degnare per un ultima volta del suo saluto, e lo ha fatto alla sua clamorosa maniera, come per dirmi chiaramente ed un’ultimissima volta: “Se addirittura l’uomo più scettico del mondo, quale è tuo marito mi ha vista, ora puoi ben credere in me anche tu!” Non a caso anche Franco Battiato canta: “Messo alla prova un pragmatico convinto, disse al modo: stai perdendo molto tempo, come me!”

Ad ogni modo ha trovato fine, in tal stramba ed inattesa maniera, il gioco che il destino ha voluto intraprendere con me, per ben tre anni…. A questo punto spero solo di essere stata per lui degna avversaria, o brava partecipante, a secondo di come si guarda suddetta situazione! Questa è dunque la fine del capitolo, la soglia appena chiusa, dirimpetto all’altra che si è appena aperta, e così anche questa bella “avventura” di vita e letteraria, capitatemi come ripeto recentissimamente, è finita anche se come credo e ne sono certa mi resterà dentro molto a lungo!

Monia Di Biagio
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Questo racconto è tratto da “Destini”: Racconti di Vita, di Sogni, d’Amore e di Fantasia. Copyright © 2009 [Monia Di Biagio]. ® Tutti i diritti riservati.

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Ultima modifica di Monia Di Biagio il Ven Ott 29, 2010 3:10 pm, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Ven Ott 29, 2010 2:55 pm    Oggetto:  IL DESTINO IN UN LIBRO: ultima copia venduta... Dove?
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PS 29/10/2010 - Ultima annotazione alla storia -

Ho appena venduto e inviato, l'ultimissima copia edita rimasta (perché ormai fuori catalogo e fuori commercio) del mio 1° libro "La Dama Bianca", e dove? Proprio a Massa... Dove tutto è comiciato! Dunque a distanza di 10 anni è veramente come se si chiudesse un cerchio, e per me una bellissima esperienza di Vita Letteraria! Insomma veramente "Il Destino in un libro" e stavolta fino alla fine a "tutto tondo"!

Insomma è un po' come se questa copia avesse aspettato sino ad adesso, per poi tornare a casa! Perciò: GRAZIE alla Massese Viviana per avermi regalato questa "incredibile" e inaspettata opportunità!

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