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Sito Letterario & Laboratorio di Scrittura Creativa di Monia Di Biagio.

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LIBRO A PUNTATE: "La Dama Bianca" (© Monia Di Biag
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Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Mer Giu 29, 2016 10:40 am    Oggetto:  LIBRO A PUNTATE: "La Dama Bianca" (© Monia Di Biag
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LIBRO A PUNTATE: "La Dama Bianca" (© scritto da Monia Di Biagio)

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(Immagine di copertina) The Lady of Shalott - John Waterhouse 1888 Tate Gallery Londra.

© Scritto da Monia Di Biagio.

****************

UN CAPITOLO AL GIORNO del mio libro.

NB Data la lunghezza dell'intero libro, i capitoli sono pubblicati in area commenti di questo post.

Cominciando proprio da questo post, ogni nuovo capitolo verrà inserito quotidianamente, subito di seguito, in area commenti. Di modo che l'intera storia possa restare compatta in un'unica sezione (questa) e facilmente rintracciabile qui sul sito. A chi (giorno dopo giorno) vorrà leggerlo auguro: cominciamo, Buona lettura!

*****************

Dedica dell’Autrice

Le prime parole di questo libro “Sogno o son desto” e le ultime due “Buona notte”, sono dedicate ad uno zio “speciale”, il quale negli ultimi giorni della Sua Vita terrena, straziato dalla malattia e con un sottile filo di voce, mi fece proprio questa particolare richiesta, senza aver mai letto il libro. Questo libro è di tutti, ma queste quattro parole vi pregherei di considerarle solo sue! Il patto è mantenuto!
Buon Viaggio a Te, caro Zio Luigi!

********************

Prefazione

di Simonetta Tonarelli (Giornalista del quotidiano "La Nazione")

Capelli biondi, lunghi, sciolti sulle spalle e un lungo abito sempre rigorosamente bianco. E’ il ritratto di una giovane donna: una figura leggiadra, ma al tempo stesso inquietante, che ha animato le notti di una calda estate massese di due anni fa. Una figura d’altri tempi, senza nome che ben presto, e non a caso, è stata battezzata <<Dama Bianca>>. Una figura che ha incuriosito, e forse anche un po’ spaventato, quanti hanno avuto il <<piacere>> di riuscire a vederla mentre si aggirava per le strade di Marina di Massa. La strana ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi di ghiaccio, che appariva per scomparire subito dopo, è stata oggetto di numerose segnalazioni da parte di cittadini e turisti alle redazioni dei quotidiani e delle emittenti televisive locali che, così, hanno iniziato ad occuparsi di questi strani avvistamenti che avvenivano durante le prime ore del mattino e quasi a scadenze fisse, ovvero durante i fine settimana dei mesi di luglio e agosto dell’estate 2000. E’ cominciata così una vera e propria “caccia al fantasma”: caccia che subito ha mobilitato esperti di parapsicologia e che, indubbiamente, ha suscitato la curiosità della gente e… anche la mia. Costantemente, collaborando con la cronaca locale del quotidiano <<La Nazione>>, mi sono occupata di questo caso registrando segnalazioni e verificandone, per quanto possibile, l’attendibilità. Un caso che giorno dopo giorno si tingeva sempre più di giallo e che, non lo nego, allo stesso tempo mi ha inquietato e incuriosito non poco. La stessa inquietudine e curiosità che ha avuto l’autrice del libro che, dopo essersi trasferita nella nostra in città, è venuta a conoscenza di questa storia. Da qui la decisione di raccogliere materiale, nonché testimonianze dirette e indirette, e di farne una interessante pubblicazione.

E come ogni pubblicazione che si rispetti continuerà a dividere l’opinione pubblica: coloro che credono ai fantasmi continueranno a farlo e gli scettici, probabilmente, rimarranno tali. Ma lo scopo del libro non è quello di rafforzare o far cambiare opinione ad alcuno: semplicemente raccontare una storia che molto ha fatto discutere fino a diventare un vero e proprio tormentone. Così come è apparsa, la <<Dama Bianca>> è poi scomparsa e di lei non si è saputo più nulla. Chi era? Perché ha scelto proprio la nostra città per girovagare in quelle caldi notti d’estate? E perché poi si è volatilizzata all’improvviso? Domande alle quali l’autrice ha tentato di dare una risposta partendo dalla cronaca e tuffandosi nei meandri della storia e della scienza.

Per saperne di più, dunque, non resta che leggere le pagine di questo intrigante libro.

©Simonetta Tonarelli

********************

Premessa dell’Autrice

“Sogno o son desto?” Realtà o irrealtà? Verità o finzione? Storia o leggenda? Concretezza dei fatti “realmente” accaduti o pura e semplice fantasia? Questi gli opposti onnipresenti, le due antagoniste dimensioni che da sempre, sin dalla notte dei tempi, caratterizzano lo spirito umano, quand’esso si interroga e prova a darsi una risposta logica a proposito di fatti misteriosi, imprescindibili legati alla dimensione del fantastico e dell’irreale, in quanto fuori dalla portata della razionale mente e perché il loro controllo sfugge alla concretezza, al toccabile con mano, alla certezza che possano essere reali.

In questo momento sto cercando di immaginare… eccola… ed ecco che involontariamente ho già utilizzato la parola chiave del tutto, quella parola che profondamente è radicata in noi come esseri umani, che ci contraddistingue dalle altre creature viventi, ovvero: immaginare/immaginazione! In una sola parola “immaginazione”, è racchiuso il prezioso dono, la straordinaria capacità che è stata data alla nostra “razionale mente” di isolarsi dalla realtà effettiva delle cose ed iniziare a viaggiare nell’inconcreto, nella dimensione fittizia ed intoccabile del solo pensiero... Catapultandoci in quel mondo parallelo a quello dove fisicamente resta il nostro corpo, mentre la mente vaga in una nuova, più strabiliante realtà. Immaginare, sognare, pensare tutte parole che descrivono lo stesso stato di onirico, di pensato, di immaginato dove la nostra mente va a rifugiarsi quando siamo stanchi di troppa, dura realtà sulla nostra pelle... O per dirla in termini moderni: “make a trip”! Anche se a volte a questo inglesismo (a mio avviso estremamente negativo!) corrisponde un viaggiare del pensiero forzato, perché scaturito dall’uso di sostanze stupefacenti, di cui certamente il nostro cervello non ha bisogno! Se volete “viaggiare” rilassatevi su un divano, dove molto probabilmente, stanchi e stressati dal tram-tram quotidiano, vi addormenterete e solo allora capirete che la nostra mente può farcela benissimo da sola, senza l’aiuto di additivi chimici, perché la chimica del nostro cervello è la cosa più irreale, fantasiosa, incredibile che possa esistere ed i posti dove involontariamente ti conduce sono altrettanto “stupefacenti”!

Ho iniziato questo sproloquio dicendo, che in questo preciso momento, stavo provando ad immaginare come sarebbe la vita dell’uomo, senza fantasia? E non mi riferisco solo all’uomo moderno, ma anche all’uomo del passato. Ad esempio come avrebbero trascorso i nostri antenati, quei pochi istanti prima di coricarsi su pagliericci, come scomodi giacigli? Forse si sarebbero, comunque, raccolti attorno ad un caminetto, leggendario angolo della casa e della nostra coscienza, per raccontarsi incredibili storie, dentro il quale però non sfavillava nessuna magica fiamma, perché l’uomo non ha trovato il fuoco, ma lo ha inventato! Ed accanto al caminetto? Forse infreddoliti ci sarebbero, comunque, stati una vecchia nonna, dei sbadiglianti bambini, una mamma, finalmente seduta lì dopo un’intera giornata passata a sfaccendare duramente e un babbo che mezzo addormentato si fà l’ultimo goccetto di acquavite! Ma cosa si sarebbero detti? Che cosa avrebbe raccontato la nonna ai nipotini? Forse cronologicamente e razionalmente, avrebbe iniziato a parlare, ricordando, ogni istante della sua vita fino ad esaurirli tutti! Poi avrebbe iniziato a fare un resoconto dettagliato e freddo la mamma di tutte le faccende della sua vita… e poi il papà dei suoi giorni sempre uguali, finché anche loro avrebbero esaurito tutto il repertorio, mandando a letto terribilmente annoiati i bambini, che crescendo con la mortale noia nel cuore avrebbero vissuto ogni giorno a venire della loro vita terribilmente annoiati!

Invece no, fortunatamente no… non è andata così, perché noi, tutti noi siamo possessori di una, sensazionale magia: la nostra fantasia!

E fu così che intorno a quel caminetto, intorno ad ogni “caminetto” di ogni epoca fino ai nostri giorni, si sono raccontate storie emozionanti, da brivido, irreali, incredibili, condite di tanta fantasia che anche se sempre uguali, risultavano sempre così diverse ed ancora una volta e per una volta ancora entusiasmanti ed ammalianti! Ed anche oggi che la televisione, i giornali, la radio, i mass-media tutti, sono divenuti i nostri “cantastorie”, la nostra sete di immaginario è sedata e: tranquilli e beati, dopo una fiction, dopo una telenovela, dopo le “pazze” storie degli ospiti in un Talk show, dopo aver letto la cronaca di un misterioso accaduto nella nostra città, soddisfatti, spaventati, con i brividi o con le lacrime agli occhi, ce ne andiamo a dormire ! E nessun bambino finora è irrimediabilmente cresciuto con la noia nel cuore, forse annoiati lo siamo diventati dopo da grandi!

Concludo con la speranza che con questo mio libro possa essere io per voi, il vostro “cantastorie” di turno e con un augurio scaturitomi dal cuore: che la fantasia sia sempre con voi e con voi rimanga sempre!

Caramente, Monia Di Biagio.

******************

Carissimi,
tra le mani al momento ho solo una strana apparizione: il fantasma della “Dama Bianca”. Non so dirvi dove tale misterioso accadimento, ci condurrà, forse nel nulla più completo ed io non avrò abbastanza materiale per proseguire oltre queste poche righe o forse ci guiderà attraverso percorsi minati di altrettante straordinarie ed inverosimili situazioni, con straordinari ed inaspettati collegamenti, reali e virtuali, a tante altre autentiche e misteriose storie! Chissà? Io lo spero! Ad ogni modo, nostro ruolo è semplicemente farci trasportare dall’onda anomala che si è abbattuta sulle coste del mio e del vostro comune sentire, fino a giungere là, dove la Dama Bianca vorrà condurci! Allora, siete pronti a varcare la soglia del mistero con me? Opsss… siamo già entrati!


Copyright © 2003 [Monia Di Biagio]. ® Tutti i diritti riservati.

***************************

N.B. CONTINUA.... IL I° CAPITOLO E TUTTI GLI ALTRI CAPITOLI A SEGUIRE LI TROVATE QUI SOTTO, IN AREA COMMENTI, DI SEGUITO A QUESTA PRIMA PARTE.

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MessaggioInviato: Mer Giu 29, 2016 10:40 am    Oggetto: Adv






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MessaggioInviato: Mer Giu 29, 2016 10:46 am    Oggetto:  Capitolo 1° Come ho incontrato la Dama Bianca.
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LIBRO "La Dama Bianca: storia di un fantasma in cerca di autore." A PUNTATE.

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Capitolo 1°
Come ho incontrato la Dama Bianca.


Ho 27 anni e sono una giovane “moderna”, mi definisco così in quanto a casa e nella vita dispongo di tutti gli strumenti tecnologici, più o meno “necessari”, che mi fanno vivere, a paripasso con “parte” del resto del mondo, la modernità. Proprio per questo, io, la Dama Bianca, per la prima volta, l’ho incontrata su Internet! Ma come i fantasmi ora vagano anche in rete, vi chiederete Voi? Ebbene sì, la Dama Bianca erano ormai ben 2 anni, che mi aspettava su quel tale sito, per incontrarmi e farsi riconoscere da me!

Ma bando alle ciance, vi racconterò per filo e per segno come è andata.

Ero giunta alla fine di una intensissima giornata di lavoro, perché scrivere per me è la cosa più bella che esista, è il sogno di un’intera vita, ma è anche stancante perché mentre lo fai metti in gioco ogni parte del tuo essere: cuore, pensieri, parole, anima, nonché un fastidiosissimo crampo alle dita con il quale io e la mia tastiera, che a volte sembra dislessica, abbiamo ormai imparato a convivere da tempo! Avevo, comunque, messo l’ultimissimo punto sulla mia nuova Silloge di Poesie, che il giorno dopo avrei dovuto inviare per iscrivermi ad un Concorso Letterario Nazionale, quando non sapendo neppure che ora avessi fatto... Forse dal rimbombante brontolio dello stomaco, l’ora di cena... Decisi, comunque, di trattenermi e girovagare ancora un po’ su internet prima di spegnere tutto.

Fu così, che ancora immersa mentalmente nei versi lirici appena composti e cliccando qua e là un po’ a casaccio, non so come mi sono ritrovata su uno strano quanto mai ambiguo sito, che visualizzava una cartina geografica della nostra amata Penisola. Fin qui tutto normale, non fosse perché su diversi punti di ogni regione italiana, al posto delle classiche bandierine, c’erano dei fantasmi! Fu così che, subito incuriosita, per capire meglio di cosa il sito trattasse, andai a leggere il messaggio di benvenuto al suddetto,proprio per vedere dove fossi capitata. Si trattava dell’archivio di tutte le apparizioni più note di fantasmi e la cartina dell’Italia rappresentava la mappa di tutti i punti nazionali dove tali avvistamenti erano avvenuti. Sembrava un sito proprio interessante, quantomeno molto divertente e curioso, ma ormai non avevo più la concentrazione giusta per un’attenta lettura, così salvai il nome del sito su “preferiti” e mi ripromisi di tornarci il giorno dopo con più calma.

Mentre stavo per scollegarmi dalla rete, però, la mia curiosità fu nuovamente attirata dalla “bandierina-fantasma” sulla città di Massa, dove io e mio marito attualmente abitiamo da 2 anni. Così mi dissi: <<Su, solo un altro piccolo sforzo poi si và a mangiare…>> e cliccai veloce su quel link. Si aprì una pagina con un articolo giornalistico, forse una e-mail di qualche cittadino Massese, risalente all'estate del 2000, che citava press’a poco così:

"La Dama Bianca colpisce ancora!"

E poi la lettera: <<Volevo sottoporre alla vostra attenzione un episodio che stà ormai diventando un caso giornalistico vero e proprio, ed ha tutte le caratteristiche della leggenda metropolitana. Siamo a Massa (MS) e da alcune settimane a questa parte non si parla d'altro. [E poi veniva riportato un articolo tratto da “Il Tirreno” di giovedì 3 agosto]. Esistono delle analogie con altre leggende metropolitane? O siamo di fronte ad una novità?>>

L’articolo del quotiano suddetto, che ho cercato e trovato in seguito, era questo:

“Il Tirreno” di giovedì 3 agosto 2000

"Uno spirito vaga nella notte! Segnalate altre due apparizioni della Dama Bianca. A distanza di poche ore è stata vista in Viale Roma e Via Pandolfino a MASSA. Gli avvistamenti della misteriosa Dama Bianca nei pressi del Viale Roma cominciano a farsi sempre più frequenti e anche nei più scettici inizia a vacillare la certezza che si tratti di una boutade estiva. La cronaca è costretta a tornare su questo tormentone estivo che sa di soprannaturale (invenzione o realtà che sia). Ma le ultime due segnalazioni che risalgono alla notte tra venerdì e sabato scorsi, provengono da persone che non sembrano certo in vena di scherzi. In entrambi i casi La Dama Bianca è stata infatti «avvistata» da due signore che rientravano o si recavano al lavoro. La zona è sempre la stessa, compresa tra Via Fonda, Via Pandolfino e Viale Roma. La prima signora, moglie di un dipendente comunale, ha «incontrato» la misteriosa Dama Bianca verso le 4.30 del mattino, quando stava andando al lavoro. Una forte luminosità, proveniente dal tronco di un albero nei pressi di Via Pandolfino, ha attirato l'attenzione della donna, che dapprima ha pensato di essere vittima di un abbaglio, arrivando perfino a stropicciarsi gli occhi. Ma poi la Dama Bianca figura femminile si è stagliata con nettezza nel buio attenuato del primo mattino. La stupita donna si è avvicinata per vedere meglio, ma la Dama Bianca, secondo il racconto fatto dal marito della donna protagonista del fatto, si è come nascosta dietro il tronco dell'albero. La visione ha spaventato talmente la signora che da quel giorno ha paura a recarsi al lavoro se non è accompagnata. E, per scrupolo, lei stessa ha detto che si sarebbe recata dal suo parroco chiedendogli di dire una Messa per la Dama Bianca, nel caso si trattasse di un'anima in pena. Sempre quella stessa notte, però con qualche ora di anticipo, cioè verso le 23,30, un'altra signora massese avrebbe visto la Dama Bianca. Questa volta il misterioso personaggio si trovava nei pressi di uno dei distributori di Viale Roma. Anche in questo caso la prima impressione è stata quella di essere rimasta abbagliata da una forte luce, che poi si è rivelata provenire dalla eterea Dama Bianca, una figura senza pace che sembra vagare alla ricerca di chissà cosa e che scompare poi con la stessa rapidità con cui si fa notare. Intanto il disagio cresce tra gli abitanti della zona frequentata dalla Dama Bianca."

Bèh, forse per qualsiasi altra persona, questo articolo avrebbe potuto dire tutto e niente, ma secondo voi perché ho sottolineato tutti ed esclusivamente i nomi delle vie? Perché proprio lì abitiamo noi, io e mio marito! Ma non potevamo sapere niente di tale strano ed al quanto pare eclatante accadimento, perché nell’estate del 2000 ancora non eravamo sposati ed ancora non ci eravamo trasferiti qui! Noi siamo arrivati solo a fine estate, qualche mese dopo ad ottobre.

Così, scoppiai a ridere tra il divertito e l’impaurito, perché io sono un coniglio per natura e subito chiamai mio marito, (riguardo ai fantasmi o strane cose) molto meno leone di me! Dopo aver letto l’articolo, anche lui, con un broncio che lasciava intendere tutto, della serie "è di certo una bufala!" seppe solo aggiungere e replicare : << E comunque di tutti i posti, proprio qui!>>

Ma fu esattamente quel suo repentino <<Proprio qui!>>, che come si suol dire mi accese la lampadina delle idee e durante buona parte della notte (visto che come si sa proprio la notte “porta sempre buoni consigli”... o quasi) rimasi sveglia tra l’impaurito e l’eccitato a fare due calcoli con la mente, tra me e me: <<Proprio qui? Proprio…qui. Allora vediamo: Lei è un Fantasma… Io una (a dir di molti) una scrittrice (paurosa)… Lei è un fantasma di cui a quanto sembra ancora molti si chiedono attoniti quale sia la sua identità… Io vado pazza per le indagini storiche, a volte assurde… Allora vediamo se 2+2 è vero che fa 4, allora un fantasma in cerca di identità e una scrittrice potrebbero fare un romanzo… Forse un Best Seller! Seeeeee...>>. E mi misi finalmente a dormire.

L'indomani, ancora entusiasmata dall’idea del best seller, alla quale in sogno poi si erano anche aggiunte le immagini della conferenza stampa, degli scatti dei fotografi, delle interviste giornalistiche… fatte a me… proprio a me…. Dell'uscita del mio nuovo romanzo…E chi più ne ha più ne metta: cominciai così gioiosamente una nuova giornata!

Quella notte avevo solo dimenticato o evitato di ragionare sul “dove” questo bizzarro progetto mi avrebbe condotto, ma in questa giornata appena cominciata, dopo un buon caffè forte e fumante, quel percorso di indagini che voleva assolutamente unire storia e leggenda era già chiaro e lampante nella mia mente! E se come si suol dire il buon giorno si vede dal mattino, potevo solo aspettarmi quello che poi è stato nella stesura di questo libro: una serie di incontri surreali, di cose viste e sentite, che ancora una volta avrebbero fatto si che la mia mente (aperta a tutto questo, ci tengo a sottolinearlo!) avrebbe varcato la soglia, che qualcuno di noi in remotissimi tempi ha voluto porre tra Realtà e Fantasia!

© Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Mer Giu 29, 2016 10:49 am    Oggetto:  Capitolo 2° Il mio progetto
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LIBRO "La Dama Bianca: storia di un fantasma in cerca di autore." A PUNTATE.

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Capitolo 2°
Il mio progetto


Dopo quella notte quasi insonne, il mio progetto era ormai chiaro e ben delineato: la famigerata Dama Bianca era ormai, certamente per me, un “Fantasma in cerca di Autore” ed io sarei volentieri divenuta la sua autrice! Forse alcuni di voi collegheranno questo titolo ai: “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello… In effetti è proprio così!

In onor dell’Autore che più amo, che ho letto e riletto e del quale ho visto tutte le opere rappresentate a Teatro! Di Lui potrei raccontarvi molte cose preferisco invece ricordare solo le date salienti della sua Vita quasi come se potessero rappresentare per me: il ponte ideale con uno dei massimi esponenti della Letteratura Italiana... E perché no, anche una sorta di portafortuna! Allora vediamo... Sì, cominciamo da qui: nel 1910 Pirandello si decise ad affrontare anche il palcoscenico, pur avendo scritto fin dall’adolescenza testi teatrali. Dopo aver ottenuto un buon successo con “Pensaci, Giacomino!” e “Liolà” (entrambi del 1916), egli precisò i nuclei fondamentali della propria ispirazione con “Così è (se vi pare)” (1917) e "Il giuoco delle parti" (1918). L’anno decisivo per la notorietà pirandelliana fu il 1921, quando, per la sua audacia sperimentale, il dramma “Sei personaggi in cerca d'autore” prima venne fischiato a Roma e poco dopo ottenne a Milano un clamoroso successo, che proseguì subito dopo in America e che continua tuttora.

A differenza del mio Vate per la narrativa, io non scrivo dall'adolescenza, ma praticamente da sempre sin dall’infanzia. Ricordo difatti vivamente di aver composto il mio primo libro all’età di 9 anni, nel quale descrivevo una nuova Super Eroina, con gli stessi super poteri dei Super Eroi della Warner Bros e della Walt Dysney, e con le squisite fattezze, guarda caso della Barbie… Lo so, lo so, tutto ciò fa ridere, anche me! Ma non è finita: ancor prima di iniziare a scrivere o meglio ancor prima che imparassi a tenere la penna tra le dita, c’è chi racconta e nello specifico una mia maestra dell’asilo alla quale sono tutt'oggi molto affezionata, che inventavo storie sul momento e le raccontavo di getto così come apparivano nella mia mente, incantando il resto della classe dei cuccioli e facendo loro da soporifero post pranzo!

Ma se queste sono le origini per il mio amore nel raccontare “strane storie”, in realtà il mio debutto e la mia decisione di affrontare “il palcoscenico” proprio come Pirandello, avviene molti anni più tardi, ovvero solo ora nel corso di questo 2002 che mi ha portato tanta fortuna! E proprio come Pirandello, poi, sono pronta ad affrontare i fischi. Anche se poi onestamente, proprio come è successo a Lui anche io anelo, sarei falsa ed ipocrita a negarlo, in un successo clamoroso... Ahahahah!

E vorrei anche aggiungere che se conosco bene Pirandello, per il quale provo una sincera devozione, sono certa che se lui avesse avuto la Dama Bianca tra le mani di certo non se la sarebbe fatta scappare, ed oggi anch’essa farebbe parte di soavi pagine della Letteratura Italiana! Probabilmente invece non ne farà mai parte e per conoscerla dovrete accontentarvi di me, che proverò nel migliore dei modi a descriverla!

Ma torniamo sui passi dei “sei personaggi in cerca d’autore”, che trovano un collegamento ideali e di titolo con questo mio libro dove invece è “la Dama Bianca in cerca d’autore”… Ma cosa sta succedendo? Oh, Santo Cielo! Pirandello che ci fai sullo schermo del mio computer? E va bene non azzarderò più nessun tipo di collegamento con te… ops, con Voi… Ma, su, Luigi, non guardarmi così! Io Vi adoro! Voi in fin dei conti avete esordito con “L’esclusa”, lasciate a me l’onore ed il piacere di esordire con “La Dama Bianca”… Così è, se Vi pare! Meglio mettere un punto a questa farsa… Dovesse apparirmi davvero!

Per cui, fatta questa scherzosa digressione che personalmente mi è servita a far pace con la mia coscienza in quanto non si tratta di scopiazzare un titolo, ma di esaltare un’opera ispirandomi ai buonissimi insegnamenti che giungono dal passato… Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo lasciato.

Così, dopo quella tormentata notte caratterizzata da vigili pensieri che pericolosamente si inerpicavano sul viottolo dei desideri difficili da realizzare, la prima cosa che feci di buon mattino, invece di rilassarmi e prendermi una giornata di acclamata pausa e relax, perché avevo appena terminato un libro, fu di riaccendere il computer, di riconnettermi ad internet, andare su “preferiti” per cercare di ricollegarmi a quel sito, per saperne qualcosa di più sulla Dama Bianca, prima di iniziare le mie personali indagini… ma niente… il nome di quel sito che io ero certa di aver accuratamente salvato su preferiti, non c’era più… scomparso ! <<Oddio e ora come faccio?>> Mi domandai ad alta voce. Non ricordavo neanche più se la notizia l’avevo letta veramente o se era stato tutto un sogno, tanto ero stanca per le “ore piccole” fatte la sera prima!

Comunque, come nella storia di Pollicino, avevo ancora alcune briciole a disposizione: in mente quell’evanescente articolo che mi indicava la via da percorrere e tra le mani una pagina bianca e tanta voglia di cominciare a scriverci sopra!

Perciò non ci stetti a pensare su troppo, indossai il cappotto, ombrello alla mano perché pioveva a dirotto, e mi recai al Bar più vicino a casa mia. Perché proprio un Bar? Perché a mio avviso è il luogo in cui comunemente si possono scoprire numerose cose, perché lì la gente è più disposta a parlare, a conversare ed a confrontarsi. Questa era la mia brillante idea... In realtà lì sul posto, sorseggiando un buon caffè, prima presentandomi, poi chiedendo il permesso di fare alcune domande, poi ponendo i miei interrogativi sulla Dama Bianca, al contrario di ogni mia più ottimistica previsione, nessuno dei presenti, volle raccontarmi niente! Il barista mi disse soltanto che era tutta una storia inventata e portata avanti da più persone per, come si suol dire “tirare l’acqua al proprio mulino” e che il momento dell’apparizione su Viale Roma, fosse stato sceneggiato da alcuni ragazzi per prendersi gioco dei più creduloni, ma che il loro ridicolo piano andò a farsi benedire quando l’avvistamento lo ebbe una volante della Polizia... E sui poveri ragazzi, imbacuccati da fantasmi, calò il sipario di una bella denuncia per disturbo della quiete pubblica!

Questa, non gradita notizia, però non mi fece retrocedere neanche di un passo dalla mia precedente decisione. Io, di tutta questa storia dovevo saperne di più! E se poi dei ragazzi si erano mascherati anzitempo da fantasmi, perché non si era nel periodo carnevalizio ma in estate, che cosa c’era di male? Anzi, al posto di denunciarli, si sarebbe potuto stimare la loro fantasia giocosa, perché per una volta tanto invece di rinchiudersi in una assordante discoteca, avevano deciso di trascorrere una serata diversa dal solito! E diversa dal solito, di farla trascorrere anche agli altri! Questa fantasia giovanile era da premiare, almeno dal mio punto di vista, e non mi scoraggiai per nulla, ma decisi alla fine di quel caffè, soprattutto in onor di quella stessa “fantasia” che non era del tutto scomparsa dalla nostra “elettrica” società, di andare avanti con le mie indagini!

Fortunatamente quel barista, oltre a negare tutto, mi disse che comunque per maggiori informazioni avrei potuto telefonare alla redazione de' “La Nazione” di Massa e chiedere di un suo amico giornalista che si era, nottetempo, occupato del caso!

Telefonai subito!

In realtà ad occuparsi del caso “Dama Bianca” era stata una gentile, affabile, paziente, disponibile, giornalista de' “La Nazione”, la quale mi diede subito appuntamento per il mattino seguente, addirittura anticipò l’orario di lavoro di 1 ora e mezza, per aiutarmi a rintracciare nell’archivio di tutti gli articoli usciti su “La Nazione” nella cronaca di Massa-Carrara tra giugno e settembre 2000, quelli che appunto riguardavano La Dama Bianca! In seguito, ha anche acconsentito a redigere la prefazione del mio libro. Grazie Simonetta Tonarelli!

Così nel capitolo che seguirà ho voluto raccogliere la cronaca di tutti gli avvistamenti della Dama Bianca, ma solo quelli noti e portati a conoscenza dell’opinione pubblica, ovvero solo quelli di coloro che in qualche modo hanno avuto il “coraggio” di ricordare lo spiacevole incontro e di raccontarlo a tutti senza temere di essere additati come pazzi visionari dal resto della cittadinanza massese, perché si sa: “quando il paese è piccolo, poi la gente mormora”! Difatti io credo che siano state molte di più le persone che l’hanno incontrata, durante le calde passeggiate serali estive… Ma solo in pochi non si sono vergognati di dire “l’ho vista anche io!”

Ecco, di quelle quasi tre ore di lavoro, trascorse nell’archivio della redazione del quotidiano "La Nazione", a “spulciare” tra vecchi e mastodontici fascicoli, cosa abbiamo tirato fuori: tutti gli articoli datati, che riguardano la Dama Bianca di Massa, le descrizioni e le spaventose sensazioni di chi ha avuto la disgraziata coincidenza di incontrarla!

© Monia Di Biagio

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Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Mer Giu 29, 2016 10:52 am    Oggetto:  Capitolo 3° Cronaca: gli avvistamenti della Dama Bianca.
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Rispondi citando

LIBRO "La Dama Bianca: storia di un fantasma in cerca di autore." A PUNTATE.

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Capitolo 3°
Cronaca di Massa: gli avvistamenti della Dama Bianca.


25 Giugno 2000 - La Nazione
Giovane racconta: «Ho investito un fantasma. Chi è quella donna bionda vestita di bianco?»

<< E' vestita di bianco e ha capelli biondi che le scendono sulle spalle, tanto da sembrare una creatura d'altri tempi. E' la misteriosa figura femminile che da alcune settimane si aggirerebbe a notte fonda per le strade cittadine, con una predilezione per quelle marinelle(*1). Strano ma vero, la dolce creatura che canterebbe anche le nenie(*2), continua ad apparire e a scomparire nel nulla lasciando increduli i testimoni oculari, che stanno diventando sempre più numerosi. Psicosi, allucinazioni o che altro? Dopo le prime apparizioni risalenti ad oltre una settimana fà, quando la signora bionda avrebbe chiesto un passaggio ad un ragazzo per scomparire subito dopo ed avrebbe svegliato con il suo canto(*2) un'anziana signora che stava dormendo, adesso sarebbe stata addirittura investita da un'auto guidata da un ragazzo massese. E' accaduto l'altra notte poco dopo l'una quando un giovane di 31 anni, N.T.alla guida della sua Golf percorreva via Gioconda, dichiara di essersi trovato improvvisamente davanti una signora con le caratteristiche descritte e di averla investita, tanto che avrebbe picchiato violentemente la testa sul parabrezza. Quando il giovane è sceso per soccorrere la «signora in bianco» non l'avrebbe più trovata: la strada era deserta. A questa testimonianza fanno seguito quelle di altre persone che sempre dopo la mezzanotte avrebbero visto in diverse strade marinelle(1*) la stessa figura, perfettamente immobile vicino ad un muro, con la faccia rivolta verso la parete e, in qualche caso, con una sorta di fiaccola in mano(3*). Una figura, insomma che rievoca storie di altri tempi quando episodi come questi venivano raccontati intorno al caminetto. >> S.T.

Note dell’autrice:

(1*) Le strade marinelle, si riferiscono a Marina di Massa, estensione marittima della città di Massa, cui centro storico invece è quasi addossato alle Montagne, ovvero alle Alpi Apuane. Delle strade marinelle fanno anche parte Viale Roma, Via Pandolfino, Via Fonda, già citate precedentemente.

(2*) Tutte le persone che io stessa ho ascoltato, e comunque tutte coloro che hanno detto di aver incontrato, o meglio di essersi scontrate con la Dama Bianca, raccontano che quest’ultima canti delle “nenie”, ovvero delle filastrocche, sinora rimaste sconosciute anche agli studiosi del caso e della tradizione popolare, in quanto non se ne capisce bene la lingua o il dialetto, in cui la Dama Bianca passeggiando nella notte, le esprima ad alta voce !

(3*) Questo stesso particolare, quanto insolito avvistamento della Dama Bianca, mi è stato raccontato in prima persona dalla giornalista di “La Nazione”, curatrice di tutti questi articoli, da me riproposti. Infatti lei mi ha raccontato che fu proprio una ragazza di sua conoscenza, quando ancora della Dama Bianca non se ne parlava affatto, a notare, mentre con delle amiche stava tornando a casa a notte inoltrata dopo una cena di classe, una donna vestita di bianco ed in modo molto particolare, appoggiata con la faccia al muro e le spalle alla strada, mentre teneva una fiaccola accesa in mano. Questa visione fu talmente particolare per le ragazze che esse sorridendo si chiesero chi fosse quella persona, o meglio quella “pazza” donna che nel cuore della notte, era vestita come a carnevale, con la faccia verso il muro, come se fosse in punizione e una fiaccola in mano. Ebbene esse girarono e tornarono sul posto e la strana signora vestita di bianco, era ancora lì ! Ma nessuna di loro ebbe il coraggio di avvicinarsi a lei e chiederle chi fosse… E dal mio punto di vista fu meglio così! Visto quanto ho scoperto in seguito con le mie indagini! Comunque le povere ragazze, malcapitate, scoprirono qualche giorno dopo, per mezzo della televisione in una programmazione locale, che non erano state le uniche a scontrarsi con Colei che ormai, dai più, veniva additata come la Dama Bianca, proprio in quel punto di Viale Roma.

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23 Luglio 2000 - La Nazione
Madre e figlia seguite per strada dalla misteriosa “Dama Bianca”.

Si moltiplicano le segnalazioni della strana figura. C’è chil’ha vista danzare e chi andare dagli scogli verso il mare. Per i parapsicologi sarebbe: “la bianca ombra” di una giovane morta violentemente.

<<Continua a cantare nenie, a danzare, a restare immobile accanto ai muri(1*) o a girovagare per le strade cittadine. Proseguono gli avvistamenti (soprattutto nella zona di Viale Roma) della misteriosa ed inquietante “Dama Bianca”, una signora vestita di bianco con i capelli lunghi e biondi, sciolti sulle spalle. Le ultime apparizioni (fra l’altro a persone attendibili, tra cui un sindacalista) risalgono a ieri notte, quando poco dopo la mezzanotte, un automobilista ed uno scooterista che percorrevano Viale roma verso Marina, l’hanno avvistata nei pressi della chiesa. Entrambi hanno pattugliato invano la zona alla ricerca della signora. Verso le cinque del mattino, due giovani, l’avrebbero incontrata nella Piazza Bad Kissingen a Marina. Stando al loro racconto la Dama Bianca si sarebbe diretta sugli scogli andando incontro al mare aperto. Al loro arrivo non l’avrebbero più trovata: la signora era sparita nel nulla. A queste testimonianze segue quella di una nostra concittadina che giorni fa alle 9.30 del mattino, l’avrebbe vista insieme alla figlia nel viale della stazione. La signora in bianco di cui è stata fornita dalle protagoniste una descrizione attenta e minuziosa le avrebbe seguite fino al cancello di casa. Una presenza inquietante insomma di cui si fa un gran parlare. Intanto ricercatori e studiosi sono al lavoro per tentare di dare una spiegazione al fenomeno apuano. spiegazione che in molti ricercherebbero in morti violente di giovani donne apuane che girovagherebbero per la città con l’intento di trovare quella pace che non avrebbero trovato dopo la sepoltura.>> S.T.

Note dell’autrice:

(1*) Già da queste poche righe, sinora trascritte, si può ben capire e dedurre che la famigerata Dama bianca ha sempre gli stessi atteggiamenti: canta delle nenie, ha noncuranza di chi la osserva, danza leggiadra tra le vie poco illuminate e sugli scogli a picco sul mare; assume sempre le medesime posizioni: immobile con la faccia rivolta verso il muro o nascosta dietro gli alberi che fa capolino, come se non volesse farsi riconoscere e sfuggire agli occhi indagatori ed incuriositi dei passanti; frequenta sempre gli stessi posti: Viale Roma all’altezza della Chiesa; Via romana; al crocevia tra Viale Roma e via Pandolfino e Piazza Bad Kissingen. Tutto questo, mi porta ad un’unica soluzione: Lei fa sempre le stesse cose perché vive in una “dimensione” a se stante, che non è la nostra medesima, ripetendo sempre l’ultimo itinerario e le ultime azioni della sua vita!

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3 Agosto 2000 - La Nazione
Un ghostbuster a caccia della «Dama Bianca»

<<Ghostbuster a caccia della... Dama Bianca. Un noto ricercatore,(1*) nonchè testimone oculare di alcuni «avvistamenti» della signora vestita di bianco che di notte si aggirerebbe nella strade marinelle, sarà l'ospite di eccezione della trasmissione in onda questa sera a Teleriviera. Alle ore 21,15 subito dopo il telegiornale, verrà trasmesso un approfondimento del notiziario dal titolo «Il caso - La dama in bianco» condotto da Tiziana S. In studio, lo dicevamo, il noto ricercatore la cui identità resterà però sconosciuta. Infatti lo scetticismo che ruota intorno alla vicenda degli avvistamenti misteriosi, seguiti dalla scomparsa della bionda figura femminile, ha fatto optare il protagonista della serata a mantenere l'anonimato. La trasmissione televisiva si articolerà su più punti e partendo proprio dallo scetticismo che molte persone nutrono verso fatti analoghi, arriverà a tracciare una panoramica storica degli avvenimenti misteriosi apuani più significativi, per approdare poi al tema della serata. A questo proposito lo studioso e testimone oculare per ben due volte, traccerà una descrizione della «Dama bianca» e tenterà di fornire una spiegazione delle apparizioni mediante la ricostruzione di alcuni episodi legati a morti violente, avvenuti nella nostra zona. Una serata, dunque, da non perdere e rigorosamente all'insegna del mistero.>> S.T.

Note dell’autrice:

(1*) Seguirà più avanti, la confessione “esclusiva” rilasciatami da questo “ricercatore” di misteri, che vuole assolutamente mantenere l’anonimato, per non essere additato come il “pazzo” di turno, dopo il suo incontro-scontro con la Dama Bianca. Al tempo però ha voluto raccontarlo, celatamente perché nascosto in volto, ai giornali ed alla televisione ed ora in maniera più completa e precisa anche a me. Perché dopo quell’estate di due anni fa, lui continua ad essere perseguitato dalla Dama Bianca, che come una fata incantatrice continua a parlargli in sogno, e ad attirarlo nel cuore della notte in quei segreti punti della città, dove poi egli quasi certamente la incontra! Ma cosa voglia realmente dall’anonimo ricercatore, neanche lui a tutt’oggi saprebbe dirlo. Sa solo, che ogni qualvolta venga irresistibilmente attratto, dalla “bianca Sirena” per lui poi è un vero shock! Ed i giorni che seguono l’incontro, visivo o mentale che sia, sono per lui, giorni di ripresa delle sue forze fisiche e psichiche!

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5 Agosto 2000 - La Nazione
«Dama Bianca», città mobilitata.

<<MASSA — La città si mobilita e va a caccia della «Dama Bianca». La testimonianza del ghostbuster ospite dello special andato in onda a Teleriviera e la cui identità è rimasta anonima, ha suscitato vivo interesse nei telespettatori che, raccogliendo il suo appello, hanno segnalato numerosi avvistamenti in città e fuori provincia (Pietrasanta e Querceta). Lo studioso, nonchè testimone oculare, ha ripercorso gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato la nostra zona ricordando che il viale Roma, dove le apparizioni sono più frequenti, un tempo era il letto del Frigido e non esclude che possa contenere una tomba o che, addittura le sue acque possano aver accolto un corpo di donna morta violentemente (le ipotesi di studiosi vanno in questa direzione). Il ricercatore «senza volto»,(*1) comunque, ha promesso che presto potrebbe esibire ulteriori prove dell'esistenza della Dama Bianca: foto che la ritrarrebbero in diversi luoghi e che starebbero a testimoniare che non si tratta di psicosi, ma di un fenomeno che ha una sua spiegazione logica. Intanto, lo dicevamo, subito dopo la trasmissione si sono moltiplicate le segnalazioni di ulteriori avvistamenti e di fenomeni strani, sottaciuti dai testimoni per paura di essere ridicolizzati. Adesso, però, la voglia di capire cosa sta succedendo è troppo forte e la gente ha cominciato la sua «crociata» andando a caccia della fantomatica signora.>> S.T.

Note dell’autrice:

(*1) Più avanti, come già detto, riporterò la testimonianza che questo anonimo signore, il parapsicologo, il “ricercatore senza volto”, apparso in esclusiva su Teleriviera, trasmissione andata in onda il 3 agosto 2000 alle ore 21,15: di cui io conosco l’identità, ma che di certo non rivelerò, in quanto lui stesso mi ha esplicitamente richiesto di mantenere l’anonimato per la semplice ragione che dopo la sua apparizione televisiva è stato contattato da innumerevoli persone, con in serbo le domande più disparate su “Amore?”, “Fortuna?”, “Lavoro?”, “I numeri del Lotto?”, “Parlare con i propri defunti” e così via. Ma questo “Innominato”, studioso di fenomeni paranormali, che della Dama Bianca ha potuto soprattutto sperimentare sulla sua pelle gli arcani effetti, non fa “il mago” (come dice lui) di mestiere, anzi nella vita si occupa di tutt’altro, ma studia il paranormale perché questa è la sua passione, cosicchè gentilmente ha voluto rilasciarmi la sua confessione sull’avvenimento a lui personalmente accaduto a patto che non lo avessi reso “famoso”!

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10 Agosto 2000 - La Nazione
La «Dama Bianca»: svelata l'identità.

<<MASSA — La «Dama Bianca» avrebbe finalmente un'identità... se non altro per quanto riguarda le sue origini familiari. Nell'incontro ravvicinato che la signora bionda e vestita di bianco che si aggira in città, avrebbe avuto con una medium(*1) e pranoterapeuta apuana, avrebbe infatti svelato la sua misteriosa identità. La leggiadra figura femminile d'altri tempi che durante le notti di questa estate di inizio millennio se ne va a spasso per le vie cittadine e che inquieta non poco i sonni della gente, avrebbe dunque rivelato le sue origini alla sensitiva che ci ha dichiarato di averla incontrata recentemente in via Romana. La signora in bianco, infatti, alla domanda posta dalla medium sulla sua identità, avrebbe risposto senza esitare di appartenere alla famiglia Cybo-Malaspina. «Mentre percorrevo via Romana — ci ha raccontato la pranoterapeuta, persona molto nota in tutta la provincia e che ha chiesto di mantenere l'anonimato (*2)— mi sono imbattuta(*3) in quella che tutti definiscono Dama Bianca. Ho capito che era lei perché coincidevano le descrizioni e poi perché era una figura alquanto strana: il viso molto pallido, non camminava ma saltellava con molta leggiadrìa e intonava una nenia di altri tempi. Una nenia che ricorda molto quelle dei film ambientati in epoche antiche e che mettono i brividi. Le ho chiesto se non fosse ora di smetterla di provocare incidenti. Lei mi ha risposto, altera(*4), che non sapevo con chi stessi parlando, visto che apparteneva alla nobile famiglia apuana». Un'altra testimonianza dunque che lascia senza fiato e che non può non suscitare ulteriore curiosità, oltre quella che già sollevata in città e dintorni. Dopo la recente trasmissione televisiva dedicata alla «Dama Bianca», mandata in onda da Teleriviera, continuano ad arrivare molte segnalazioni di persone che giurano di averla vista e subito dopo di averla vista sparire. L'ultima, oltre quella della medium e, forse la più curiosa, viene da Luigi Costa proprietario del ristorante gli «Amici dell’ Universo» che afferma di conoscere molto bene la misteriosa figura in bianco: ogni venerdì sera andrebbe a fargli visita nel suo ristorante. La cosa singolare è che il protagonista giura di conoscerne l'identità: sarebbe un alieno che cela le sue sembianze sotto un vestito bianco. (*5)>> S.T.

Note dell’autrice:

(*1) Più avanti potrete leggere, in esclusiva, la dettagliata testimonianza che la Sig. A.B., Medium e sensitiva, ha voluto rilasciarmi sull’esperienza dei numerosi incontri che lei ha avuto, volontariamente ed involontariamente con La Dama Bianca!

(*2) Questa seconda nota si riferisce al fatto che “la sensitiva”, abbia voluto “mantenere l’anonimato”, in realtà non è così, anzi come mi ha voluto ripetutamente precisare lei, e come in effetti potrete leggere più avanti, la medium avrebbe voluto che assolutamente risultasse il suo nome, che io invece per una questione di privacy ho preferito solo siglare: A. B., perché come lei stessa afferma: <<Ne hanno scritte tante di cavolate sul mio conto, per una volta che verrà trascritta la verità e solo la verità, il mio nome può anche figurare per esteso! Poi io non ho mai impedito a nessuno di far presente chi fossi perché ciò che racconto è vero e non me ne vergogno!>>

(*3) La signora A.B., come poi più avanti ci racconterà lei stessa, non si è “imbattuta per caso” con la Dama Bianca ma l’è andata proprio a cercare per “sgridarla”, come riporta l’articolo, per dirle a chiare lettere <<Non ti vergogni di provocare tutti questi incidenti stradali con le tue improvvise apparizioni?>>

(*4) La sinora A.B. ci tiene a precisare che forse le sue parole sono state travisate, in quanto la Dama Bianca al momento di quel primissimo incontro non era affatto “altera”, aggettivo che l’ha fatta apparire agli occhi dell’opinione pubblica come una Dama altezzosa e arrogante, anzi viceversa nel pronunciare quelle parole che descrissero chiaramente le sue remote origini, fu “docile e sommessa”. Ella semplicemente rispose alla domanda della sensitiva A.B. quando le venne chiesto chi fosse, e pacatamente disse: <<Sono una Cjbo-Malaspina>>. Secondo la sensitiva A.B. queste sono le uniche parole che durante i suoi numerosi incontri con la Bianca Dama abbia sentito pronunciare dalla nobile Signora; secondo il suo convivente, G.B., invece non è così… Solo che la sua compagna di Vita non se ne può ricordare, perché ogni volta che incontrano la Dama Bianca, lei da medium qual’ è, cade in trance, poi non si ricorda più nulla di ciò che si sono dette!

(*5) Seguirà più avanti anche la testimonianza, sempre “in esclusiva” per il mio libro, del Sig. L.C. , ristoratore di Marina Di Massa, citato nell’articolo de’ “la Nazione” come Ufologo, ovvero colui che a differenza dei molti, assegnerebbe alla Dama Bianca una speciale identità, ma non una identità storica, piuttosto aliena! L’aliena sotto le mentite spoglie di una bella dama bionda di bianco vestita non arriverebbe infatti da un Passato Medioevale, ma da Orione!

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13 Agosto 2000 - La Nazione
Incontra la Dama Bianca e sviene.

<<MASSA — La Dama Bianca «colpisce» ancora e questa volta colpisce duramente. L'ultimo incontro ravvicinato con una figura misteriosa (e che avrebbe avuto risvolti inquietanti), è avvenuto ieri notte intorno alle 4 e mezzo a metà viale Roma, quando uno studioso di fenomeni paranormali (*1), a caccia della signora in bianco si era appostato con l'auto lungo la strada che conduce a Marina di Massa. All'improvviso un brivido di freddo, forse a causa dei finestrini abbassati, gli avrebbe percorso il corpo e nel momento in cui ha deciso di chiuderli, ha visto balzare sul cofano dell'auto un gatto nero e immediatamente dopo prendere forma una figura «ectoplasmatica» dai tratti molto sfumati che si dirigeva verso di lui. «Lasciatemi in pace» avrebbe detto la signora e, nel preciso istante in cui avrebbe voluto immortalarla con l'obiettivo della macchina fotografica, si è sentito venire meno ed è svenuto. Dopo due ore esatte, alle 6,30 il protagonista dell'incredibile storia si è svegliato ritrovandosi in piazza Bad Kissingen a Marina di Massa. Ancora in stato confusionale e privo di energie si è reso conto di essere tutto sporco di sabbia, bagnato e di avere la sua automobile parcheggiata lì accanto a lui. Cosa era accaduto? L'unica cosa certa è l'incoscienza di due ore e che lo ha profondamente sconvolto.>> S.T.

Note dell’autrice:

(*1) Si tratta sempre del “signor-misterX” di cui, come già detto, seguirà più avanti l’intera, surreale confessione: una chiamata, poi un sogno che diventa realtà, poi quella distorta realtà, vissuta nell’arco di una incredibile notte, diviene nuovamente sogno, e solo all’alba ancora terribile realtà su tutta la sua pelle. E quello che resta nella sua mente e nel suo cuore, ora, è la consapevolezza di aver vissuto in una manciata di ore un’esperienza sbalorditiva, che ha superato di gran lunga ogni preventivata aspettativa, ricordo infatti che il Signor X, la Dama Bianca, ha voluto incontrarla di sua scelta, con il solo intento di vedere se esistesse davvero e se era come tutti la descrivevano. Quello che è accaduto poi, è andato oltre i confini della sua immaginazione, anzi ad essere precisi ha proprio rapito la sua immaginazione e nel giro di una nottata estiva, ne ha fatto ciò che voleva, trasferendo, per così dire, il Signor X, in una dimensione parallela e fino a quel momento inacessibile!

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17 Agosto 2000 - La Nazione
«Sono l'Anticristo»: shock a Resceto.

<<MASSA — Incredibile ma vero: dopo la Dama Bianca spunta... l'«uomo nero».(*1) Non è quello descritto nelle favole ma sicuramente qualcuno che forse per scherzo o forse no, ha voglia di imitarlo, tant'è che da diverse sere «appare» sulla strada vicino al paese di Resceto, gettando nel panico i suoi abitanti. Il primo avvistamento risalirebbe ad alcuni giorni fa quando una giovane, tornando a casa, avrebbe notato una strana figura appollaiata sopra il guard-rail avvolta in un mantello di raso nero, con un cappello in testa e una maschera sul volto. All'improvviso l'uomo misterioso sarebbe balzato in mezzo alla strada sbarrando il passaggio all'auto della giovane e gridando di essere l'Anticristo sceso sulla terra per vendicarsi. Tanta è stata la paura della donna che, appena arrivata in paese ha raccontato, sotto choc, l'episodio che le era capitato. Subito alcuni giovani si sono recati sul luogo indicato e increduli avrebbero notato la misteriosa figura che al loro arrivo avrebbe ricominciato a gridare le stesse frasi che aveva pronunciato alla giovane donna. Lo stesso episodio sarebbe avvenuto anche la sera seguente quando, ancora gli stessi ragazzi, si sono recati nuovamente sul luogo dell'avvistamento. Lui, l'uomo nero era ancora lì, avvolto nello stesso mantello, con indosso la stessa maschera e ancora una volta appollaiato sopra il guard-rail. Alla vista degli «spettatori» incuriositi sarebbe tornato a tuonare le stesse parole del giorno precedente per poi sparire subito dopo in mezzo alla fitta boscaglia. Pazzo, buontempone o cos'altro? C'è chi dice che a tutto c'è sempre una spiegazione ma di sicuro, per il momento, ci sono soltanto questi strani avvistamenti (dopo quelli della signora in bianco). L'estate 2000, non c'è che dire, continua ad essere alquanto movimentata e sicuramente rimarrà negli annali della storia locale come una delle estati più inquiete e misteriose. >> S.T.

Note dell’autrice:

(*1) La sensitiva e Medium, A. B., della quale come già detto seguirà una trascrizione della sua confessione, più avanti, ha voluto incontrare di persona “L’uomo nero”, perché scocciata di tante fandonie, che nascevano, si accrescevano e maturavano d’importanza, avvalendosi solo della sempre maggior, fama della Dama Bianca, così di buon mattino con il suo compagno di vita, si recò sul posto, sulla strada provinciale, vicino al paese di Resceto, dove si diceva apparisse “l’uomo nero” per spaventare i passanti. Tra l’altro la signora A.B. conosceva bene questo ragazzo un po’ “sopra le righe” perché fu operaio nella ditta del suo primo ed unico marito, quindi sapeva bene con chi “si” aveva a che fare! Incontrandolo, in uno squisito dialetto carrarese, che io al momento chiedo venia, ma non sono in grado di trascrivere, gli disse: <<Vediamo tra noi due chi fa prima a buttare l’altro giù nel fosso?>> Lei racconta che fu proprio “l’uomo nero” a darsela a gambe, e fuggendo in mezzo al bosco, perse anche il mantello nero! Da quel giorno non lo vide più nessuno !

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19 Agosto 2000 - La Nazione
La Dama... si scontra con la volante!

<<MASSA — Un duro colpo per gli scettici: è accaduto perfino ad una volante della polizia(*1) di imbattersi, nottetempo, nella Dama Bianca... L'inquietante incontro si è verificato, come da copione, intorno alle 3 della mattina di venerdì lungo il viale Roma, all'altezza del cavalcavia ferroviario: con passo più che leggero, quasi "furtivo", il Nostro fantasma stava attraversando la carreggiata. Particolare fino ad oggi inedito, era «armato»... di due candide lenzuola. Non c'è voluto molto agli agenti per capire che si trattava di un Damigello, un diciannovenne di Carrara giunto da oltre Foce, insieme a sette amici, appositamente per cimentarsi nella burla. I giovanotti colti con le mani nelle lenzuola sono stati fermati dalla polizia, più sulla spinta di un sincero, divertito stupore che per il sospetto che potesse configurarsi una qualche ipotesi di reato. Ed in effetti ai ragazzi nulla è stato contestato, non essendosi verificato procurato allarme o intralcio alla circolazione. Gli otto hanno assicurato agli agenti che si trattava del loro primo blitz... Non c'è che dire, si fa affollato il viale Roma di notte: dopo i ghostbusters, adesso arrivano a frotte pure gli “acchiappa-citrulli”. E la Dama Bianca? Non potrà certo arrabbiarsi per l'emulazione, se è vera donna di spirito....>> A.P.

Note dell’autrice:

(*1) Bellissima e ben studiata la definizione di “acchiappa-citrulli” ! In questo articolo si fa riferimento all’accaduto di cui io venni a conoscenza da subito, quando all’inizio delle mie indagini venni informata dal barista, di tale divertente avvenimento: “anche la Polizia avvista la Dama Bianca”. Al tempo, rammentate, tutto sembrava spegnersi qui, con la capitolazione de maliardi giovincelli… Però, ora che avete letto anche gli altri articoli, ed anche voi come me siete giunti alla conclusione che la storia non si fermava esattamente lì, dove diceva il barista, secondo Voi ho fatto bene a proseguire le ricerche? Boh, io non lo so ancora… Speriamo di sì!

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20 Agosto 2000 - La Nazione
Gli autoscatti della Dama Bianca.

<<MASSA — La Dama Bianca immortalata dall'obiettivo della macchina fotografica?(*1) Così potrebbe essere, stando alle foto sviluppate dallo studioso che una settimana fa è stato protagonista di un episodio alquanto inquietante. Episodio durante il quale il ricercatore, dopo un appostamento avvenuto lungo viale Roma, avrebbe visto prendere forma una figura «ectoplasmatica» che chiedeva di essere lasciata in pace. Nel momento in cui il ghostbuster aveva tentato di immortalarla con l'obiettivo, si era sentito male ed era svenuto. Dopo due ore, lo ricordiamo, si era risvegliato accanto alla sua auto (misteriosamente parcheggiata in piazza Bad Kissingen a Marina), sporco di sabbia e tutto bagnato. Nonostante lo stato confusionale si era subito reso conto che, sebbene durante la notte non avesse avuto il tempo materiale per scattare foto, la macchina fotografica conteneva diversi scatti. Scatti misteriosi che lo studioso sostiene di non aver fatto. Bene, proprio su quei negativi è rimasta impressa una strana ombra che si nota a fatica nelle foto, foto che, gentilmente, ci erano state fornite da Teleriviera ma che non è stato possibile pubblicare per la cattiva qualità. L'emittente le ha comunque potute trasmettere. E' un'ombra inquietante, dai contorni visibili ma dalle forme poco riconoscibili. E' la Dama Bianca o un riflesso dell'obiettivo? Agli spettatori l'ardua sentenza.>> S.T.

Note dell’autrice:

(*1) Si tratta sempre del “Signor-MisterX”. In questo articolo, lui ha voluto rendere pubblico (tranne la sua identità!) ed aggiungere, che dopo il primissimo incontro con La Dama Bianca, nel quale è svenuto in preda al panico e privo di coscienza, si è ritrovato giorni dopo tra le mani un rullino di foto da far sviluppare, che lui non si ricordava assolutamente di aver scattato. A sviluppo avvenuto, con stupore immenso del fotografo, e di “MisterX” stesso, si trattava infatti degli AUTOSCATTI della Dama Bianca, ovvero foto che la ritraevano nel corso di quella misteriosa notte! Anche se le foto suddette non apparivano perfettamente visibili, io che ho potuto osservarle personalmente e da vicino, posso dire di aver certamente scorto nel buio della notte, che fa da sfondo, riflessa sul vetro del cruscotto dell’automobile, una sagoma iridescente, il primo piano di una donna, che fissava, “in posa”, l’obiettivo ! Forse è per questo motivo che Mister X è stato definito dall’opinione pubblica l’ “Acchiappa fantasmi”, perché lui la Dama Bianca l’ha acchiappata con la macchina fotografica!

© Monia Di Biagio.

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MessaggioInviato: Mer Giu 29, 2016 10:56 am    Oggetto:  Capitolo 4° Dove si svolge la misteriosa vicenda?
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LIBRO "La Dama Bianca: storia di un fantasma in cerca di autore." A PUNTATE.

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Capitolo 4°
Dove si svolge la misteriosa vicenda?


Per fare un po’ di chiarezza storico-geografica, credo sia estremamente necessario, a questo punto, che io spieghi bene dove ci troviamo e quale panorama storico fa, o potrebbe fare, da sfondo all’intera soprannaturale vicenda. Cercherò di non dilungarmi troppo, e soprattutto di non farmi prendere la mano dalla mia passione per la Natura, per l’Arte e per la Storia, ma credo che gli argomenti, sulla precisazione del luogo, che andremo ad affrontare siano salienti per comprendere appieno tutto il resto!

Dunque pazientate ancora un po’, prima di poter leggere le inverosimili testimonianze che, in memoria per i posteri di ciò che è “accaduto” mi sono state affidate, e tuffatevi in questo luogo di inestimabile bellezza ambientale, di grandioso potere storico ed artistico. E la mia speranza è: che possa mostrarvelo e farvelo percepire appieno, come i miei occhi lo vivono ogni giorno!

Dove siamo? Siamo in Italia, in Toscana, ancor meglio in Versilia! Una terra affascinante, ricca di segni di un passato feudale e della sua più attuale Belle Epoque, con i palazzi anni ‘20 che si affacciano sul mare. Piena di misteri, ricca di paesaggi suggestivi, dove il tempo sembra essersi fermato: paesetti arroccati su cocuzzoli e pendii, castelli fiabeschi, chiese e monasteri medievali… Ma l’ambientazione così risulta essere ancora un po’ troppo generica: per la precisione ci troviamo nella Provincia di Massa Carrara, notissima un po’ a tutti non solo per quanto riguarda le divertenti vacanze estive, i soventi incontri con i Vip che amano soggiornare qui, ma anche per i suoi pregiati marmi, che possiamo ritrovare esportati ed utilizzati un po’ in tutto il mondo. Dunque, la provincia di Massa Carrara si estende sul versante Tirrenico delle Alpi Apuane, ovvero: avanti a sé il Mar Tirreno e alle sue spalle le dominanti vette delle Alpi Apuane. Questo fu il primo affascinante scenario che notai appena giungemmo qui: stavamo (io e mio marito!) passeggiando sul pontile, davanti a noi il mare aperto, poi ci rigirammo per tornare indietro e ora dinnanzi a noi le maestose cime delle Alpi! E come una foto, porterò questo ricordo sempre nel cuore!

Le due città, Massa e Carrara, pur facendo provincia assieme, sono ben distinte, anche nei paesaggi diversi che offrono: Massa arroccata a ridosso delle montagne, è caratterizzata dalla sua Anima Medievale, da viuzze strette, irregolari, che si inerpicano tra le case ed è ricca ad ogni angolo di monumenti e di storia; mentre Carrara pianeggiante, perché si estende quasi completamente a livello del mare, è più moderna e industrializzata per l’attività estrattiva del marmo, ha ampie strade, case eleganti, grandi piazze e giardini, arricchita in ogni dove da statue di marmo.

Ma concentriamoci solo su Massa, dove appunto l’intera vicenda, letteralmente, si “anima”. Massa città, è divisa nettamente in due parti, una medievale tutta arroccata, che culmina appunto con la rocca, il castello-fortezza Malaspiniano; e una in piano dove si estende la città moderna che, con l'espandersi dell'attività industriale e del turismo, si è saldata alla costa, dando vita al “Borgo Marinello”, ovvero a Marina di Massa, estensione balneare e costiera della città, per un totale di 10 Km di litorale. La città di Massa è inserita in una zona dalla grandissima varietà paesaggistica: vi si trovano infatti a pochissimi chilometri di distanza il mare, le campagne coltivate, le colline, le montagne più rocciose della Toscana da cui sgorgano sorgenti di acque purissime, il tutto allietato e riparato da un clima temperato che fa sì che in questo territorio non nevichi mai: infatti l'arancio vi vegeta tranquillo, come anche molte piante grasse.

O per dirla meglio come la descrisse Giovanni Pascoli:

<<Siede Massa tra lucida verzura
d’aranci a specchio del Tirreno mare.>>

A pochi passi dalla pianura si elevano, su acrocori protesi verso il fiume Frigido, centri di montagna di antichissima origine (come Altagnana, Antona, Pariana), probabilmente abitati fin dall’epoca preistorica.
Ed ecco la parte storica che più ci può interessare ad estensione e spiegazione di chi potrebbe essere stata la Bianca Dama, nei suoi giorni terreni: Massa fu fondata nel '500 da Alberico I dei Cybo-Malaspina come capitale del suo principato, che comprendeva anche Carrara, formando, addossate l’una all’altra, un unico centro urbano. Nel medioevo Massa fu dominio dei vescovi di Luni, quindi degli Obertenghi (XI sec.); e solo a partire dal 1442 appartenne ai Malaspina, quindi ai Cybo, che vi posero la sede del loro ducato. Nel 1790 passò ai Lorena; divenne provincia, unita a Carrara, dopo l’unificazione italiana (1860). Tra i principali edifici, appartenenti alla dominazione dei Cybo Malaspina sono il Palazzo Cybo Malaspina (XVI-XVII sec.), Rocca Malaspina (XV-XVI sec.), come ci informa la Enciclopedia Genias. Ma il territorio massese è un terreno abitato fin dalle epoche più remote: le più antiche testimonianze di insediamento umano risalgono infatti a manufatti litici del Paleolitico e del Neolitico, ai reperti bronzei ed alle tombe a cassetta dell'età del ferro. La “Taberna Frigida”, ad esempio era un luogo di sosta e di rifornimento dell'epoca romana, si trovava nella zona ora archeologica di Luni, e veniva persino menzionata in una “mappa stradale” (la Tabula Peutingeriana) del III sec. d.C. Solo nell'alto medioevo si formano i primi nuclei abitati stabili della città di Massa. Il nucleo originario della città e' costituito da un bastione fortificato e fondato sulla viva roccia di uno sperone, e costituiva, insieme ad altre torri sui monti circostanti, un sistema protettivo di avvistamento. Nel 1492 la famiglia dei Malaspina andò al potere, inaugurando un lungo periodo di dominio della città (circa 4 secoli). In cui la condizione della citta' era, indubbiamente, segnata dalla costituzione dello stato feudale dei Malaspina. Il legame poi con la nobile e potente famiglia dei Cybo, viene realizzato tramite il matrimonio fra Ricciarda Malaspina e Lorenzo di Francesco Cybo, unione che consentì al loro erede Alberico I Cybo Malaspina di riorganizzare lo stato, fino ad ottenere il riconoscimento imperiale della dignità di Principato. I primi insediamenti nei borghi vengono organizzati in forma di città da Alberico I a metà del 500, che disegna lo schema urbano come una “città di fondazione”: la Massa Cibea. Con quest’ultima il casato Cybo-Malaspina celebra la crescente ed inarrestabile ascesa del piccolo stato feudale, costruendo la cinta muraria e definendo il volto della città che resiste fino alla metà dell'800.

Il 10 giugno 1557, Alberico I Cybo Malaspina ed Elisabetta Della Rovere da Urbino, sua sposa, deposero la prima pietra “In memoriam primi lapidis” per la Fondazione di Massa Nova e Cybea. Ancora oggi l'Associazione storica <<Ducato di Massa>>, celebra proprio il 10 Giugno, di ogni anno, con grande solennità tale avvenimento.

La rottura della cinta muraria segna l'espansione della città nuova verso la pianura ed il mare. Fino al 1741, infatti, il regno rimase intatto; poi dopo la lunga egemonia di Alberico iniziò per il Principato una crisi di immagine e di prestigio da cui non si risollevò più, nonostante il legame con il potente ducato Estense di Modena. In quell’anno, infatti, l’ultima erede dei Cybo-Malaspina, Maria Teresa, andò in sposa ad Ercole Rinaldo d’Este, duca di Modena. Fu questo un momento di rinnovato impulso allo sviluppo, ma in realtà le sorti del Principato, trovarono un netto e rinnovato mutamento solo con la famiglia bonapartesca dei Baciocchi, che nel 1806 vollero lasciare un’impronta nuova nell’assetto della città con la realizzazione di una tipica piazza “imperiale”, quella degli Aranci, che resta ancora oggi il cuore della città.

La Restaurazione restituì autonomia al Principato, sotto Maria Beatrice, erede di Maria Teresa, alla quale il ducato di Massa passò per successione, ma alla sua morte, nel 1829, esso fu assorbito dal Ducato Estense e quindi venne definitivamente assorbito da Modena. Solo nell’aprile del '59 si verificò l'allontanamento degli Estensi e la successiva annessione al Regno di Sardegna. Forse è per questo motivo che qui la lingua parlata, seppur sempre di toscana si tratti, è molto distante dal classico volgo fiorentino, la mia più grande impressione fu quando sentii pronunciare le prime parole da un massese, subito, senza aver presupposti storici per affermarlo, capii che si trattava di un linguaggio misto tra Ligure e Sardo. Phonemi che ad ascoltarli suscitano una incredibile particolarità di suono, soprattutto se si pensa che questo linguaggio parlato è ristrettissimo alla Città di Massa e provincia, in quanto solo pochi chilometri più a sud, Forte dei Marmi e Viareggio, si torna ad ascoltare il toscano che tutti conosciamo! Ad ogni modo dopo l’annessione al regno di sardegna, solo nel 1860 la provincia Massa Carrara entra a far parte del Regno d’Italia.

Nel periodo tra le due guerre, poi, venne impiantata la Zona industriale Apuana. Durante la seconda guerra mondiale, Massa fu teatro di grandi mutamenti e dolorosissimi sconvolgimenti, trovandosi ad essere nelle immediate retrovie della Linea Gotica: l’Eccidio di Stazzema è stato l’episodio più cruento che ancor oggi si erge a simbolo dell’ingiustizia di tutte le guerre. Il sacrario costruito a Stazzema ricorda questi momenti con lacerante semplicità. L’avvento del fascismo non sconfisse, però, le forze popolari, che dettero vita, ad un forte e combattivo movimento di Resistenza, riconosciuto dall'attribuzione, all'intera provincia di Massa Carrara, prima in Italia, della Medaglia d'Oro al Valore Militare.

Termina qui il nostro peregrinare “fisico” e storico tra le erte viuzze di Massa, che tante vite hanno saputo accudire e celare, fino a renderle libere, come libero si fa lo sguardo quando dai monti scende verso l’aperto mare e si perde nell’infinito orizzonte, che al rosseggiare di ogni tramonto ci lascia sperare in una vita migliore. L’uomo paleolitico, gli antichi Romani, i Cjbo, i Malaspina, i Lorena, gli Estensi, i Sardi, i valorosi Partigiani, sono le ombre che vigilano il passato di questi incredibili luoghi e che forse non hanno ancora del tutto abbandonato la loro beneamata terra, per la quale hanno combattuto e eroicamente sono morti. Sono questi antenati: le pietre miliari di questa città; per questo non sembrerà strano, magari incontrare, tra quelle scoscese viuzze, qualcuno di loro che, di tanto in tanto, torna a far visita a questi terreni luoghi per i quali un tempo, senza lesinare, hanno dato coraggiosamente la vita !

Perciò, citate sinora in ordine cronologico, chi tra queste donne poteva essere la oggi eterea e disincarnata Dama Bianca? Ricciarda Malaspina (la capostipite), Elisabetta Della Rovere da Urbino (sposa di Alberico I Cybo Malaspina), Maria Teresa Cybo-Malaspina (l'ultima erede), Maria Beatrice (degli Estensi)?

© 2003 Monia Di Biagio.

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Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Mer Giu 29, 2016 11:21 am    Oggetto:  DAL CAPITOLO 5° AL CAPITOLO 9° - PARTE SAGGISTICA
Descrizione:
Rispondi citando

LIBRO "La Dama Bianca: storia d'un fantasma in cerca d'autore." A PUNTATE

(DAL CAPITOLO 5° AL CAPITOLO 9° - PARTE SAGGISTICA riguardante lo stesso tema: "Apparizioni paranormali, realtà o illusione?".)

-CapitoloV° Fenomeni Paranormali
-Capitolo VI° Paranormale: realtà o illusione?
-Capitolo VII° Percepire, un fantasma!
-Capitolo VIII° Come appaiono i fantasmi?
-Capitolo IX° La “sovrapposizione dimensionale”.

************

Capitolo V
Fenomeni Paranormali


Vi siete mai chiesti come vi porreste voi dinnanzi a un fenomeno paranormale? Sicuramente nel viverlo in prima persona, non potremmo far altro che essere spaventati, sbalorditi ed interdetti! Perché per la nostra psiche impreparata a tali distorsioni della realtà, la natura violenta ed improvvisa di questi rarissimi fenomeni, viene percepita come potenza incontrollabile, nella quale l’essere umano si smarrisce.

Ed è proprio in base alla impossibilità mentale di credere ed accettare un fenomeno paranormale, che dopo aver precisato che anche la città di Massa ha il suo bel Fantasma ed aver descritto il panorama storico, in cui “Colei che di bianco vestita appare”, ha un tempo vissuto, eccoci che siamo ora giunti nel cuore del dibattito, che vede come onnipresenti opposti: la Realtà e la Fantasia!

Di certo quando ci troviamo di fronte ad una apparizione eterea, ad un fantasma, non possiamo parlare di fenomeno normale o naturale come lo possono essere piovere e nevicare. Semplicemente perché i fantasmi, a differenza dell’acqua, al suo stato liquido o ghiacciato, non sono di questo mondo… O perlomeno non “dovrebbero”, più far parte della nostra “dimensione”! Ma invece ci sono! E allora? Allora fatto sta che l’uomo per farli propri e di questa nostra dimensione “reale”, ha voluto dargli un nome e ha coniato per questi particolarissimi avvenimenti e sovrumani incontri una terminologia specifica, li ha chiamati: fenomeni paranormali.

Avvenimenti innaturali, quindi, che fanno parte di questa realtà, perché in questa avvengono, ma non sono pertinenti ad essa, perché si tratta di fenomeni al di là del normale e dell’ordinario. Problema risolto!

Ma, per essere linguisticamente precisi, scomponiamo i due termini che formano questo intrigante binomio: la parola “fenomeno” in filosofia, indica “ciò che si manifesta al soggetto”. Il termine, che deriva dal greco phainómenon, che significa appunto “ciò che si mostra”, ovvero designa l’apparenza sensibile, sia che questa sia intesa come rivelatrice della reale natura degli oggetti, sia invece che sia concepita come ingannevole. Quindi ci siamo ed “i conti tornano”: “ciò che si mostra” può essere tangibile (reale natura degli oggetti) oppure no (realtà ingannevole). Ma prima di arrivare al concetto odierno di fenomeno, bisogna “passare” per Platone, il quale intendeva per fenomeno la semplice apparenza delle cose sensibili e solo quelle, e non di oggetti “non tangibili” che secondo lui erano solo “immagini e riflessi fallaci” delle idee sovrasensibili. Che avesse ragione?

Passiamo ora al secondo termine “paranormale” che, dando una sbirciata sul dizionario, viene così definito: (agg.) 1-In parapsicologia, detto dei fenomeni che si presentano non soggetti alle normali leggi fisiche e psichiche, propri di medianismo, telepatia, spiritismo e simili. 2-Che non è del tutto normale.

Trovarsi alla presenza di un fantasma, quindi, è un fenomeno paranormale? Sì. E questa risposta, che ora, avendo compreso appieno i due termini congiunti, potremmo darci benissimo da soli, ce la dà anche lo Studio che si occupa dei fenomeni cosiddetti “paranormali”, non spiegabili sulla base delle teorie scientifiche convenzionali, ovvero la Parapsicologia.

La Parapsicologia si occupa prevalentemente dell’analisi e lo studio di tutto ciò che è “percezione extrasensoriale”: cioè l’acquisizione di informazioni senza l’uso dei sensi, ad esempio attraverso la chiaroveggenza, la telepatia e la psicocinesi, la capacità di muovere oggetti senza ricorrere all’applicazione di forza fisica. Questo settore di studi, sempre più evoluto, trova il suo antenato predecessore nella “Ricerca Psichica”, dal nome della Società per la ricerca psichica appunto, fondata prima in Gran Bretagna nel 1822 e poi negli Stati Uniti nel 1884, sull’onda dell’interesse suscitato dalle sedute spiritiche e medianiche, e tuttora operante in entrambi i paesi.

Quindi, come Parapsicologia ci insegna, potremmo a questo punto affermare che tutti noi abbiamo la facoltà di percepire ed acquisire informazioni in ben cinque modi diversi, più un sesto, che è più sviluppato in alcuni di noi meno in altri, che ci da la capacità e la possibilità di percepire un qualcosa anche senza l’uso dei cinque sensi standard. E se veramente tutti siamo dotati di questo sesto senso, ognuno di noi potrebbe sentire all’improvviso e percepire quello che gli altri cinque sensi non hanno saputo cogliere, e trovarci così esposti alla presenza di ciò che appunto viene definito Fenomeno Paranormale!

Però credere nei “fenomeni paranormali”, ovvero iniziare a credere che ciò che abbiamo improvvisamente visualizzato o percepito sia reale, anche se tale oggetto non avremmo dovuto vederlo né percepirlo perché non del nostro mondo, ci fa sentire diversi e magari ci fa vergognare di raccontarlo a qualcun altro: perché? Forse perché, noi come esseri umani pensanti e razionali ci sentiamo così distanti e separati da questi fatti misteriosi ed incredibili, che capitano raramente e solo ad alcuni di noi, e che sfuggono alla sfera del nostro “normale “ vivere quotidiano, fatto di sola e pura realtà tangibile e non di esseri eterei. E quando allora ci capitano queste “strane cose”, che non necessariamente, prevedono esclusivamente l’apparizione di un fantasma, a volte infatti si tratta solo di “strane sensazioni” o inspiegabili coincidenze, ci sentiamo toccati da qualcosa che prepotentemente è entrata nel nostro mondo, che per così dire, ha invaso la sfera del nostro “normale vivere”. E non sappiamo spiegarci il perché o forse evitiamo di farlo, solo perché di quell’ambiguo accaduto abbiamo paura e questa paura nasce dal fatto di essere diversi da tutti gli altri, ai quali queste cose non sono mai capitate e che quando, invece, tu gli racconti con il cuore in gola la tua esperienza “fuori dai canoni”, magari scoppiano a ridere!

Ma allora cosa sono i fenomeni paranormali che tanto ci toccano e che così poco sappiamo accettare? Li dobbiamo considerare reali o semplicemente delle illusioni mentali? A darci un chiarimento, a tal proposito, può essere lo studio della “Percezione umana”.

Capitolo VI
Paranormale: realtà o illusione ?


Avete presente, una delle più note illusioni ottiche geometriche conosciute: quella del vaso di fiori, che a guardarlo bene ci si accorge, non si tratti solo di un vaso, ma anche di due profili umani congiunti? Io credo di sì. Anche se di illusioni ottiche ne sono state elaborate moltissime, sia a livello artistico che fotografico, proprio questa suddetta mi aiuta ad introdurre il discorso sulla percezione e l’influenza del contesto. Tema che non possiamo tralasciare di approfondire, prima di etichettare un qualsiasi fenomeno come paranormale: sia esso una realtà empirica, o un’illusione ottica creata a puntino dalla nostra mente attraverso i nostri occhi. E se non lo possiamo tralasciare è proprio perché il contesto in cui un oggetto appare influenza la nostra percezione. Ad esempio: proprio prendendo spunto dall’imagine proposta si potrebbe di certo notare che se sapessimo di essere di fronte ad una coppia di innamorati, vedremmo certamente i loro due profili che si sfiorano teneramente; ma se diversamente credessimo di essere davanti ad un tavolo, senza dubbio alcuno, scambieremmo i due profili per un bel vaso di fiori al suo centro! Ma queste sono solo scontate illusioni ottiche, ed è la nostra vista che ci inganna! Lo studio delle illusioni ottiche è stato condotto, principalmente, dalla psicologia della Gestalt, che ha creato numerose situazioni sperimentali relative alle cosiddette “illusioni ottiche geometriche”. Mentre in psicopatologia, cioè nello studio delle malattie mentali, questo termine si riferisce a condizioni di anomala reattività dei centri sensoriali della corteccia cerebrale, causata, ad esempio, da intossicazione o astinenza da stupefacenti oppure da privazione di sonno. Detto ciò potremmo dire di aver risolto il problema di etichettatura di un fenomeno paranormale, almeno dal punto di vista psicopatologico facendolo rientrare nella categoria “illusioni ottiche generate dal contesto”, soprattutto in quegli individui che mostrano una anomala reattività dei centri sensoriali… Invece no, non si può ridurre un fenomeno paranormale soltanto a questo, ovvero ad un' allucinazione, detta anche “percezione senza oggetto” !

Perché almeno nella nostra storia "l'oggetto" c'era ed era La Dama Bianca! E almeno nella nostra storia non si è trattato di quella che i dottori chiamano “Allucinazione senza oggetto”: nella quale abbiamo proiettato fuori dalla nostra mente, la gentile Dama e l' abbiamo posta sul nostro cammino, forse perché in quel momento sentivamo forte l’esigenza di vedere un fantasma! E se guardiamo l'altra faccia della medaglia, quella parapsicologica, ecco che subito ci viene mostrata una tesi diversa, quella che in molti chiamerebbero fenomeno paranormale, ovvero: l'apparizione di un fantasma burlone, probabilmente lo spirito di colui che tanti anni addietro, abitava proprio lì!
In questo senso ci accorgiamo che, Allucinazioni e Fenomeni Paranormali, sono divisi da una sottilissima linea di confine! Ed ecco allora che, forse, abbiamo quasi risolto l’enigma dettatoci dall’esigenza di etichettare tutto: un fenomeno può dirsi paranormale, perché noi lo percepiamo come tale! Ovvero quando noi consideriamo “ciò che ci si mostra” come “non normale”, “non ordinario” o “immaginario”. Ma chi dice che lo sia veramente “paranormale”? Forse noi lo consideriamo tale perché non possediamo termini di riferimento per attestare che invece si tratti di un fenomeno “naturale” ovvero un fenomeno normalissimo che noi “percepiamo” come “paranormale”, solo perché non abbiamo le capacità, la cultura, le conoscenze giuste per ritenerlo di questo mondo e perché: magari ci viene più semplice di dire che si tratti di “cose di un altro mondo”, di un mondo sovrasensibile, per non sentirci dei pazzi che proiettano dei film nella realtà circostante!

Ma se, invece, un mondo sovrasensibile realmente ci fosse? E se i fantasmi fossero una cosa reale, normale e naturale? Quando anch’essi o le apparizioni eteree saranno considerate alla stessa tregua del sole che ci scalda, della pioggia che ci bagna e che a volte con furia rompe gli argini dei fiumi e del vento, che a volte carezza delicatamente la nostra pelle, ma che può anche spazzar via in un sol colpo con ferocia tutte le nostre più radicate convinzioni? Forse solo quando ammetteremo che, anche difronte a fatti inspiegabili, stiamo ancora una volta semplicemente “percependo” la realtà.

Una realtà che non è quella scontata di tutti i giorni, ma una più particolare ed originale, che solo quando siamo più recettivi ed attenti riusciamo a cogliere, e che non per questo significa che non sia di questo mondo. Percepire significa essere vivi e vigili, quando non percepiremo più, beh… allora significa che siamo morti e forse… gli altri percepiranno noi!

Capitolo VII
Percepire, un fantasma!


Scherzi a parte e bando alle ciance, credo che ci siamo incamminati su un percorso minato da dubbi, che ci vengono imposti da due modi diversi di affrontare lo stesso argomento, che pur è fondamentale e caratterizzante di ogni essere umano: la percezione. E che non può di certo esulare dal fatto che alcuni di noi, forse troppi, abbiano "più che percepito" la Dama Bianca!
Allora facciamo i seri! Percepire, significa cogliere attraverso tutti i sensi a nostra disposizione, tutto ciò che ci circonda, materiale o meno. La percezione è infatti l’insieme di meccanismi attraverso i quali il cervello traduce in forma complessa stimoli semplici (ad esempio, ci permette, al cinema, di realizzare l'illusione ottica per cui percepiamo in movimento una serie di immagini statiche, proiettate a brevissima distanza una dall'altra). Gli studiosi concordano sul fatto che la maggior parte degli stimoli grezzi, non organizzati, derivanti dalla vista, dall'udito e dagli altri sensi, vengano “corretti” simultaneamente e automaticamente dal cervello in “percetti” (o esperienze utilizzabili).

La percezione si distingue di solito dalla sensazione, che si riferisce al risultato immediato e non elaborato della stimolazione dei recettori sensoriali.

Nonostante l’importanza che la percezione riveste per l’essere umano, i suoi processi sono tuttora in larga parte sconosciuti, a causa dell’impossibilità di ridurre il fenomeno a unità analizzabili e misurabili, e della difficoltà di riprodurre i dati ottenuti, che si basano in gran parte su resoconti soggettivi. Ed è da questo punto in poi che prende vita il dibattito sulla percezione di fenomeni che esulano dall'esperienza comune, ovvero quei fenomeni non analizzabili con i cinque sensi a nostra disposizione, ma con il famoso ed ancora troppo poco conosciuto “sesto senso”.

Questo dibattito ideologico, è costantemente diviso tra i sostenitori della fondatezza di questi “fenomeni extrasensoriali”, colti appunto dal sesto senso, e coloro che, facendo capo all'impostazione sperimentale-scientifica, pensano che detti fenomeni siano solo opera e messa in scena di ciarlatani. Ma alcuni fatti inspiegabili, quelli per così dire “naturali”, cioè non creati apposta e non voluti, molto spesso avvengono perché ci sono forze superiori alla razionalità umana e sfuggenti ad essa, che anche se non vogliamo ammetterlo fanno parte della nostra vita.

Sono forze, energie che ci circondano, che fanno parte di noi, (perché noi siamo energia racchiusa in un corpo materiale), ma che esulano dal nostro modo di pensare e di vedere la realtà, tanto da non riuscire a spiegare “l’inspiegabilità” del misterioso accaduto. Certo è, che è impossibile non rimanere stupiti dalla molteplicità di fatti inspiegabili che costantemente capitano nella vita quotidiana di ciascuno. Messi insieme potrebbero costituire prove statistiche; d'altra parte, l'uomo moderno, con la sua mentalità empirica, giustamente cerca la prova e la spiegazione di alcuni fenomeni, rifiutando modelli solo ed esclusivamente teorici preimposti!
Il problema però, non sta tanto nell’empiricità in se stessa e nella veridicità appurata di un dato fenomeno paranormale, ma capire “cosa c'è dietro tale fenomeno”... La psicologia, in tal senso, può essere di grande aiuto, poiché l'uomo ha un cervello che ha delle capacità oggi ancora poco studiate e sconosciute. Heinstein, diceva che “quando l’uomo riuscirà ad utilizzare al 100% il suo cervello, la mente diverrà energia pura”. La mente umana, infatti, ha delle potenzialità che potrebbero sia costituire il verificarsi dei fenomeni paranormali, sia stabilire a priori il terreno adatto sul quale poi questi fenomeni sovrannaturali proliferano. Infatti, probabilmente, siamo proprio noi a generare tali visioni irreali o quanto meno “insolite”, e forse, studiando meglio la psiche umana e i suoi poteri interni capiremo molto di più su ciò che è inspiegabile e molte porte si dischiuderebbero dinnanzi alle potenzialità della mente umana. Si dissolverebbero così, le numerose teorie che hanno rimarcato i limiti della mente umana, e che hanno spinto l'uomo a sentirsi impotente davanti ad ogni fenomeno inspiegabile e a credere ad ogni dannosa superstizione !

Questa è solo una delle due possibili teorie... Ma, come al solito abbiamo una pesante medaglia tra le dita e se guardiamo l’altra faccia si potrebbe dire che, forse, in questa vita non siamo soli, o meglio che la vita umana su questa terra non è fatta solo di persone vive in carne ed ossa, ma che oltre la materia tangibile di tutti i giorni, c’è anche l’energia! Che noi, spesso, non possiamo vedere, ma che comunque c’è, e continuamente danza intorno a noi.

Quell’energia che ci appare e ci solletica in tutte le sue forme, dagli impulsi elettrici che partono dal nostro cervello e comandano il resto del corpo, alla luce elettrica, ai byte di un computer, ed in tal senso anche a quelle energie che non hanno più nè carne né ossa, non sono ciò più trattenute da nessun involucro, ma che non per questo significa che non ci siano più!

Immancabile esempio. Quando scoppia una lampadina, l’energia che attraversa i sottili filamenti contenuti in quell’ampollina di vetro, scompare, sparisce, non c’è più? Visivamente è così, ma non effettivamente! Infatti quell’energia luminosa scompare perché, rompendosi la lampadina, noi non possiamo più vedere la luce che essa emette, in quanto tale energia luminosa non è più munita di un corpo “materiale” per essere vista, ma c’è ancora! Quell’energia è ancora lì, non è sparita per sempre, tanto è vero che noi per cambiare la suddetta lampadina, dobbiamo necessariamente prima riportare a “zero” l’interruttore, altrimenti o prendiamo la scossa o ce ne scoppia un’altra tra le mani!

Ecco, ora immaginiamo il nostro corpo umano come quella lampadina e l’energia che lo attraversa e lo fa muovere, come la corrente elettrica: quando il nostro corpo non c’è più, quando non ne resta altro che polvere, perché mi pare ovvio che siamo esseri mortali, e proprio come quella lampadina possiamo “romperci” per sempre, che fine fa l’energia che era in esso contenuta? Scompare anch’essa per sempre? O può darsi che continui ad esserci (proprio come nel lampadario) anche se non è più munita di un corpo?

La domanda a questo punto è retorica... Però, vi chiederete voi: non essendo più munita di un corpo, proprio come è successo per la lampadina, noi quell’energia non dovremmo più vederla perché impossibilitata ad emettere luce, almeno fino a quando non sostituiremo il mezzo corporeo per fargliela riemettere? Ed invece succede a differenza della lampadina che noi, a volte, le energie senza corpo dei nostri cari defunti riusciamo a vederle lo stesso, come può essere? Può essere perché di diverso dal “caso lampadina” non c’è proprio niente, infatti in questo frangente la “lampadina” di ricambio è rappresentata dal nostro corpo: Coloro, i quali non sono più carnali, (gli spiriti liberi dei nostri cari defunti) proiettano la loro energia “libera”, perché non più chiusa in niente di corporeo, la loro “luce” attraverso di noi che un corpo materiale ce l’abbiamo ancora!

Come se fosse la nostra mente a proiettare il loro “riflesso” tutto intorno, come se nel momento del fatidico incontro, noi “vivi” fossimo la macchina cinematografica dei “morti”, delle Anime altrui, e l’ambiente circostante la pellicola sulla quale queste immagini luminose, vengono momentaneamente impresse, ed appaiono reali come reale, ad esempio, è l’oggetto vicino al quale esse compaiono! Insomma è come se noi convivessimo continuamente con questi spiriti, queste energie libere di vagare in ogni dove, ed è per questo che mi piace credere che Noi e Loro facciamo parte della “medesima dimensione”!

Dunque detto ciò, posso concludere affermando, che noi siamo il “mezzo corporeo” di ricambio, che dà vita ai suddetti “fenomeni paranormali”, che poi di paranormale non hanno proprio nulla... Perché è solo una questione di Energia!

Capitolo VIII
Come appaiono i fantasmi?


Ecco la definizione che ci dà il dizionario di fantàsma (s. m.) :
1-Immagine creata dalla fantasia che non ha alcuna corrispondenza precisa alla realtà dei fatti: fantàsma poetico/Illusione. 2-Immagine di persona defunta rievocata dalla fantasia allucinata e considerata come reale. 3-Spettro, ombra: fantàsma notturno; SIN. Apparizione.

Insomma noi intendiamo i fantasmi come un’apparizione irreale, immaginaria, creata dalla nostra fantasia.

Ma allora perché l’uomo, su questa ipotetica fantasia ha innalzato “il quesito” per eccellenza, quello cioè che riguarda la vita dopo la morte? Se i fantasmi realmente appaiono, come possiamo divenire tali dopo la morte? Cosa c’è dopo la morte?

Questa domanda non solo da sempre ci ossessiona, ma ci spinge a credere che qualcosa di noi possa sopravvivere, l’Anima. E a conferma di ciò sta il fatto insondabile, che le anime tanto è vero che esistono, che noi “vivi” possiamo vederle e sentirle, quand’esse appunto, ci appaiono sottoforma di fantasmi! Così, anche grazie a questo possibile e ultraterreno riapparire, noi siamo certi di possedere un anima. E quando questa lascia il deperibile corpo, in rarissimi casi noi possiamo vederla ed essa ci appare sotto forma di figura aggraziata, sfuggente e non ben delineata, offuscata da una nebbia biancastra o carica di luce sprigionante energia, o addirittura a volte con un rinnovato aspetto “quasi fisico” ben definito!

Ad ogni modo nessuno di noi, può affermare con assoluta certezza che un Aldilà esista, e che noi racchiusa in questa corteccia carnale, abbiamo un’Anima non solo reale, ma a volte anche visibilissima; tranne coloro, che credono nell’Aldilà per Fede o coloro che hanno vissuto un’esperienza ultraterrena in vita, oppure coloro che hanno “incontrato” delle Anime, dei fantasmi insomma... E tutto ciò ci spinge a credere fermamente in una nuova vita dopo la morte.

Io sono tra coloro che ci credono per Fede, perché fortunatamente per la mia salute psichica, fantasmi non ne ho mai incontrati e neanche ci tengo!

Tranne la Dama Bianca ovviamente, ma l’incontro con lei non è stato un vero incontro paranormale, ma solo una “coincidenza virtuale”, o se vogliamo spingerci oltre il consentito un incontro paranormale via Internet! In effetti, io a lei “materialmente” non l’ho mai incontrata e colgo ora l’occasione per chiederle cortesemente di non oltrepassare mai la soglia che separa la sua dimensione, dalla mia... Se poi, in base a quanto detto sinora, di due dimensioni distinte si può parlare.

Inoltre trattando di questi argomenti, mi rendo benissimo conto, si va ad intaccare la sfera del Sacro con il profano! E se questo dovesse infastidire qualcuno, me ne scuso fin d'ora! Però, devo anche dire che non è possibile fare altrimenti, in quanto, tutte queste credenze, vere o false che siano, nascono proprio da quel Mistero della Fede, che la Religione ci insegna, della vita dopo la morte.

Ad ogni modo, fantasia o presenze reali che siano, parlando di fantasmi, potremmo stilare una vera e propria classifica sul “come” compaiono ai nostri occhi. In realtà, visto che io non mi occupo di Parapsicologia, soprattutto per la mia indole paurosa, e dato che in egual modo non ho mai pensato di fare la Ghost Hunter, in quanto alla prima apparizione ci rimetterei le penne, questa classificazione l’ho scovata sulla “rete”, elaborata probabilmente da chi è più coraggioso e ne sa più di me!

-Iniziamo con la più classica l’ Infestazione di luoghi aperti o chiusi che siano: i nostri colleghi inglesi chiamerebbero le infestazioni “hauntings” (dal verbo “to haunt” = “infestare”). In questo 1° caso lo “spettro infestatore” è assolutamente vincolato ad un luogo o ad un oggetto che hanno fatto parte della sua vita, ed è anche il più famoso ed il più classico di tutti i fantasmi. La casa che lo ospita è detta “haunted house” = “casa infestata”. Le infestazioni possono aver carattere maligno oppure essere del tutto inoffensive (e questo è, a dir il vero, il caso più frequente!). Caratteristica di questo tipo di Fantasmi è il loro comportamento: essi agiscono come se non si rendessero conto di “convivere” con esseri viventi! Avete visto il film con protagonista Nicole Kidman “The Others”? Beh, quello descritto nel film è proprio il caso in questione! A volte, tali presenze possono anche manifestarsi ai nostri occhi con lineamenti sfumati, in altre occasioni si presentano con tratti somatici ben definiti: spesso vengono addirittura scambiati per persone in carne ed ossa. Famosi, di questa tipologia di apparizioni, sono i rinomati casi delle cosiddette “Dame bianche” e dei “Monaci”, che sempre appaiono con una “fisicità” ben definita, quasi si trattasse di persone reali. Teatro delle loro apparizioni, però, non sono solamente le case o i luoghi chiusi: sono innumerevoli le segnalazioni di apparizioni in “luoghi aperti”, che ospitano parecchi spettri di questo tipo. Tra questi ad esempio: i campi di battaglia o i corsi d'acqua sembrano essere i più interessati al fenomeno, in quanto i corsi d’acqua, come la Parapsicologia ci insegna, sono come vere e proprie calamite, che attraggono le energie circostanti. Ma ad essere “infestati” possono essere anche determinati oggetti: porte, sedie, specchi, che spesso conservano i loro “strani poteri di appartenenza” anche se trasportati lontano dal luogo in cui in origine si trovavano. Ma qui mi fermo perché proprio ora, scrivendo quest’ultimo concetto, mi è venuto in mente che di là ho un Servizio da caffè Sheffild, in argento, dei primi del ‘900… Ops, ogni volta che lo lucido, ho sempre pensato a chi potesse essere appartenuto! Meglio sorvolare ed andare avanti…

-La seconda definizione invece è quella di Spiriti : questi sono le anime delle persone defunte che ritornano nei loro luoghi di origine per cercare di mettersi in contatto con i vivi. Invece i vivi per comunicare con loro sono soliti riunirsi in “sedute spiritiche” alla presenza di un medium. Storicamente, si dice che per prime furono due bimbe americane (le sorelle Fox) ad affermare di poter comunicare con gli spiriti mediante un alfabeto basato su colpi. E' da notare come questa tecnica abbia lasciato il segno anche nella nostra cultura. Pare infatti che derivi da questa tecnica il detto: “Se ci sei batti un colpo” !

-La terza definizione è Poltergeist, ovvero “frastuono momentaneo”: l’appellativo “Poltergeist” deriva dal tedesco “polter” (frastuono) + “geist” (fantasma). Il Poltergeist, infatti, è definibile come una “infestazione temporanea” caratterizzata da fastidiosi rumori, lancio di oggetti di ogni tipo, spostamenti di mobili ed altro ancora. L’autore del Poltergeist è una specie di spirito burlone che si diverte a spaventare gli abitanti delle case, per brevi periodi, fortunatamente! Uno dei casi più famosi storicamente, di Poltergeist, è quello noto come “La strega della famiglia Bell”: il fantasma, alquanto fastidioso, che infestò l'abitazione di John Bell nel Tennessee, nel 1817. Oltre al lancio di diversi oggetti, questa entità si dilettava a prendere a sberle tutta la famiglia. Non paga, si divertiva a strillare giorno e notte rivolgendo frasi volgari a John. Costui fu ritrovato morto avvelenato: qualcuno o qualcosa aveva segretamente sostituito il suo sciroppo con un liquido mortale. La voce della strega si sentì ancora in due occasioni: poco dopo la morte di John e durante il suo funerale. Nella prima circostanza usò questa espressione: “E' inutile svegliare Jack!! Questa volta l' ho sistemato una volta per tutte!”. Nella seconda circostanza invece: “Su, datemi del brandy!”. Anche in Italia vi sono diversi precedenti. Tra i tanti, particolare menzione va fatta riguardo ad un Poltergeist di Napoli che, dopo aver costretto una famiglia al trasloco, decise (tutto contento) di seguirla. Dicono che, l’ingombrante fantasma, fu visto ballare sopra ai mobili pronti per il trasporto e, tra un saltello e l’altro, lo si udì rivolgere ai poveri sventurati questa frase: “Mo' jammo a casa nova”!

-La quarta definizione è quella di Fantasmi familiari : Sono tipici dell'Irlanda (uno dei paesi più infestati in assoluto da questo tipo di fantasmi). A Dublino, li chiamerebbero “Banshee” (dal gaelico “bean si”= “donna fata”) e sono legati ad una determinata famiglia. Le loro manifestazioni sono davvero inquietanti per via dei loro lunghi e orribili lamenti notturni. Non appaiono molto spesso ma pare che il loro aspetto sia quello di una donna dai capelli rossi e occhi verdi. La caratteristica che li contraddistingue è quella di essere uditi solo dai componenti della famiglia e presagiscono un lutto imminente. Ma i Fantasmi familiari, sono presenti, in tutto il mondo, specie tra le nobil famiglie. Ad esempio, in Scozia, pare che la dinastia Airlie di Cortachy Castle, annoveri tra gli abitatori del castello, anche il suo bel fantasma, che di certo non intende passare inosservato, in quanto, ogni volta che si presenta loro, è accompagnato e preceduto da un assordante rullare di tamburo. Il perché di questa rumorosa apparizione, lo si trova nella leggenda che racconta la causa mortis, di questo fantasma. La storia racconta che un certo Lord Airlie uccise un giovane tamburino incastrandolo nel suo strumento musicale e facendolo precipitare dalle mura. Da allora il tamburo torna a suonare quando è prossima la morte di uno dei suoi assassini, generazione dopo generazione.

-La quinta definizione meno nota è quella dei Fantasmi di animali : ve ne sono davvero di tutti i tipi! Dagli orribili cani neri che infestano la torre di Buckholm nella valle di Gala (Scozia) a quelli più “mansueti” che abitano il mulino di Wilmington (Inghilterra) dove furono visti cani, gatti e conigli fantasma. Ancora: in Irlanda (presso Killakee) pare appaia il fantasma di un gigantesco gatto nero dagli occhi rossi. Secondo alcuni, in realtà, non si tratterebbe di un micio mansueto, ma dello spettro di un demone dell'antica organizzazione di streghe del diciottesimo secolo: l'Hell Fire Club. Ma i fantasmi di animali non sono sempre così spaventosi! Molto spesso sono segnalati spettri di gentili bestioline domestiche: si dice che l'australiano William Courtney, per molto tempo, sentì la sua cagnetta entrare nella sua stanza e sdraiarsi di fianco al letto. La cagnetta era deceduta pochi giorni prima l'inizio dei fenomeni.

-La sesta definizione invece è quella che mi affascina di più, ovvero quella dei Fantasmi di persone vive : ebbene sì! Non sono solo i defunti ad apparire. Capita, infatti, che un individuo ancora in vita sia visto in un posto, e magari ci si soffermi anche a parlare con lui, o a salutarlo perché non lo si vedeva più da tempo, e poi si viene a sapere che ciò non era assolutamente possibile perché, in quel giorno o in quel preciso momento, il soggetto era distante magari migliaia di chilometri impegnato in qualcos’altro. Il fenomeno è simile per certi versi alla “bilocazione” (quando, cioè, una persona viene vista in due posti contemporaneamente). Anche se un fenomeno estremamente affascinante, la bilocazione può mettere in seri guai, specie quelle donne legate sentimentalmente ad un tale, che in tutto e per tutto sembrerebbe assomigliare ad Otello: chissà se quest’ultimo crederebbero mai alla bilocazione della propria “dolce metà”?!

-La settima definizione è più complessa, ma per molti versi, è simile e legata alla definizione precedente, si tratta delle così dette "Apparizioni-annuncio di morte" : quando cioè persone vive e vegete ammettono di aver parlato, magari in sogno, con un loro caro o un loro amico pochi istanti prima, che questi lasciasse questo mondo! Le “Apparizioni-annuncio di morte”, nello specifico, sono le comparizioni di persone moribonde, nel momento stesso in cui stanno morendo, e che magari vengono a trovarci, anche se siamo a chilometri di distanza, per porgerci l’ultimo saluto! Se questo commiato dovesse avvenire in sogno, mentre stiamo dormendo, e l’“Apparizione-annuncio di morte” chiaramente ci annunciasse che è venuta a dirci “Addio”, noi di certo ci sveglieremmo di soprassalto ed in preda al panico, pensando di aver fatto un bruttissimo incubo, solo la mattina dopo squillerebbe il telefono e ci darebbero la triste notizia… Ma noi lo sapevamo già! Un po’ insomma come il cosiddetto “viaggio astrale”, quando noi volontariamente oppure no, facciamo sì che la nostra “anima” si stacchi per pochi secondi dal nostro corpo ed inizi a vagare per il mondo, fuori da noi stessi, magari andando a trovare amici e parenti lontani. Vi sono molte tecniche per farlo, ma io le sconsiglio vivamente tutte! E se l’anima non riuscisse più a tornare indietro? Sarebbe un “viaggio astrale”, molto astrale, ma senza ritorno!

-L’ottava definizione anche se può sembrare del tutto improbabile è quella dei Fantasmi di oggetti : si va dagli abiti antichi, alle armi, dagli aeroporti, ai galeoni. Sono segnalati hotels e case fantasma che compaiono o svaniscono senza lasciare la benché minima traccia della loro esistenza. Tra i tanti casi, vorrei citarne uno che ho trovato davvero curioso: quello dell' Autobus fantasma n°7 di Kensington Road a Londra. Si tratta del classico autobus inglese rosso e a due piani, ma questa volta con una sua straordinaria peculiarità: l’autobus n° 7, sono anni che non esiste più, perché è stato dismesso dalla circolazione cittadina. Però a notte fonda, c’è chi afferma di averlo visto percorrere indisturbato St.Mark's Road, quello stesso percorso, cioè, che il vecchio n°7, effettuava, un tempo, durante il giorno! Questo autobus fantasma, con le sue apparizioni improvvise, provocò, purtroppo anche incidenti automobilistici mortali e questo fino al giorno in cui il Comune Londinese, decise di allargare St.Mark's Road, ed il fantasma-oggetto n°7 scomparve definitivamente. Ma oltre il caso inglese ne esistono molti altri, il più noto, certamente è quello dell’ “Olandese Volante”, perché poi da racconto orale è diventato una bella pagina del Romanticismo musicale. Questa storia infatti, è diventata celebre grazie, anche, all'adattamento nell'opera “L'olandese Volante” (1842) di Richard Wagner. “Olandese Volante”, era il nome di un Vascello fantasma, descritto in una leggenda di mare della quale esistono numerose versioni. In una di esse, un marinaio olandese, insistette a voler doppiare il Capo di Buona Speranza nonostante le pessime condizioni meteorologiche. L’impavido marinaio, però, ad un certo punto venne preso dallo sconforto e dalla paura di non farcela a portare a termine la sua missione, e ripetutamente bestemmiò. Fu così che venne colpito da una maledizione, che lo condannava a navigare in eterno sulle acque intorno al Capo di Buona Speranza. Tradizione marittima vuole, che lo spettro della sua nave fantasma, aleggiante sopra l'Oceano, sarebbe di cattivo augurio per i marinai, che la incrociano sulla propria rotta. In un'altra versione, il marinaio è condannato a navigare senza meta, nel Mare del Nord, giocandosi ripetutamente l'anima in una partita a dadi con il diavolo, e perdendo sempre!

Come conclusione, a tutte queste definizioni metafisiche ed alle “storie-esempio” delle stesse, vorrei commentare spiegando il perché, ed a questo punto mi pare chiaro, non solo crediamo con fermezza, che torneremo da trapassati, nella dimensione dei “Vivi”, ma abbiamo anche stilato una lista dei modi in cui questo contatto ultraterreno avverrà: saremo fantasmi familiari, giocosi, spaventosi o rompiscatole, forse saremo già fantasmi un attimo prima di spirare, ci chiameranno i commensali d’un tavolo sul quale intrecceranno le mani demandandoci di “battere un colpo”, oppure appariremo spontaneamente. Forse compariremo, nello stesso momento in cui, ha deciso di apparire la nostra vecchia automobile rottamata o il nostro fedele amico a quattro zampe! Ma comunque appariremo, torneremo, e questo, forse, per l’esigenza personale di rivivere, per un attimo, quello che fu, oppure per far capire, a chi si ostina a non credere, che: i fantasmi esistono davvero! Ed un giorno (...più lontano possibile!) Noi saremo Loro! Ne consegue che, dobbiamo essere pronti a tale evenienza, accettando fin d’ora la norma generale delle presenze intorno a noi: ovvero che a volte è più facile vedere con il cuore ciò che non riusciamo a vedere con gli occhi!

Capitolo IX
La “sovrapposizione dimensionale”.


“Sfogliando”, poi, gli “annali parapsicologici” o magari rifacendoci semplicemente alla tradizione orale di questi “sovraumani contatti”, ci si rende presto conto che a complicare ulteriormente le cose, esiste anche un’altra tipologia di apparizioni, che fa sempre parte delle “Apparizioni spontanee”: la cosidetta “sovrapposizione dimensionale”. Apparizioni che non sono quindi spiegabili con la precedente teoria del “se ci sei batti un colpo!”, ma che avvengono spontaneamente, quando le due dimensioni, aldiqua e aldilà, si sovrappongono. In quest’ultime i fantasmi, vengono in contatto e possono interagire con i viventi, spontaneamente ed all’improvviso, mantenendo però una propria autonomia intellettiva e di movimento, appaiono cioè nel dato posto, dove “sfortunatamente” (perché quasi sempre ci fanno prendere un bello spavento!) ci troviamo noi, ma in realtà loro continuano ad essere nella loro personale dimensione e noi nella nostra. Chi ci ha capito qualcosa “batta un colpo!” Allora, vediamo, proverò a spiegarlo meglio: questo “spettrale contatto spontaneo” si dice avvenga, quando le due dimensioni “terrena” ed “ultraterrena” (se poi di due dimensioni distinte si tratta, forse è una unica come dicevo poc'anzi!) si sovrappongono, si mischiano, cosicché nello stesso luogo e nello stesso momento, Loro possono vedere Noi e noi, con grande timore e disappunto, vediamo Loro!

Riguardo questa teoria c’è anche chi afferma che questa involontaria “sovrapposizione dimensionale” avvenga solo in momenti stabiliti dell’anno, ovvero sempre negli stessi giorni degli anni precedenti. Appartenenti, sempre a quest’ultima teoria, sono anche le “Apparizioni improvvise o spontanee, di fantasmi di animali”. A dire che siano animali trapassati o “disincarnati” sono sempre le stesse definizioni, che ne dà chi afferma di averli incontrati o meglio di essercisi involontariamente scontrato: per prima la descrizione nebulosa e man mano sempre più fisica e distinta della loro sagoma; poi, il loro particolare portamento, non camminano, ma vagano, aleggiano, insomma non poggiando le zampe a terra; i loro occhi che o non ci sono o appaiono di una sovrannaturale luminosità; il fatto che appaiano improvvisamente, magari attraversandoti quando tu passi con la macchina, ed sempre improvvisamente scompaiano, così, quando, l’investitore, preoccupato, scende con il timore e la certezza di averlo ucciso, il povero animale sulla strada non c’è più, volatilizzato! Naturalmente, ciò porterebbe a pensare, in presenza di fantasmi di animali, che anche le bestie hanno una Anima. Affermazione che in ogni caso gli animalisti, come me, conoscono bene e pienamente condividono e che i cacciatori, invece, dovrebbero imparare!

E’ comunque, proprio questa Teoria Spiritistica, delle “Apparizioni Spontanee” e della "sovrapposizione dimensionale , che spiega e contraddistingue, anche il fenomeno delle cosiddette “Dame Bianche”, che molto spesso, almenoché non vengano chiamate dallo spiritista di turno, compaiono spontaneamente, in luoghi determinati, per ripercorrere i loro ultimi felici o infelici istanti di vita o per portare a termine ciò che non hanno potuto concludere da vive, perché uccise prima, quindi per vendicarsi o semplicemente portare a conoscenza del modo in cui è avvenuta la loro morte.

Ad ogni modo, la maggior parte di coloro che si sono trovati faccia a faccia, ripeto involontariamente con una Dama Bianca, sono fuggiti gambe “all’aria”; altri invece meno timorosi o forse solo più incoscienti hanno aspettato, e aspettato, e aspettato il momento propizio per incontrarle, riuscendo anche in alcuni casi ad interagire con loro, ad intercettarne le Loro voci o a registrarne le forme su pellicola. Di qui il conseguente numero, imprecisato e sempre crescente, di fotografie e di immagini inspiegabili, di sagome luminose o di scie iridescenti in movimento, che affollano i rullini dei parapsicologi e degli operatori sul campo. E quando questi scatti non sono e non possono essere dei fotomontaggi creati ad arte, inevitabilmente danno vita alle ormai ovvie, due catene di pensiero opposte: quella degli “iperscettici” per i quali si viene al mondo, si vive in una valle di lacrime e si muore, stop; e l’altra dei “fermamente convinti” che credono a quelle foto e che, su 365 giorni l’anno, almeno la metà li passano a contatto con l’altra dimensione! Tuttavia, battute per minimizzare a parte, il fenomeno degli avvistamenti è, e resta interessante, non soltanto perché rappresenta da sempre un attacco alla razionalità umana, ma soprattutto perché in alcuni casi i contatti e le apparizioni paranormali non sono effettivamente spiegabili.

Nonostante gli attacchi del Cicap – l’associazione che vigila sulle truffe di falsi di esoteristi ed ufologi – (e menomale che c’è il Cicap, se no per molti versi, quello del guadagno economico a discapito dei creduloni, soprattutto, ci ritroveremmo a vivere nel “paese dei balocchi”!) molte volte, dicevo, neanche la scienza è riuscita a spiegare proprio tutti i casi di apparizioni di figure inquietanti o di volti traslucidi impressi in una fotografia, che ritrae uno spettro. E nonostante diverse associazioni scientifiche cerchino, continuamente, evidenti prove di contraffazione e di menzogneri avvistamenti, perlomeno il caso delle Dame Bianche, ovvero come detto prima i casi di “apparizioni involontarie”, non sono ancora stati smentiti, ma al contrario da più persone comprovati! Così, leggenda o realtà che siano, sono entrati a far parte del nostro vivere quotidiano, del nostro sentire, della nostra Fantasia, della nostra tradizione folkloristica, e della nostra cultura di esseri umani! Ed il fatto che queste “apparizioni spontanee”, possano rappresentare la conferma dell’esistenza di una realtà parallela della quale, evidentemente, le Anime sanno riconoscere il varco limite, passando senza problemi da questa alla nostra, continuerà ancora a lungo a solleticare la nostra immaginazione ed accrescerà la nostra voglia di sapere se esiste davvero l’Aldilà e se questo in qualche modo possa rappresentare o meno un Universo Parallelo al nostro!

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