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Sito Letterario & Laboratorio di Scrittura Creativa di Monia Di Biagio.

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Il Diario di Roberto (Miaghi)
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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:44 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Miaghi - Inviato: 20 Ott 2006 11:42 pm - Oggetto: [narrativa diaro] margine di anima (anyway the wind blows)

Sai quante volte mi sono domandato se hanno un senso le speranze?
Tu che hai goduto della vita e che hai fatto godere, mi spieghi cos’è un sogno?

Dimmelo ti prego.
Ché io mi sento diverso.

Tu sai cosa significa avere un’anima al margine?

Aiutami a capire perché sono prigioniero di un mio paesaggio, e poi dimmi come si fa a fuggire anche dalla realtà. Apro gli occhi e guardo in alto, per sognare su un'ipotesi celeste.

Non merito compassione. Entro nella vita con la stessa facilità con cui ne esco. Esco ed entro da una passione allo stessa maniera. Le mie porte ogni volta aprono un varco sul nulla e senza domandarmi il perché, in punta di piedi, con le scarpe in mano, vado via.

Nessuno mi ha mai visto piangere. Non c'entra nulla l'orgoglio. Le mie spalle hanno sempre difeso questa mia debolezza solinga. Non ho mai atteso uno sguardo.

Sento il vento soffiarmi sul cuore. Le mie lacrime si asciugano. Crepe di umore stringono la mia anima. C'è una crosta spessa intorno alle mie emozioni. Ruvida la mia anima si abitua e smette di sperare.

Disperare.

La giostra deve girare, ché la vita si nutre di sorrisi. Ha fame e non ha neanche una briciola per premiare i nostri sogni più digiuni.

Sai Freddie, ho abbandonato un'amica, ho preso la mia pistola caricata a parole, l’ho puntata alla testa, sparando promesse a bruciapelo, senza guardarla in faccia, poi l'ho lasciata morire dissanguata da bugie profonde.
La vita è appena iniziata quando io sento di dover andare, da una porta sul nulla, per buttare via tutto di nuovo.

Non ho intenzione di far piangere nessuno, non volevo ferire nessuno. Ma non credo che riuscirò mai ad essere me stessa.
Si potrebbe far finta di niente, tirare avanti, e cantare che lo spettacolo continua.

Te la ricordi quella canzone? Sei morto mentre la scrivevi. E io sono tornato a sperare di vivere cantandola all’ombra della tua voce. Piangendo, di spalle a tutti. E non mi sono mai sentito un sciocco.

La musica è l’unica cosa che non ti tradisce mai. Ti rende giustizia anche quando non ci sei più.

Lei è l’unica che non ti ha tradito, Freddie. Lei continua ad amarti, per quello che sei stato. Senza giudicarti.
Ce le ho qui le tue canzoni, strette in pugno. E aspetto di incontrare anime arse con cuori avidi di emozioni per donar loro almeno una canzone.
Perché una basta a sopravvivere fino a che non ne trovi un’altra.

Ci sono Freddie. Ci sono ancora certe persone. Le vedi. Hanno pelle trasparente, un cuore di velluto e pensieri che profumano. La ricerca è difficile. Ma ci sono.

Non posso morire, non adesso. Ho parole pericolose da sotterrare.
Alcuni giorni penso che sarebbe stato meglio non fossi mai nata.

Meno chiacchiere.
Meno cazzate.
Meno speranze.
Meno delusioni.
Nessuna morale.

Nessuno a raccontarmi favole da farmici abitare con i miei sensi di colpa, quando piegavo il collo, con le lacrime, a soffiare sulle mie ali ferite dalle mie mani che strappavano le piume della mia soffice diversità.

Ora è tardi, non so più volare, fa male la sola idea. Una porta mi attende. I miei piedi pazienti mi portano via, verso il nulla. Di spalle verso le mie lacrime.


Non posso sopportare ancora pietre. Non posso tollerare parole di amore. Sputi in faccia. Non posso pensare di dover morire. Ho parole pericolose da dimenticare.

Tutti possono comprendere che alla fine non importa. Niente sembra più importante, almeno per me.

Com’era quel finale Freddie?

Anyway the wind blows…

freddie dark.JPG

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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:44 pm    Oggetto: Adv






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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:46 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Monia Di Biagio - Inviato: 28 Nov 2006 12:23 pm

Questa tua pagina di "Diario" caro Rob, me l'ero proprio persa...

E solo leggendo: "Aiutami a capire perché sono prigioniero di un mio paesaggio, e poi dimmi come si fa a fuggire anche dalla realtà. Apro gli occhi e guardo in alto, per sognare su un'ipotesi celeste. Non merito compassione. Entro nella vita con la stessa facilità con cui ne esco. Esco ed entro da una passione allo stessa maniera. Le mie porte ogni volta aprono un varco sul nulla e senza domandarmi il perché, in punta di piedi, con le scarpe in mano, vado via."

....Mi son già, rimproverata quanto e forse troppo a lungo, mi son persa di te!

Io sono una, voi siete tanti. Ma quando leggo pagine come questa, ancora una volta ringrazio il cielo per aver utenti preparatissimi e straordinari come voi sul sito.

E poi leggerti, leggerti e leggerti ancora....Solo questo mi basta senza altro aggiungere. Perchè leggendo quello che scrivi, basta: "un a te invisibile cenno del capo" per dirti quanto sono con te!

P.S. Grazie della bellissima foto allegata!

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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:47 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Miaghi - Inviato: 28 Nov 2006 01:42 pm

non sono un utente preparato, credimi... al limite mi riconosco istintivo...

comunque grazie... ma in tal caso i meriti sono da condividere con chi è padrone delle emozioni

rob
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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:48 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Monia Di Biagio - Inviato: 28 Nov 2006 05:44 pm

smile 20 "Il padrone delle emozioni" in questo caso sei tu Rob.

So che sei un istintivo. Che così ami definire e descrivere ogni tuo scritto, sia ch'esso sia poetico o di narrativa, ma la tua preparazione mentale si coglie COMUNQUE tutta!

smile 3 E qui non sto parlando solo di cultura scolastica. Sto parlando di preparazione&predisposizione dell'anima e della mente. Tu da questo punto di vista sei preparatissimo!

Ogni tuo brano è un divenire. Spero almeno questo lo accetterai, perchè non posso non dire la verità! Anzi te lo avevo già scritto altrove: ogni tuo neologismo, modo di esprimere concetti e frasi, suscita in me non solo interesse, ma soprattutto stima, per come scrivi....OK stop, mi fermo, pur di non turbare il tuo amor proprio...

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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:51 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Miaghi - Inviato: 16 Ott 2006 08:32 pm Oggetto: [narrativa diario] ombre albicocca

L'aria, quella con le mani fredde, scende in spiaggia alle sette di sera.
Ombre albicocca scivolano dall'acqua surfando fino al Bar.
Il mare bluffa a poker, rilancia sempre, e ogni volta vince, portandosi via le puntate di passi curiosi, venuti a vedere il suo gioco.

I bimbi fanno il loro gioco.

Gli ultimi ombrelloni rimangono aperti a proteggere il sole dall’ombra.
Alcuni vecchi scambiano sempre le stesse opinioni e si meravigliano di come oggi suonino così diverse.
Due fanciulle si tengono per mano in riva al mare, hanno dita gentili, occhi di speranza per l'Uomo, un corpo d'ebano per Saffo, un cuore fragile in due.

Alcuni ragazzi tracciano una pista di sabbia col culo di Luisa. Biglie di plastica fremono per un Giro d'Italia in punta di schicchera.
Un tipo raccoglie pensieri su un quaderno a quadretti, l'odore di mare inebria ogni suo sospiro, i polmoni catturano speranze tradite, il naso le richiama, la bocca le bacia, fischiandole via. Sputando orgoglio.
Un bacio sensuale svela l’istinto di un progetto a matita.
Un tizio grottesco si veste di assurdo e sfila orgoglioso perdendo riflessioni dalle tasche bucate.
Giocattoli esausti fanno il bagno e salutano la sabbia ch'è tempo di dormire.

Qualcuno corre per sportiva abitudine, un altro corre e fugge, per abituarsi alla vita.
Una ragazza, pelle di tamarindo, ricama fili d'oro, coltiva fiori di cotone e disseta i sogni di chi ha atteso il tramonto.

Un bimbo afferra un granchio e piange. Il granchio urla che ha afferrato un bimbo. "Tutto è relativo" dice la tellina nel secchio dell’uomo con la canottiera rossa, che morirà di infarto, quando Dio, che l'ama, avrà pescato il suo numero.

Un aereo traccia una riga bianca in cielo, un poeta inconsapevole ci sottolinea un’idea.
Davanti a quella linea volano speranze, prima di quella linea son partite vacanze, sotto quella linea sinistre danze.
La vita sa della morte e festeggia senza invitarla. La morte che sa della vita va a tutte le sue feste.
La vita chiude gli occhi e noi, viviamo, umani e sciocchi.

E’ l’indifferenza che nutre l’abitudine. E’ l’abitudine che nutre lo spettacolo di morte. E’ lo spettacolo di morte che parla della vita. E’ la vita che gioca a testa o croce con tutti noi. Siamo noi che coltiviamo indifferenza. E l'indifferenza che nutre l'abitudine...

Il sole scende in acqua.
Come arancia premuta sparge il suo succo fecondando la dea del mare, che sarà madre orientale del sole di ogni mattina.
La luna, che sa, detta rime che le onde vengono ad ascoltare alzandosi in piedi sull’acqua.
Sulla spiaggia case tristi vomitano persone. Il sole, pietoso, copre il loro pudore avvolgendo lo squallore con un abbaglio. E tutto sparisce in un buco nero di soul-itudine. Il silenzio in un intorno si pettina e stringe nel pugno il brusio universale. E il nulla è come mani di geisha sulle tempie.

L’artistoide ha in ostaggio due versi. Li osserva in trappola, come api in barattolo, parole in cattività. Apre un varco, li lascia respirare e infine volar via. Ché siano per tutti.
Le nuvole all’orizzonte si promettono ai golosi e si macchiano di tramonto come panna col caffè.
Un tatuaggio parla di malizia insinuandosi nelle grazie di un angelo. Il suo corpo è una scorciatoia per il paradiso. Ci puoi andare più volte.

Quell’uomo alza lo sguardo dalle sue cose, chiude il quaderno, lascia un dito a segnar pagina, morde la penna e cerca la parola caduta nell’inchiostro di una sua intuizione.

Riflessi di luna,
pennelli di smalto,
per unghie di asfalto,
che graffiano rabbia,
su storie di sabbia.

Un altro tramonto,
di meraviglia abusa,
un sipario rosso-mare.
Straordinaria chiusa.
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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:52 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Monia Di Biagio - Inviato: 19 Ott 2006 06:14 pm

smile 20 Veramente sempre molto belle e gradevoli alla lettura, queste tue pagine di Diario. Ben scritte e legibilissime.

Queste che vado a riproporre, stavolta tra le tante, le frasi che più ho apprezzato, in questo testo, gentilmente costruito di splendide metafore:

"L'aria, quella con le mani fredde, scende in spiaggia alle sette di sera."

"Due fanciulle si tengono per mano in riva al mare, hanno dita gentili, occhi di speranza per l'Uomo, un corpo d'ebano per Saffo, un cuore fragile in due."

"Un tipo raccoglie pensieri su un quaderno a quadretti, l'odore di mare inebria ogni suo sospiro, i polmoni catturano speranze tradite, il naso le richiama, la bocca le bacia, fischiandole via."

"Una ragazza, pelle di tamarindo, ricama fili d'oro, coltiva fiori di cotone e disseta i sogni di chi ha atteso il tramonto."

"Un aereo traccia una riga bianca in cielo, un poeta inconsapevole ci sottolinea un’idea."

"Il silenzio in un intorno si pettina e stringe nel pugno il brusio universale. E il nulla è come mani di geisha sulle tempie."

"L’artistoide ha in ostaggio due versi. Li osserva in trappola, come api in barattolo, parole in cattività. Apre un varco, li lascia respirare e infine volar via. Ché siano per tutti."

"Un tatuaggio parla di malizia insinuandosi nelle grazie di un angelo. Il suo corpo è una scorciatoia per il paradiso. Ci puoi andare più volte."

smile 3 Bella anche la chiusa, specie nella prima parte, forti gli autocomplimenti che ti fai!

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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:53 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Raffa - Inviato: 19 Ott 2006 09:54 pm

Miaghi è partito in sordina ma sono un crescendo di emozioni i suoi scritti!
Davvero coinvolgente!


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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 1:57 pm    Oggetto:  Il Diario di Roberto (Miaghi)
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Autore: Miaghi - Inviato: 14 Ott 2006 12:30 am - Oggetto: [narrativa diario] - una volta

C’era una volta.
E già questo potrebbe bastare.
Una volta. Una di quelle di velluto blu, che profumano di cacao. Tiepide, con un vento che sa di miele e mandorle, dolcemente fastidioso, come il torrone, appiccicoso, e come la voglia di vivere che si attacca alle mani e non c’è modo di lavarla via a freddo.

Ricordo quella volta.
Una chitarra sotto braccio, le dita che stringevano il plettro, gli sguardi ritmati che frugavano i segreti di una fanciulla. La poesia nei pensieri più proibiti e il sangue che profumava di vita sudata. Ti eccitava l’idea di fare uno show. Ti sentivi vivo. Gli occhi di lei erano una platea enorme. Gli occhi di tutti gli altri un sogno esagerato.

Tiri su il sipario e fai il tuo show recitando pezzi e improvvisando con un gobbo di entusiasmo a suggerire di osare. Elargisci brandelli di vita, lo fai per un sorriso, mica gratis, certo il prezzo è alto. Ma tu sei un bimbo. Li spendi subito, inutile farne tesoro.

I sorrisi abitano in un attimo. Meglio comprarci una caramella che pagarci pegno per un nichelino di tristezza.

Sei entusiasta, hai l’anima che strappa i bottoni della tua camicia, ti senti forte, puoi far godere Lei, la vita, la femmina più bella. E continui, non risparmi né muscoli, né affanno, finisci il tuo canto gioioso, attendendo però che sia la Vita a godere per prima.
Sei un’esagerazione di parole, urli timido violente frasi al cielo e glie le richiedi indietro vistate, per donarle ai presenti rimasti a bocca aperta, con le mani vuote, senza neanche un pezzo di torrone.
Alla fine ti rimetti seduto, a guardare il cielo, a contemplare lei, che respira la vita e inala quel silenzio di sguardi donando col suo seno una forma così buona e tonda a quell’aria dolciastra che ti ha ubriacato, e che prima stringevi in mano, strozzandone molecole, quando con un pugno dichiaravi battaglia alla noia, tu guerriero disarmato, disarmante, fante di battaglie vigliacche contro nemici già sconfitti almeno dalla farsa.

C’era una volta costellata di nocciole bianche, stelle di sapore per desideri golosi. Amori giovani e sesso così vicino che potevi sentirlo, non immaginarlo, desiderarlo forse, e che ti spaventava.

C’era una volta un tipo solo che guardava le stelle e girava lo sguardo per non incrociare il suo che guardava a sua volta un cielo costellato di altri dubbi.

C’era quella volta una domanda silenziosa. Ti chiedevi se tra tante stelle, si sarebbe mai staccato un desiderio d’amore, o almeno una qualche briciola di sesso, senza pretendere l’intero cielo, ma solo un po’, un abbaglio, bello per un attimo, destinato a spegnersi, senza illuminare nessuna storia emotiva, per pagarci una scopata e raccontare poi al clown della vita oltre l’orizzonte di quel gommone.

C’era una volta. La tua volta. E sotto ci volevi tutti e tutto. I sorrisi, un bacio, la musica. Le stelle. Le speranze. Le trasgressioni. La tua morale. Il tuo mondo.

C’era una volta capace di contenere tutto e tu, piccolo uomo, incapace di comprendere, ma in grado di disegnare con un dito quella stessa volta e di raccoglierla in un solo sguardo, e nasconderla dietro le palpebre.

C’era proprio quella volta, la ricordo, arcoscuro su una spiaggia e c’era quella spiaggia, ma solo di notte, di giorno non esisteva. I suoi grani erano gargoyle di perla, messi in fila circolare da mille collane di amici segreti, uniti mano nella mano a cingere il collo del signore dei massimi sistemi, e che di giorno sparivano in attesa di brillare di meraviglia di fronte allo spettacolo lungimirante delle stelle.
Quelle stelle che ogni notte giocavano a scambiarsi il posto costellando disegni molteplici e lasciando agli occhi incoscienti convinzioni stolte circa verità equazion’abili.

Parabole e rette, unione di punti, settimane enigmatiche e penne incredibili capaci di unire stelle lontane vite di luce.

Ma ogni notte, ogni volta, quella spiaggia, tornava al suo posto, donando sabbia fine e pensieri di luce stenografati in un cielo di stagnola, ripiegato intorno ad ogni cerchio a proteggere la magia e a lasciar fuori l’avidità di chi vuole scartare il sistema prodigioso e farne un sol boccone per goderne da solo senza raccontare nulla, lasciando che certi attimi e certi sapori diventino segreti.
Permettendo loro di morire incoscienti in una abusa e distratta solitudine.

Ogni notte una spiaggia scolpisce conchiglie di passi, nuovi e antichi, con la stessa arte, e ogni volta lascia ad un’anima la sensazione di aver trovato un motivo al suo giungere sul ciglio di quel ultimo granello.
Il mare che sussurra curiosità nel buio è una clessidra. Custodisce da una parte sabbia, dall’altra acqua. Li scambia per misurare il tempo, li mescola per realizzare castelli.
Il cielo versa gocce di cristallo in calici di roccia incastonati sulla sabbia e illumina la sete di chi vuol brindare con succhi di frutta, sputando nella terra fertile semi di alberi portentosi le cui radici cercano il cielo, formando reti a salvare i sogni di chi avendo osato, cade povero lui dal trapezio portandosi dietro le stelle cui aveva legato la propria corda.

una lacrima,
triste,
pesa
se insiste
non ha umore,
non bagna
va dal cuore
e si lagna.


- Allora vai amica mia? Devo temere tu sparisca?

- No che non sparisco, semplicemente mi intristisco, ecco tutto e una penna triste ha inchiostro solo per pagine segrete.

- Pagine? Come farò a trovare quelle giuste? Mi bagnerò il dito mille volte con la lingua. Ne sentirò forse, nel nome della prosa, il sapore? Ogni volta sarà come un bacio a quell’amore particolare che nutre di empatia certi sentimenti. Ogni volta, come questa volta, di questa notte.

- Le persone non spariscono, amico mio, solo che le spiagge a volte sono sogni da cui ci si sveglia. Devo uscire da questo cielo di stagnola. Scartare anche questa ipotesi piacevole e vivere una realtà che mi allontana da te e da mille altre cose ancora. Come anche l’amore, di cui ti ho sempre detto raccontandoti il mio nulla.

- Già, l’amore. Ed io che faccio per aiutarti amica mia. Ti trattengo forse? Così aiuto solo la mia voglia di star in armonia con le persone. Io faccio volare in aria i cuori, li inzuppo di parole e di storie, ma non posso dipingerli di amore, né ungerli di oliogrammi e così neanche posso far nulla con il mio, per potertelo prestare, se ne hai bisogno. Io sono solo tuo amico. Solo. E sono costretto sotto questa volta. Se fuggissi sarebbe un’altra volta e questa quindi, come questo racconto, non avrebbe più senso.
Questa spiaggia è sabbia mobile per le mie intenzioni. Ogni passo a fuggirne è azzardo pericoloso per chi come me vive nutrendosi del passato.
I ricordi amica mia, loro mi ingannano e mi convincono che sto continuando a vivere.
Prendi questa mia conchiglia. Lo senti il mare? E’ una bugia. Eccolo li il mare. Segui il mio indice, tra le note del buio. Lancia un sasso. Segui il suono, affonda una conclusione e bagna le tue disillusioni. Sei tu che vuoi sentire il mare dove preferisci e lo infili addirittura in una conchiglia. Eccola la magia.
Così fai con me. Ma io sono qui. Solo questa volta, sotto il tuo sguardo, solo per questa volta. Non cercarmi altrove.
Sarò ancora qui a cantare quando troverai amore e passione. Quando fonderai le due cose, ti prego parlamene e raccontamele con la tua arte. Berrò volentieri quel cioccolato caldo. Soffrirò di invidia perché sono uomo, ma sarò sazio di gioia perché ti voglio bene. E piangerò in disparte perché ho due maschere. Una la metto per guardarmi allo specchio.
Ci sarà la mia chitarra. E sarò triste e felice. Un'altra volta ancora. Avrò un cerchio tutto mio. Bagnerò la sabbia con le mie lacrime. Scalderò l’aria con la mia gioia e camminerò sul mare questa volta, per fuggire in una direzione qualsiasi.

- Come posso lasciarti se mi dici questo amico mio? Io ho le mani fredde e ho bisogno del tuo calore.

- Tu amica mia sei una lucciola. Offendi il buio solo perché esisti e puoi chiedere alle stelle di batterti le mani
Io devo tuffarmi nel buio per capire quanto possa significare un pensiero di luce, come lo chiami tu. Devo andare, perché possa sentire il desiderio endemico di tornare. Devo deludere il mio cuore se voglio che sia pronto ad amare ogni volta, ancora una volta. Troppa presunzione uccide la considerazione della vita. E io non voglio presumere di meritare la tua luce, amica mia.
Quando vorrai mi troverai qui a raccogliere stelle cadute perché si sono allungate troppo sulle nostre storie. Le stelle sono curiose e sono fragili. Appesantite dai desideri, cadono a terra e si spengono. Diventando mortali perle di sabbia.
Mi piace credere che qualcuno possa star bene, anche solo un istante. Ho studiato le leggi dell’economia ed ho imparato che la cosa più grande che possa fare un uomo è trasgredire una formula, produrre qualcosa senza dover necessariamente pretendere nulla in cambio. Un uomo giusto deve essere cosciente di non aver nessun vincolo contrattuale con la propria morale. Ogni Uno è libero di decidere se vendersi o se donarsi. E purtroppo non esistono libri scritti che spiegano quanto guadagni colui che sente gli spiccioli di luce tintinnare nel suo umore sapendo che altrove delle persone sorridono per un motivo qualsiasi, o piangono per una gioia che non è costata neanche un perché.
Io sono l’uomo più ricco amica mia. Purtroppo i miei spiccioli di attimi non me li cambia nessuna banca. E ne posso spenderne solo pochi alla volta, non posso inflazionare la meraviglia.
Lo hai mai visto un clown a saldi? Io sono un clown ormai senza mercato e non trovo scaffali che tengano su il mio amor proprio. Supermarcato, supermercato, super mercante di fumo.
Io sono colui che sa d’esser poca cosa e di questa me ne riempio le tasche, come zavorre di sabbia, per rimanere coi piedi per terra, perché bolle di sapone, gonfie di sogni, cucite alla mia pelle con trame di stoffavolosa, mi tirano su e mi lasciano camminare oltre la mia volta, troppo lontano dalla mia mediocrità. Ma io non merito di volare. Tu invece amica mia puoi farlo un giro.
Vola via. Soffio. Lasciati andare. E goditi la giostra.
Questo è il mio regalo per te.

- Non so cos’altro dire amico mio, solo che certe volte le cose della vita sanno d'estate, sanno destare sensazioni, come due amici che non si preoccupano di scrivere o parlare bene e sorridono perché sentono di stare bene insieme.

- Vedo che hai capito. Credo sia questa la magia. Sorprendere se stessi leggendo i propri pensieri. E quando un amico si meraviglia a sua volta, significa allora che due anime simpatiche, per un attimo, si sono sovrapposte, volendosi bene, specchiandosi, trovandosi.
Capisci ora cosa significa scrivere, raccontare, osservare, dire, indicare? Semplicemente prendere un attimo e impedire che cada nell’oblio. Prendere una stella e impedire che cada nel mare. Prendere la vita, in un angolo qualsiasi, e impedire che sia giudicata banale. Prendere un amico e tenerlo per mano. Prendere una passione e farla godere, magnificandola.
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Mi riesce più facile scrivere di vita che non viverla
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