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Sito Letterario & Laboratorio di Scrittura Creativa di Monia Di Biagio.

"Scritturalia" è la terra delle parole in movimento, il luogo degli animi cantori che hanno voglia di dire: qui potremo scrivere, esprimerci e divulgare i nostri pensieri! Oh, Visitatore di passaggio, se sin qui sei giunto, iscriviti ora, Carpe Diem!

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Il Diario di Luigi Zagaria
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Luigi Zagaria








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MessaggioInviato: Lun Dic 19, 2005 8:25 pm    Oggetto:  Il Diario di Luigi Zagaria
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Autore: Luigi Zagaria - Inviato: 19 Dic 2005 08:25 pm - Oggetto: L'evento.

Accade troppo spesso, che faccio uso della doccia per distogliere di dosso tutte le energie negative che attaccano il mio corpo, e mi fanno sentire un uomo solo, un uomo attaccato da ogni qual si voglia impurità che imputridisce il mio esile modo di essere.

Il sabato mattina dedico tutto il mio tempo a me stesso, dopo aver accorciato come faccio di solito solo nel fine settimana la mia barba rossa, sorseggio il mio caffè nel mio studio, accendo subito dopo la mia solita sigaretta, e mi crogiolo ascoltando il mio disco preferito Vivaldi con le sue quattro stagioni, accendo il mio computer e collego la spina del modem a quella del telefono, e ascolto il consiglio di un mio amico che mi dice di quanto sia interessante chattare, cioè parlare via etere, comunicare con un infinità di gente che seduta chi sa dove si mette in contatto con te fin dentro casa tua. Gli telefono, e gli chiedo come fare per scegliere la “stanza”, ovvero quel luogo dove tante persone simbolicamente s’incontrano e si parlano a turno, e ciascuno da la sua risposta, o propone l’argomento di cui discutere. Mi consiglia, mi indica come fare, e così, meravigliosamente accade che mi tuffo in questo mondo a me sconosciuto e del tutto nuovo.

Mi connetto con un sito qualsiasi e scelgo l’opzione chat, subito dopo mi appare un elenco infinito di indirizzi da scegliere, mi colpisce uno in particolare, Angeli! Mi piace l’idea di parlare con un improbabile e fantomatico angelo, clicco due volte e sono già bello che entrato nella stanza, ci sono tanti partecipanti, con tanti nomi strani, nikname si chiamano così, in videata mi appare tutto quanto si dicono, e mi accorgo che si parla di tutto, tranne che degli angeli, sono curioso, leggo quanto si scrive, e subito dopo accenno ad un saluto, un infinità di ciao, mi appaiono in video, tutti che mi salutano, e cominciano a chiedermi da dove dgt? Dgt? Cosa vorrà dire? Poi scopro che si tratta del codice fiscale di digitare, così rispondo che dgt da Trani. Anni? Rispondo 33, m o f? M o f? Cosa vorrà dire? M o f? ci penso su un attimo, qualcuno mi ripete ancora la domanda, penso che forse devo procurarmi un vademecum del buon chattatore, mi chiedo se esistono in commercio, ma con un po’ di fantasia, comprendo che mi stanno chiedendo se sono maschio o femmina, allora mi adeguo a questo linguaggio e rispondo con una m, maschio sono maschio qualcuno scrive ah ok, altri, maschio? Wow! Wow mi ripeto, così rispondo Wow? Tu? Idem risponde l’altro, ovvero Gq, si chiama così il mio interlocutore, mentre il mio nik name è Ajace.
Ajace Telamonio digito, per aspetto e beltà simile ad un dio. Ti va di parlare? Mi chiede Gq? Va bene gli rispondo. Vieni in Pv? A Pavia? A che fare? Hehehe che simpatico, mi risponde lui, a Pavia hehehe. No davvero, non capito mai a Pavia, è troppo distante da Trani, e a che fare poi.

Hihihihi segno che ride di gusto, oh, volevo dire vieni in privato? Ah, pv sta per privato? Scusa non avevo mica capito, ci verrei anche, gli rispondo, ma non saprei davvero come fare; mi spiega la procedura e così dopo non facili peripezie riesco ad andare in pv, e cominciamo a parlare, dei più svariati argomenti. Una delle domande che frequentemente si fanno chat, è: “ che fai di bello?” Risposta: “Chatto!” - “Ah” altra risposta. Gq, comunque mi dice che fa il commerciante, ha un negozio di abbigliamento ed è di Lecce, gli chiedo come si vive nel Salento, e così mi risponde che si vive benissimo, mi spiega che ama il mare, e che possiede una casa proprio vicino, anzi a 700 mt dalla spiaggia, e che d’estate, durante tutta la bella stagione, fino a fine settembre, si trasferisce nella sua villetta.

Anche io amo il mare, lo adoro, ma purtroppo non so nuotare così lo temo, e mi faccio il bagno solo quando è calmo, ad esso però, preferisco la campagna, con i suoi tempi, i suoi silenzi, i suoi odori, e in primavera, con i mandorli in fiore, adorni come branchi di pecore pascenti, oh se è meravigliosa, è in quella stagione che la preferisco, ed è la che io passo gran parte del mio tempo libero.

In Primavera, in campagna, io ci vivrei solo per odorarne i profumi che emanano i mandorli in fiore i nell’aria satura di polline che vola trasportato dal vento; Intanto Gq, non digita nulla, se ne sta immobile, almeno, immagino che lo sia, visto il suo non scrivere, così gli dico: “ ma ci sei” si mi risponde, ci sono, leggevo quanto scrivevi. Scopro che Gq non è un tipo che ama parlare molto, benché sia stato lui a cercarmi, e a chiedermi di venire in privato, per iniziare una conversazione distaccata dal resto della stanza; allora gli chiedo se si sta annoiando: “No affatto” mi risponde lui. E allora perché non parli? Gli domando. Che Lavoro fai ?

Mi domanda lui. Ecco, questa, è una domanda alla quale non vorrei rispondere, ma poi mi dico, potrei anche inventare una professione da dirgli, oppure gli dico la verità, tanto a cosa serve? Non mi conosce, non gli ho forse detto che sono di Trani? Non gli darò il mio numero di telefono, non dirò come mi chiamo, manterrò il più stretto riserbo circa quanto attiene alla mia persona, ma si gli digito: “sono responsabile commerciale dell’azienda per la quale lavoro” a dire il vero mi aspetto ancora una domanda, circa l’azienda per la quale lavoro, cosa produciamo, o cosa vendiamo, e invece nulla, non mi chiede più nulla, mi stupisce un po’, ma la cosa non mi dispiace, anzi, mi facilita il compito, e soprattutto, mi rendo conto che di fronte a me ho una persona discreta, mi chiede però il mio nome, cosa gli dico ora? Ci penso un attimo, e gli dico un nome, un di quelli che non mi sarebbe dispiaciuto avere, anzi un nome che a me è sempre piaciuto, gli dico anzi gli digito: “ Massimo, mi chiamo Massimo” e Gq “Massimo? Davvero?” certo rispondo io per gli amici, Max, Gq sorride, cioè digita come si scrive o si scriverebbe una risata: “hehehehe” E io: “ perché ridi?” Anch’io mi chiamo Massimo, Azz digito io, anche tu?

Ah che bello mi viene da scrivere, ma tanto chi se ne frega, penso, la cosa non ha molta importanza, per quello che vale, e così continuiamo a parlare, e dopo tanto parlare, gli chiedo perché frequenta una stanza dove si parla o per lo meno si dovrebbe parlare di Angeli? Gq non mi risponde, non sa rispondere a questa domanda, mi dice solo che trovarsi in questa stanza per lui è dipeso solo dalla curiosità, e null’altro, viceversa, mi pone lo stesso quesito, e allo stesso modo gli rispondo, semplice curiosità.

Dopo tanto parlare, mi dice che sono una bella persona, la cosa mi colpisce un po’, francamente mi fa anche piacere, sono costretto a ringraziare per il complimento, intanto si fa tardi, parliamo da quasi due ore, e francamente la cosa non mi dispiaceva affatto, anzi mi divertiva. Mi affascinava l’idea di chiacchierare due ore con una persona che non conoscevo, e soprattutto ci stavo con molto piacere, leggevo quanto scriveva, con molto interesse, e rispondevo con altrettanto interesse. Nel frattempo, si fece l’una di notte, dovevo andare a letto, mi sentivo stanco, mi si chiudevano gli occhi, mi dispiaceva scrivere al mio nuovo amico Gq che dovevo andare, che per me si era fatto tardi, ma ecco che lui: “Senti, ora devo andare, si è fatto tardi.” che liberazione, tirai un sospiro di sollievo, mi rallegrai per avere avuto il compito facilitato. Passai ai saluti, scrissi che avevo trascorso con lui due ore con tanto interesse, ma ecco che ancora Gq riprese dicendomi: “Ti andrebbe di parlare ancora con me?” Gli risposi che non avevo nessun tipo di problema che se mai fosse capitata una nuova opportunità, non avrei disdegnato di parlare ancora con lui, e lui ancora: “Allora perché non fissiamo un appuntamento magari per lunedì sera?” Va bene, risposi io, pensai anche, sono quelle cose che si dicono e che poi magari si dimenticano, e passano inosservate senza che lasciano nessuno strascico, allora confermai l’appuntamento per il lunedì sera, salutai, e andai a letto.

L’indomani mattina, la sveglia suonò alla stessa ora, e ripresi le mie attività normalmente, quel venerdì passai molto tempo a pensare al mio amico Gq, all’evento straordinario, cioè quello di avere incontrato via etere una persona con la quale avevo conversato così bene, ed era un perfetto sconosciuto, e avevamo parlato, come due grandi amici.

Per questa cosa, rimasi un po’ suggestionato, poi il lavoro, le mie preoccupazioni presero il posto di questo pensiero che prendeva corpo nella mia mente.

Passò il fine settimana, il lunedì mattina, mi alzai alla solita ora, e mi recai al lavoro, ricordo che avevo dimenticato del tutto il mio amico Gq, quel lunedì tornai a casa molto tardi, mia moglie non stava bene, la trovai già a letto, così decisi di ascoltare un po’ di musica, e mi recai nel mio studio, guardai l’ora, ed erano le 22.00, fu allora, che mi ricordai dell’appuntamento col mio amico, non ci pensai neanche un po’, accesi il computer e mi collegai in rete, cercai la stanza, e dopo averla trovata vi entrai, non ebbi neanche il tempo di apparire sul monitor, che Gq mi chiamò in privato. Salutò con semplice ciao, e così risposi, mi scrisse subito che era certo del fatto che sarei venuto, così gli chiesi cosa lo faceva sentire così sicuro, e lui: “Perché sei una bella persona” Cioè? Dissi io. “Sei una persona seria, tutto qua.” Ti ringrazio per il complimento, digitai, ma avrei potuto anche dimenticarmene. No disse lui non avresti potuto. Non capii bene il senso di quelle parole, ne tanto meno mi preoccupai di approfondire il significato di quella affermazione, anche quella sera trascorremmo un paio d’ore a chiacchierare, parlavamo di tante cose, dei più svariati argomenti, musica, moda, mare, donne, motori, e infine poi, come al solito si fece tardi, e anche quella sera ci salutammo, pensai che la cosa morisse così, e invece mi chiese ancora d’incontrarmi, mi piace parlare con te mi disse prima di andare, poi ad un tratto mi sbalordì quando mi chiese, il mio numero di cellulare. “Vuoi il mio numero?” Per fare cosa gli chiesi. Niente, così ti chiamo disse lui. Non saprei risposi, mi cogli impreparato veramente non saprei, non ne vedo proprio la ragione. La conversazione si chiuse con un altro appuntamento alla sera successiva alla stessa ora, nella stessa stanza.

La prima cosa che pensai, quando spensi il computer, era il fatto che stavo dando molta importanza ad una persona che non conoscevo, e che nulla aveva in comune con me se non la curiosità di un bambino verso Internet. E poi perché parlare con un uomo? Si va bé parlare per scambiare due chiacchiere va bene, parlasi per due ore ininterrottamente per due volte mi sembra un po’ esagerato, senza contare che l’indomani avevo con Gq un terzo appuntamento, e oltretutto mi aveva chiesto anche il mio numero di telefono. Per fare cosa? Mi chiedevo! Una domanda che mi posi tutta la mattina seguente, pensai che la sera non avrei dovuto collegarmi, che avrei lasciato perdere, così avevo deciso, questa cosa non mi piaceva, e in questo modo decisi di rinunciare ad andare all’appuntamento con Gq.

Il giorno seguente in ufficio, tutto trascorse normalmente, i soliti impegni, tante persone da ricevere, operai a cui impartire direttive, e il telefono che sottraeva gran parte del tempo a tutto il lavoro da sbrigare sulla scrivania, tutto questo non mi diede neanche il tempo di pensare a quell’evento che in qualche modo aveva segnato la mia vita, quelle conversazioni avevano insinuato un dubbio, che come un serpe si era intrufolato entro le mura di casa mia, e aveva alterato un equilibrio, io che sapevo sempre cosa fare in qualsiasi momento, io che avevo sempre una risposta ad ogni perché, mi stavo arenando su di qualcosa che poteva anche non toccarmi, un qualcosa che non avevo cercato, che mi era spuntato accanto come spuntano i folletti, e che se solo avessi voluto, con un semplice clik del computer potevo cancellare, e invece mi propinava tante soluzioni, e tanti perché a cui non sapevo dare alcuna risposta; per un attimo in ufficio mi soffermai a pensare all’evento che mi procurava addirittura l’ansia, così decisi di uscire nei giardini circostanti all’ufficio per fumarmi una sigaretta, colsi l’occasione per fare una pausa e sorseggiare un caffè, volutamente m’imposi di non pensare all’appuntamento col misterioso chattatore di nome Massimo a cui non volevo assolutamente dar retta, che stava stravolgendo la mia vita, perché mi chiedevo, è così interessante parlare con questa persona virtuale che esiste solo perché digita e assembla su di una tastiera dei caratteri che insieme compongono parole e che a loro volta compongono frasi, e ne fanno una persona che impunemente frequentava la stanza degli angeli, un angelo che imbriglia la mia mente fino al punto di star qui a pensare se devo o no ancora parlare con questo angelo misterioso, che mi chiede un numero di telefono, attraverso il quale abbattere il muro della virtualità e rendere reale tutto questo che fino ad ora mi pareva essere solo un sogno. Rientrai in ufficio, e mi recai in magazzino al solo scopo di prolungare la mia pausa, e tentare di non pensare a niente, e così mi soffermai a parlare con il capo magazziniere propinandomi una scusa per avviare una conversazione meramente lavorativa, e così feci, chiesi a Filippo come aveva organizzato le consegne per il giorno successivo, costui mi guardò un attimo meravigliato, come per dirmi ma non ne abbiamo discusso già ieri sera? Capii che avevo toccato un argomento già trattato dal modo in cui mi guardò, e così mi ripresi chiedendo a costui, come procedeva la preparazione del materiale in uscita per l’indomani. Siamo a buon punto mi rispose, piuttosto riprese l’uomo, io mi preoccuperei di sollecitare la consegna del prossimo carico del tubo, siamo arrivati ai livelli minimi di scorta. Dissi a Filippo di non preoccuparsi che era questione di ore e che quasi certamente sarebbe arrivato di li a poco, in quanto era già partito da Milano la sera prima, bene mi risposte costui, e mi voltò le spalle dirigendosi verso l’area adibita alla preparazione dei materiali in uscita.

Non mi soffermai neanche un attimo, e mi diressi nel mio ufficio, sempre avvolto da quella nube di pensieri, arrecata dal misterioso angelo chattatore. La giornata lavorativa passò velocemente, ma mai i miei pensieri, quelli no. Non mi lasciarono per un solo istante.

Mestamente me ne tornai a casa, con la mente sempre assorta dal dubbio, se collegarmi per l’appuntamento oppure no, giunto a casa, salutai mia moglie, con la solita trilogia, consumammo la nostra cena in silenzio, e dopo cena sedemmo in salotto dove guardammo la televisione e fumammo qualche sigaretta. Mi versai il solito filino di grappa, e dopo un ora circa, mi diressi nello studio, e accesi il mio computer, attaccai la spina del server a quella del telefono segno che avevo deciso di collegarmi a internet, e di presentarmi di conseguenza all’appuntamento. Lo feci! Mi precipitai nella stanza degli angeli, e lì trovai GQ, a sentire lui in trepida attesa, ero in ritardo di cinque minuti. Anche questa volta m’invitò ad intrattenere una conversazione in privato, accettai senza tanti preamboli, GQ mi chiese com’era andata la giornata lavorativa, ovvio che gli risposi bene, ma in realtà non era andata poi così bene, era stata piuttosto pensierosa, e direi anche molto ansiosa. Il perché di tutta questa tensione non lo avevo ancora scoperto, o forse fingevo di non averlo scoperto, in realtà, sapevo che il misterioso GQ, aveva un fascino particolare, sapeva attirare l’attenzione su di se e mi aveva puntato, ed io questo lo avevo capito.

Ancora una volta, provò a chiedermi il numero di telefono, e ancora una volta, gli chiese il perché di questa richiesta. Lui mi disse che voleva sentire la mia voce, testualmente disse così: <<voglio sentire la voce di un uomo, che parla con un angelo.>> Scoppiai a ridere, e subito pensai alla stanza dove ci trovavamo, ovvio che era una scusa, pensai alla furbizia di questo angelo che stava per accalappiarmi, pensavo di sapere di che pasta era fatto questo angelo che sapeva attrarre su di sa tutta la mia attenzione.

Provai ad immaginare il senso di tutto questo, mi chiesi più volte dove mi stava cacciando questa assurda situazione, e lui a me: << Non ho mai trovato una persona, da che frequento questa stanza, che sia riuscito a liberarsi di me senza che io lo volessi.>> Stetti un attimo in silenzio, e nel leggere queste parole rabbrividii, il sangue d’improvviso mi si gelò in corpo, e cominciai a sudare freddo, per diversi minuti, non digitai più nulla, poi sul monitor apparse la scritta: <<Ci sei?>> La parola, apparve una, due, tre, quattro volte, consecutive, in seguito, decisi di rispondere: << si ci sono.>> Subito dopo staccai la spina del server, agitato spensi il computer e mi diressi verso la cucina da dove presi un bicchier d’acqua e la bevvi tutto d’un sorso. Improvvisamente cominciai a pensare a quello che di compromettente avevo potuto dire al misterioso chattatore. Mi soffermai moltissimo su questa cosa, appariva chiaro che la persona con la quale avevo chattato, altro non era che uno a cui piacevano gli uomini, e probabilmente mi stava circuendo, e mancava pochissimo che ci sarebbe riuscito, era questa la mia convinzione.

In cucina stetti diversi minuti a pensare quello che dovevo fare, raggiunsi la convinzione, che di me Massimo, non sapeva niente, ero sicuro di essere stato attento alla discrezione, e successivamente, cominciai a tranquillizzarmi. Non poteva rintracciarmi, e quindi non poteva più seccarmi.

Andai a letto agitato, fortunatamente non avevo dato il mio numero di telefono, quindi la storia, poteva dirsi chiusa, e domani tutto sarebbe filato liscio, mi infilai sotto le coperte, prima di spegnere la luce, diedi un occhiata al quadretto di Padre Pio, che come al solito, mi guardava atterrito, feci un fugace segno di croce, poi voltai la testa e guardai mia moglie che già dormiva sonni veloci, aveva l’espressione di chi è serena e questo mi fece forza.

L’indomani mi recai alla pompa di benzina per fare il pieno, e mentre il benzinaio mi riforniva lessi sulla vetrina dell’edicola di fronte al distributore la copertina di una rivista che si chiamava GQ, fu così, che cominciò il mio tormento, dappertutto leggevo quelle due parole, e ad ogni persona che incontravo o che incrociavo, pensavo al fatto che potevo averlo di fronte a me, e che da un momento all’altro qualcuno potesse fermarmi e mi dicesse sei Massimo? Sono 50.000 mila mi disse il benzinaio, che mi aveva riportato coi piedi per terra. Pagai e mi diressi verso l’autostrada, proseguii per Bari, alla volta del mio ufficio.

Passarono diversi giorni, forse 15 o 20 addirittura, GQ appariva come una cosa superata e dimenticata, una sera dopo cena accesi il computer e lo collegai al server, e in automatico clikkai sull’opzione chat, e andai in quella stanza, appena il mio nikname apparve sul monitor GQ come un predatore in attesa, mi catturò chiamandomi in privato: << Ti stavo aspettando disse!>> Ed io ancora una volta che non credevo ai miei occhi, cominciai ad essere di nuovo ansioso, avevo le mai fredde, bloccate che non riuscivano a battere sopra nessuna lettera della tastiera, mi feci coraggio, e gli digitai: <<Mi hai aspettato per tutto questo tempo?>> <<Certo>> Disse lui. <<Sapevo che saresti venuto prima o poi, così non ho fatto altro che venire in questa stanza, e attendere che tu entrassi, ho pazientato per tutto questo tempo.>> Pensai, questo è matto, e non ha tutte le rotelle a posto, pensai che dovevo chiudere la conversazione ma ecco che: <<Non è una buona idea la tua, quella di chiudere la nostra conversazione, perché domani o dopo e dopo ancora io starò qui ad aspettarti fino a quando un giorno ti fermerai ad ascoltarmi, perché quello che avrò da dirti, in principio ti lascerà incredulo, ma poi, tu stesso ti renderai conto che tutto quanto, riguarderà la tua vita, e di seguito, lo accetterai e verrai con me.>> In quell’istante, il silenzio del mio studio, fu rotto dalla voce di mia moglie, che mi fece sobbalzare dalla poltrona che mi invitava ad andare a letto con lei, colsi subito l’invito, e senza pensarci due volte, spensi il computer ed andai a letto.
Quella sera mi addormentai immediatamente, ero stanco, e la tensione era tale che solo il dolce sonno seppe tagliarla.

All’improvviso, dal pavimento, sbucò il mostro, che cominciò a rincorrermi per tutta la casa, e mentre correvo, mi guardavo attorno, cercando i miei due amici guerrieri, che per anni si sono battuti, e presi a male parole, e che ogni qual volta il mostro apparisse, per disturbare il mio sonno, loro accorrevano sempre in mio aiuto smettendo di combattersi. Mentre correvo, mi ritrovai all’improvviso in una grande distesa, coltivata a grano, che colorava di verde una immensa valle,che ai miei occhi appariva non finire mai, e il mio urlo strozzato dalla fatica, nulla avrebbe potuto raggiungere tanto era grande per dimensione. Correndo velocemente, non sentivo più i passi del mostro che mi inseguiva, non mi voltai, e non lo feci di proposito, fino a quando intravidi un corso d’acqua, un piccolo fiume, ai margini del quale intravidi i due guerrieri, che come al solito si davano battaglia, d’un tratto mi feci coraggio e pensai che anche questa volta ero salvo, ma ero ancora troppo lontano per poter attirare su di me la loro attenzione, e mentre correvo, urlavo più che potevo, ma a loro, sembrava che il mio urlo, non giungessi mai, fino a quando riuscii ad attirare su di me, la loro attenzione, e nel mentre che lo feci, Ettore si voltò per guardarmi, distraendosi. Mio malgrado, fui la causa della sua morte, che trafitto dalla lancia di Achille, lo trapassò da parte a parte e cadde. Arrivai che il fatto era compiuto, vidi negli occhi di Achille il pianto per ciò che aveva appena fatto, per ciò che di li in poi lo attendeva, e guardando il caduto, disse: <<ora il mio destino è compiuto a te io lo rimetto nelle tue mani, che tra tutti gli Dei, tu sei il più caro.>> Fu in quel momento guardando ai miei piedi, vidi i sandali alati e di ciò che in quel momento rappresentavo per la storia, e la mia veste bianca più candida della neve, attirò a se, il polline che trasaliva dal corpo del principe troiano, Achille raccolse le sue armi, e salì sul carro passando davanti ai suoi cavalli che gli sussurrano qualcosa, poi ridiscese, tenendo tra le mani una corda, tutto questo sotto il mio sguardo attento, mi voltai, e non vidi più nulla, seguendo l’istinto, cominciai ad incamminarmi verso l’immenso della valle, coperta di tanto grano verde, che mi arrivava fino alle ginocchia, e la mia veste profumava di mandorlo in fiore e seguendo l’istinto, seguii un sentiero che conduceva verso le montagne che apparivano all’orizzonte. Mi svegliai di soprassalto, guardai l’orologio ed erano le 3 di notte, mi alzai e mi recai in cucina per bere un sorso d’acqua, era il sogno, il solito sogno, e questa volta, aveva avuto però un finale diverso da come lo era sempre stato.

Non ci pensai più di tanto e tornai a letto.

Vidi mia madre piangere ai miei piedi, e mio fratello che si dava pena per me, e poi ancora mio padre prostrato, abbracciato alle ginocchia di un uomo e che implorava chiamandolo per nome, mentre io in silenzio, attendevo qualcosa, il mio istinto, mi suggeriva che dovevo compiere un gesto, e che ciò non mi dava pace, mi ridestai ancora una volta, guardai verso la persiana, e vidi che il cielo era ancora scuro, diedi un occhiata all’orologio ed erano le 3,30, di dormire non ne volevo più sapere, mi alzai nuovamente, e mi diressi verso lo studio, e accesi il computer, collegai la spina del server alla presa del telefono e mi collegai ad internet, poi clikkai due volte, ed entrai nella stanza degli angeli. Come al solito si presentò sempre molto frequentata, con tante parole che scorrevano sul monitor, ancora una volta come mi aspettavo, Massimo, mi chiamò in privato, e fu in quel momento che mi arresi alle sue lusinghe, e digitai il mio numero di telefono senza aggiungere nulla.

Immediatamente, il telefono prese a squillare, intorno a me il nulla e il silenzio della notte, erano rotti dal trillo del telefono, aprii l’apparecchio, e lo portai all’orecchio, la voce di Massimo, cominciò ad entrare nel mio corpo attraverso il mio orecchio, ed io stordito stavo ad ascoltarlo in silenzio fino a quando capii tutto. Ad un tratto sobbalzai dal letto e mi guardai intorno, mia moglie era già in piedi che preparava la colazione, quasi divertito mi alzai e appoggiai i piedi sulle pantofole che tenevo accanto al letto, giunto in cucina la guardai mentre apparecchiava la tavola per la colazione, il suo viso, la sua serenità, i suoi grandi occhi, mi davano la carica necessaria per affrontare ancora un altro giorno.

Sedetti a tavola, di fronte a lei, e seguitai a guardarla mentre mi versava il caffè nella tazza, ero felice, avevo passato una notte infausta, ed ero così contento di essere sveglio, che guardarla non mi pareva fosse vero. Mentre lo facevo, lei mi sussurrò qualcosa, che mi fece stare per un attimo in silenzio, capii che stavo per diventare padre, in me la gioia fu tale che non potei fare a meno di baciarla.

Non stavo nella pelle, la mia vita stava cambiando, la mia casa non sarebbe stata di li a poco tanto silenziosa, cominciai a pensare ai tanti progetti che di li a poco dovevo cominciare a realizzare per accogliere nostro figlio nella nostra casa.

Quella mattina non la dimenticherò mai, la gioia, la felicità che provavo erano tali che percorrere i soliti 50 km per recarmi in ufficio, mi sembravano essere un scherzo, e infatti uno scherzo del destino mi sembrò quando ad un tratto mi venne in mente, e decifrai cosa avevano sussurrato nel sogno i cavalli di Achille prima che questi risalisse sul carro, e Massimo al telefono mi aveva suggerito che non sarebbe stato conveniente mettersi in viaggio questa mattina, e prima che io potessi renderemene conto, udii uno schianto e mi ritrovai da solo in una immensa valle coltivata a grano.

Luigi Zagaria
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MessaggioInviato: Lun Dic 19, 2005 8:25 pm    Oggetto: Adv






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Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Mer Dic 21, 2005 3:04 pm    Oggetto:  
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smile 4 Grazie Luigi sono contenta tu abbia pubblicato anche questo tuo racconto, pagina di diario (quindi nella giustissima sezione) qui su Scritturalia.
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Luigi Zagaria








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MessaggioInviato: Mer Dic 21, 2005 8:00 pm    Oggetto:  
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Sai ho pensato...ehem... smile 11 a questo punto perchè non crei uno spazio tutto x me?

Zagaria

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MessaggioInviato: Gio Dic 22, 2005 11:30 pm    Oggetto:  
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Te lo meriteresti tutto, in effetti.
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MessaggioInviato: Ven Dic 23, 2005 9:23 am    Oggetto:  
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Grazie Max poi fammi sapere quanto ti devo smile 6

Zagaria

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MessaggioInviato: Gio Gen 05, 2006 1:41 pm    Oggetto:  
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Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Gio Dic 14, 2006 3:05 pm    Oggetto:  
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smile 6 Siiiiii!!!! Quanto????
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Luigi Zagaria








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MessaggioInviato: Ven Nov 23, 2007 9:18 pm    Oggetto:  
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Avevo dimenticato di avere una pagina tutta per me, il mio diario..
Penso a cosa si possa scrivere in una pagina di diario, 20 anni fa ne avevo uno, che curavo quotidianamente, lo avevo tenuto per moltissimi anni, tanto che avevo riempito la bellezza di una dozzina di agende.
Quando un bel giorno ho smesso, ho cominciato a chiedermi, cosa fare di queste pagine, devo fermarmi per cominciare a fare un lavoro a ritroso? Cioè rileggerle una per una per poi psicoanalizzarsi e per per poi rivivere momenti più o meno brutti, o più o meno belli, come utilizzarle, proprio non sapevo, era importante però averle, e averle scritte. Ma a chi sarebbe interessato tutto ciò? smile 8 mentre pensavo a come gestire tutte queste pagine, come utilizzare questa memoria, quanti appunti, spunti di una vita vissuta in solitudine, in compagnia di una stilografica, di un disco, e di una scrivania, spunti che di sicuro un giorno ad uno ad uno avrei utilizzato per arricchire la mia esperienza di aspirante pseudo scrittore. Felice di possedere cotanto materiale, ma come in tutte le vicende c'è sempre il lato negativo, la gestione dello spazio, l'ordine impossibile da tenere nella mia camera, un genitore da tenere buono e lontano da detto spazio per la paura ipotetico danno procurato.
A vent'anni dopo la maturità mollo l'università e comincio a lavorare, mi trasferisco dalla Lombardia a Bari ho una buona opportunità di lavoro all'epoca azzeccai la scelta vista la brillante carriera che sono riuscito a costruirmi, lascio tutte le mie cose al nord prometto ai miei genitori che tornerò su a riprendermi tutte le mie cose, lasciate tutto com'è questo è stata l'ultima raccomandazione che feci ai miei genitori smile 4 mio padre se la rideva già sotto i baffi smile 19 misi appena il mento fuori dell'uscio di casa, che smile 1 accadde l'irreparabile, tutto distrutto, motivazione: "dovevamo imbiancare la camera" smile 7 Dico ok mettete tutto nelle scatole di cartone e corservate il materiale in cantina, e i libri? I dischi in vinile? Tutto distrutto e mio padre che se la rideva smile 1 Ho sempre immaginato come ha goduto, e sotto sotto ancora se la gode quando ancora ci penso smile 17 Sono passati molti anni da quel fatidico dicembre 1991 e ancora penso a quei diari, una volta provai a parlarne col mio amico Antonio dei miei famosi diari, e lui nella sua risposta fu molto lapidario, ma cosa sarà mai non sono mica i famosi diari scomparsi del Duce smile 8 fine della corsa

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Luigi Zagaria
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Luigi Zagaria








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MessaggioInviato: Ven Nov 23, 2007 9:18 pm    Oggetto:  
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Avevo dimenticato di avere una pagina tutta per me, il mio diario..
Penso a cosa si possa scrivere in una pagina di diario, 20 anni fa ne avevo uno, che curavo quotidianamente, lo avevo tenuto per moltissimi anni, tanto che avevo riempito la bellezza di una dozzina di agende.
Quando un bel giorno ho smesso, ho cominciato a chiedermi, cosa fare di queste pagine, devo fermarmi per cominciare a fare un lavoro a ritroso? Cioè rileggerle una per una per poi psicoanalizzarsi e per per poi rivivere momenti più o meno brutti, o più o meno belli, come utilizzarle, proprio non sapevo, era importante però averle, e averle scritte. Ma a chi sarebbe interessato tutto ciò? smile 8 mentre pensavo a come gestire tutte queste pagine, come utilizzare questa memoria, quanti appunti, spunti di una vita vissuta in solitudine, in compagnia di una stilografica, di un disco, e di una scrivania, spunti che di sicuro un giorno ad uno ad uno avrei utilizzato per arricchire la mia esperienza di aspirante pseudo scrittore. Felice di possedere cotanto materiale, ma come in tutte le vicende c'è sempre il lato negativo, la gestione dello spazio, l'ordine impossibile da tenere nella mia camera, un genitore da tenere buono e lontano da detto spazio per la paura ipotetico danno procurato.
A vent'anni dopo la maturità mollo l'università e comincio a lavorare, mi trasferisco dalla Lombardia a Bari ho una buona opportunità di lavoro all'epoca azzeccai la scelta vista la brillante carriera che sono riuscito a costruirmi, lascio tutte le mie cose al nord prometto ai miei genitori che tornerò su a riprendermi tutte le mie cose, lasciate tutto com'è questo è stata l'ultima raccomandazione che feci ai miei genitori smile 4 mio padre se la rideva già sotto i baffi smile 19 misi appena il mento fuori dell'uscio di casa, che smile 1 accadde l'irreparabile, tutto distrutto, motivazione: "dovevamo imbiancare la camera" smile 7 Dico ok mettete tutto nelle scatole di cartone e corservate il materiale in cantina, e i libri? I dischi in vinile? Tutto distrutto e mio padre che se la rideva smile 1 Ho sempre immaginato come ha goduto, e sotto sotto ancora se la gode quando ancora ci penso smile 17 Sono passati molti anni da quel fatidico dicembre 1991 e ancora penso a quei diari, una volta provai a parlarne col mio amico Antonio dei miei famosi diari, e lui nella sua risposta fu molto lapidario, ma cosa sarà mai non sono mica i famosi diari scomparsi del Duce smile 8 fine della corsa

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Luigi Zagaria
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Raffa







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MessaggioInviato: Sab Nov 24, 2007 9:33 pm    Oggetto:  
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Molto carino, povero piccolo Luigi!
smile 18
Non saranno stati i diari del duce ma io mi sarei ...zzata nera se mi fosse accaduta una cosa simile.
Giudicando da quello che scrivi dovevano essere gran bel materiale!
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Luigi Zagaria








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MessaggioInviato: Lun Nov 26, 2007 7:22 pm    Oggetto:  
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In effetti si trattava di tantissimo materiale oggi x esempio sono stato a rimettere ordine e a salvare ulteriormente del materiale molto datato salvato su floppy quindi puoi immaginare quanto sia vecchio ho comprato una di quelle penne ottiche e mi sono divertito a copiare e salvare ogni tanto sono tornato a ficcare il naso dentro quei floppy, ci sarebbe da divertirsi giuro che ci torno ancora su e faccio un casino smile 8
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Monia Di Biagio

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MessaggioInviato: Mer Nov 28, 2007 11:23 am    Oggetto:  
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smile 12 Una memoria storica andata perduta, peccato.

In effetti, quando questo è possibile, capita di rileggere vecchissime cose scritte molti anni prima, e magari proprio su carta, perchè i p.c. erano ancora di quelli che si attaccavano alla televisione e registravano tutto su musicassetta.... ed ecco che tra quelle pagine ingiallite, tante volte ammuffite e accartocciate per averle riposte e dimenticate nell'umidità di un magazzino, o ancor peggio di una cantina, che a differenza del buon vino, non le ha migliorate col tempo, ma praticamente distrutte, ecco dicevo che solo allora tra quelle pagine si rileggono "pensieri di un tempo" che non ci sembra neanche di aver scritto noi, ma un altro noi stesso... e chissà quale poi?

La sorpresa che sopraggiunge in quei momenti è così forte, che ti fa stringere tra le mani quei quadernetti preziosi, che ci raccontano "una noi diversa", eppure sempre troppo uguale. E il tempo che per molti aspetti non ci ha cambiati, per altri turbati, forse smaliziati.

Caro Luigi, non potrai stringere un giorno questo tuo Diario di Scritturalia, ma potrai rileggendolo carezzarlo con gli occhi, serbarlo nel cuore...

.... smile 3 E giuro io non te lo getterò via mai!

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Luigi Zagaria








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MessaggioInviato: Sab Dic 15, 2007 8:38 pm    Oggetto:  
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Succede dopo anni di silenzio, succede che sai che la gente va sul motore di ricerca e digita Luigi Zagaria, e si vede tutto l’ambaradam vomitato sul video, e così cominciano a leggerti.
Sono in molti a sapere che scrivo, di tanto in tanto incontro qualcuno che mi dice:<<ah oggi ho scaricato da internet un po' di cose tue da leggere>> è un tam tam che ormai si ripete da tempo, eppure ho tenuto per me questa cosa, l'ho tenuta nascosta ai più, mi sono sempre vergognato del giudizio di chi mi conosce, perché la scrittura è una sorta di confessione, un aprirsi e mettersi a nudo, di fronte a chi legge, e dici esattamente queste cose:<<ecco questo sono io.>>
Ho sempre saputo di quelli che conosco, che qualcuno sapeva.. ma non avrei mai immaginato che la cosa fosse così allargata anche ai conoscenti così è capitato ultimamente di incontrare una persona che appena conosco, che mi saluta, e mi ferma per strada per complimentarsi per l'uscita delle Grazie il mio libro di poesie, accipicchia dico sono diventato nel mio piccolo una piccola star quasi quasi mi metto a firmare autografi.. ma per fortuna non sono rincoglionito fino a questo punto ah fino ad ora nella mia città sono state vendute la bellezza di 85 copie!! Chi l'avrebbe mai detto. Ottantacique copie che girano di mano in mano, i commenti dei più, i complimenti, qualcuno annuisce, stronzate penso vogliano dire, ma chi se ne frega poi penso e rispondo, ma non importa, quello, sono io, quello che fedelmente è riportato in questo libro, quello sono io, in teoria dovrei essere uno stronzo, si ma uno stronzo buono, uno che non farebbe del male ad una mosca, uno che parla a vamvera, dice cazzate, ehe ehe vero, ma questo sono io, con i suoi tormenti, le sue continue domande, i buoni propositi.
Da domani cambio, da domani riprendo a fumare, visto che ho smesso cinque anni fa, si riprendo a fumare, e così ho fatto, per riprendere le vecchie abitudini, e ricominciare a litigare con mia moglie che come il libro si chiama Grazia, giusto per ricordare anche questo. Riprendiamo a litigare a causa del fumo, nello studio non si fuma, in salotto non si fuma, in camera non si fuma, così sono costretto ad uscire sul balcone a -2 gradi per gustarmi una dose di veleno, ma per fortuna porto molta pazienza, e così ho trovato la soluzione vado in bagno accendo l'aspiratore e li ci rimango per tutta la durata della sigaretta, fino a quando lei non mi scopre.. Questo per chi legge, non l'ho mai scritto, quindi ora è ufficiale ho ripreso a fumare, lo riscrivo anche più grande HO RIPRESO A FUMARE, quando mi fermerete per strada non chiedetemi perché, non ditemi peccato, tanto non serve a nulla, ho deciso anche quando smettere, questa è una tiritera che dura da anni, come mio padre fumo ad anni alterni, a mesi alterni, a settimane alterne, a giorni alterni, e fumo perché così mi va.
Mi fermerete per strada come qualcuno ha già fatto e non giudica quello che scrive no.. non dice bella la poesia Brescia, mi dice è lunga Anaconda, non sapevo che scrivessi.. un mio amico Roberto a cui ho sempre voluto bene, e conoscendomi, ha detto: <<in alcuni casi ho rivisto la nostra gioventù come un film passare davanti agli occhi,>> è stata l'unica persona che ha capito cosa vuol dire poesia, cosa significa scrivere, non è stato invadente, non è stato increscioso perché non ho dovuto spiegare nulla, non ho dovuto commentare nulla, mi è bastato guardarlo negli occhi per capire quanto fosse felice che la nostra amicizia fosse sopravvissuta all’inezia del tempo. Ha tirato fuori una copia delle Grazie dalla sua borsa, e mi ha chiesto di autografarla, mi sono vergognato, e sono diventato di tutti i colori.
Caro Roberto, non ti ho mai detto quanto io sia legato a te, quanto la tua presenza muta da anni nella mia vita sia importante, bhe ora lo sai perché quando verrai da queste parti, o cliccherai sul motore di ricerca digitando Luigi Zagaria, prima o poi arriverai a questa pagina, e allora saprai cosa sei per me, e cosa rappresenta la tua presenza, i tuoi bambini, tua moglie, la tua famiglia nella mia costituiscono come è giusto che sia una grande famiglia allargata.
Non sopporto quelli che dicono bravo, non mi piacciono, leggo nei loro occhi l'invadenza dell'invidia, mi dicono bene, ma bene non è, credetemi, non è improvvisazione la mia, questa è arte, perché fa parte del vissuto di tutti i giorni, e ciascuno di noi è attore di se stesso, è un artista che batte il palcoscenico della vita e la platea è costituita dagli altri che a seconda di come ti vanno le cose essa ti applaude o ti fischia, se hai successo, se sei ricco, se hai un bel lavoro, se non hai debiti, se sei bello, se hai la moglie bella, sei uno che ha vinto, e la platea ti applaude, viceversa se sei brutto, sfigato, la moglie racchia, il bambino diversamente abile, se hai debiti, se sei disoccupato, se hai lo sfratto, se non paghi il mutuo, sei un fallito e la gente ti fischia, cambia strada quando ti vede perché teme che tu li possa chiedere soldi, e non sanno che c'è più dignità in una persona che vive in un contesto del genere, e non viceversa, quelli che lo annunciano ai quattro venti io sono ricco, sono bello, vado in vancanza a natale, e non pago il meccanico prima di partire.. Per grazia di Dio non sono ne l'uno ne l'altro, non sono ricco e non sono povero, possiedo e non possiedo la casa, contraggo e non contraggo debiti, lavoro, si perché lavoro, ma mia moglie sta a casa, allora dirò lavoro e non lavoro, non facciamo vacanze, ma siamo felici lo stesso, leggetelo voi che scaricate e passate di qua, SIAMO FELICI, spero questo vi basti, che non vi sciocchi, e soprattutto che la cosa non alteri i vostri piani, i vostri equilibri, così è se vi pare.
Uno sconosciuto ieri sera che era in compagnia di un amico, mi ha detto chi è Grazia? E dedicato a tutte le persone che sedute sulle panche di un santuario chiedono una Grazia, questo è scritto nella prefazione del libro, a signifare che al mondo c'è tanta gente che soffre, e che chiede continuamente al nostro Dio che stenta a farsi vedere un cenno, un alito di vento, una parola, una Grazia, che ci aiuti a star meglio. Viva il nostro Dio.
Succede dopo anni di silenzio, succede che sai che la gente va sul motore di ricerca e digita Luigi Zagaria, e si vede tutto un ambaradm che vomitato sul video, e così cominciano a leggerti, molti sanno che scrivo, di tanto in tanto incontro qualcuno che mi dice:<<ah oggi ho scaricato da internet un po' di cose tue da leggere>> è un tam tam che ormai si ripete da tempo, eppure ho tenuto per me questa cosa, l'ho tenuta nascosta ai più, mi sono sempre vergognato del giudizio di chi mi conosce, perché la scrittura è una sorta di confessione, un aprirsi e mettersi a nudo, di fronte a chi legge, e dici esattamente queste cose:<<ecco questo sono io.>> Ho sempre saputo che qualcuno sapeva.. ma non avrei mai immaginato che la cosa fosse così allargata anche ai conoscenti così è capitato ultimamente di incontrare una persona che appena conosco, che mi saluta, e mi ferma per strada per complimentarsi per l'uscita delle Grazie il mio libro di poesie, accipicchia dico sono diventato nel mio piccolo una piccola star quasi quasi mi metto a firmare autografi.. ma per fortuna non sono rincoglionito fino a questo punto ah fino ad ora nella mia città sono state vendute la bellezza di 85 copie!! Chi l'avrebbe mai detto. Ottantacique copie che girano di mano in mano, i commenti dei più, i complimenti, qualcuno annuisce, stronzate penso voglia dire, ma chi se ne frega vorrei dire, ma non importa, quello, sono io, quello che fedelmente è riportato in questo libro, quello sono io, in teoria dovrei essere uno stronzo, si ma uno stronzo buono, uno che non farebbe del male ad una mosca, uno che parla a vamvera, dice cazzate, ehe ehe vero, ma questo sono io, con i suoi tormenti, le sue continue domande, i buoni propositi, da domani cambio, da domani riprendo a fumare, visto che ho smesso cinque anni fa, si riprendo a fumare, e così ho fatto, per rimprendere le vecchie abitudini, e ricominciare a litigare con mia moglie che come il libro si chiama Grazia, giusto per ricordare anche questo. Riprendiamo a litigare a causa del fumo, nello studio non si fuma, in salotto non si fuma, in camera non si fuma, così sono costretto ad uscire sul balcone a -2 gradi per gustarmi una dose di veleno, ma per fortuna porto molta pazienza, e così ho trovato la soluzione vado in bagno accendo l'aspiratore e li ci rimango per tutta la durata della sigaretta, fino a quando lei non mi scopre.. Questo per chi legge, non l'ho mai scritto, quindi ora è ufficiale ho ripreso a fumare, lo riscrivo anche più grande HO RIPRESO A FUMARE, quando mi fermerete per strada non chiedetemi perché, non ditemi peccato, tanto non serve a nulla, ho deciso anche quando smettere, questa è una tiritera che dura da anni come mio padre fumo ad anni alterni, a mesi alterni, a settimane alterne, a giorni alterni, e fumo perché così mi va. Mi fermerete per strada come qualcuno ha già fatto e non giudica quello che scrive no.. non dice bella la poesia Brescia, mi dice è lunga Anaconda, non sapevo che scrivessi.. un mio amico Roberto a cui ho sempre voluto bene, e conoscendomi, ha detto in alcuni casi ho rivisto la nostra gioventù come un film passare davanti agli occhi, è stata l'unica persona che ha capito cosa vuol dire poesia, cosa significa scrivere, non è stato invadente, non è stato increscioso perché non ho dovuto spiegare nulla, non ho dovuto commentare nulla, mi è bastato guardarlo negli occhi per capire quanto fosse felice che la nostra amicizia è sopravvissuta al tempo poi ha tirato fuori una copia delle Grazie dalla sua borsa, e mi ha chiesto di autografarla, mi sono vergognato, e sono diventato di tutti i colori. Non ti ho mai detto quanto io sia legato a te, quanto la tua presenza muta da anni nella mia vita sia importante, bhe ora lo sai perché quando verrai da queste parti, o cliccherai sul motore di ricerca digitando Luigi Zagaria, prima o poi arriverai a questa pagina, e allora saprai cosa sei per me, e cosa rappresenta la tua presenza, i tuoi bambini, tua moglie, la tua famiglia nella mia costituiscono come è giusto che sia una grande famiglia allargata.
Non sopporto quelli che dicono bravo, non mi piacciono, leggo nei loro occhi l'ivadenza dell'invidia, mi dicono bene, ma bene non è, credetemi, non è improvvisazione la mia, questa è arte, perché fa parte del vissuto di tutti i giorni, e ciascuno di noi è attore di se stesso, è un artista che batte il palcoscenico della vita e la platea è costituita dagli altri che a seconda di come ti vanno le cose essa ti applaude o ti fischia, se hai successo, se sei ricco, se hai un bel lavoro, se non hai debiti, se sei bello, se hai la moglie bella, sei uno che ha vinto, e la platea ti applaude, viceversa se sei brutto, sfigato, la moglie racchia, il bambino diversamente abile, se hai debiti, se sei disoccupato, se hai lo sfratto, se non paghi il mutuo, sei un fallito e la gente ti fischia, cambia strada quando ti vede perché teme che tu li possa chiedere soldi, e non sanno che c'è più dignità in una persona che vive in un contesto del genere, e non viceversa, quelli che lo annunciano ai quattro venti io sono ricco, sono bello, vado in vancanza a natale, e non pago il meccanico prima di partire.. Per grazia di Dio non sono ne l'uno ne l'altro, non sono ricco e non sono povero, possiedo e non possiedo la casa, contraggo e non contraggo debiti, lavoro, si perché lavoro, ma mia moglie sta a casa, allora dirò lavoro e non lavoro, non facciamo vacanze, ma siamo felici lo stesso, leggetelo voi che scaricate e passate di qua, SIAMO FELICI, spero questo vi basti, che non vi sciocchi

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MessaggioInviato: Sab Dic 15, 2007 8:39 pm    Oggetto:  
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Succede dopo anni di silenzio, succede che sai che la gente va sul motore di ricerca e digita Luigi Zagaria, e si vede tutto l’ambaradam vomitato sul video, e così cominciano a leggerti.
Sono in molti a sapere che scrivo, di tanto in tanto incontro qualcuno che mi dice:<<ah oggi ho scaricato da internet un po' di cose tue da leggere>> è un tam tam che ormai si ripete da tempo, eppure ho tenuto per me questa cosa, l'ho tenuta nascosta ai più, mi sono sempre vergognato del giudizio di chi mi conosce, perché la scrittura è una sorta di confessione, un aprirsi e mettersi a nudo, di fronte a chi legge, e dici esattamente queste cose:<<ecco questo sono io.>>
Ho sempre saputo di quelli che conosco, che qualcuno sapeva.. ma non avrei mai immaginato che la cosa fosse così allargata anche ai conoscenti così è capitato ultimamente di incontrare una persona che appena conosco, che mi saluta, e mi ferma per strada per complimentarsi per l'uscita delle Grazie il mio libro di poesie, accipicchia dico sono diventato nel mio piccolo una piccola star quasi quasi mi metto a firmare autografi.. ma per fortuna non sono rincoglionito fino a questo punto ah fino ad ora nella mia città sono state vendute la bellezza di 85 copie!! Chi l'avrebbe mai detto. Ottantacique copie che girano di mano in mano, i commenti dei più, i complimenti, qualcuno annuisce, stronzate penso vogliano dire, ma chi se ne frega poi penso e rispondo, ma non importa, quello, sono io, quello che fedelmente è riportato in questo libro, quello sono io, in teoria dovrei essere uno stronzo, si ma uno stronzo buono, uno che non farebbe del male ad una mosca, uno che parla a vamvera, dice cazzate, ehe ehe vero, ma questo sono io, con i suoi tormenti, le sue continue domande, i buoni propositi.
Da domani cambio, da domani riprendo a fumare, visto che ho smesso cinque anni fa, si riprendo a fumare, e così ho fatto, per riprendere le vecchie abitudini, e ricominciare a litigare con mia moglie che come il libro si chiama Grazia, giusto per ricordare anche questo. Riprendiamo a litigare a causa del fumo, nello studio non si fuma, in salotto non si fuma, in camera non si fuma, così sono costretto ad uscire sul balcone a -2 gradi per gustarmi una dose di veleno, ma per fortuna porto molta pazienza, e così ho trovato la soluzione vado in bagno accendo l'aspiratore e li ci rimango per tutta la durata della sigaretta, fino a quando lei non mi scopre.. Questo per chi legge, non l'ho mai scritto, quindi ora è ufficiale ho ripreso a fumare, lo riscrivo anche più grande HO RIPRESO A FUMARE, quando mi fermerete per strada non chiedetemi perché, non ditemi peccato, tanto non serve a nulla, ho deciso anche quando smettere, questa è una tiritera che dura da anni, come mio padre fumo ad anni alterni, a mesi alterni, a settimane alterne, a giorni alterni, e fumo perché così mi va.
Mi fermerete per strada come qualcuno ha già fatto e non giudica quello che scrive no.. non dice bella la poesia Brescia, mi dice è lunga Anaconda, non sapevo che scrivessi.. un mio amico Roberto a cui ho sempre voluto bene, e conoscendomi, ha detto: <<in alcuni casi ho rivisto la nostra gioventù come un film passare davanti agli occhi,>> è stata l'unica persona che ha capito cosa vuol dire poesia, cosa significa scrivere, non è stato invadente, non è stato increscioso perché non ho dovuto spiegare nulla, non ho dovuto commentare nulla, mi è bastato guardarlo negli occhi per capire quanto fosse felice che la nostra amicizia fosse sopravvissuta all’inezia del tempo. Ha tirato fuori una copia delle Grazie dalla sua borsa, e mi ha chiesto di autografarla, mi sono vergognato, e sono diventato di tutti i colori.
Caro Roberto, non ti ho mai detto quanto io sia legato a te, quanto la tua presenza muta da anni nella mia vita sia importante, bhe ora lo sai perché quando verrai da queste parti, o cliccherai sul motore di ricerca digitando Luigi Zagaria, prima o poi arriverai a questa pagina, e allora saprai cosa sei per me, e cosa rappresenta la tua presenza, i tuoi bambini, tua moglie, la tua famiglia nella mia costituiscono come è giusto che sia una grande famiglia allargata.
Non sopporto quelli che dicono bravo, non mi piacciono, leggo nei loro occhi l'invadenza dell'invidia, mi dicono bene, ma bene non è, credetemi, non è improvvisazione la mia, questa è arte, perché fa parte del vissuto di tutti i giorni, e ciascuno di noi è attore di se stesso, è un artista che batte il palcoscenico della vita e la platea è costituita dagli altri che a seconda di come ti vanno le cose essa ti applaude o ti fischia, se hai successo, se sei ricco, se hai un bel lavoro, se non hai debiti, se sei bello, se hai la moglie bella, sei uno che ha vinto, e la platea ti applaude, viceversa se sei brutto, sfigato, la moglie racchia, il bambino diversamente abile, se hai debiti, se sei disoccupato, se hai lo sfratto, se non paghi il mutuo, sei un fallito e la gente ti fischia, cambia strada quando ti vede perché teme che tu li possa chiedere soldi, e non sanno che c'è più dignità in una persona che vive in un contesto del genere, e non viceversa, quelli che lo annunciano ai quattro venti io sono ricco, sono bello, vado in vancanza a natale, e non pago il meccanico prima di partire.. Per grazia di Dio non sono ne l'uno ne l'altro, non sono ricco e non sono povero, possiedo e non possiedo la casa, contraggo e non contraggo debiti, lavoro, si perché lavoro, ma mia moglie sta a casa, allora dirò lavoro e non lavoro, non facciamo vacanze, ma siamo felici lo stesso, leggetelo voi che scaricate e passate di qua, SIAMO FELICI, spero questo vi basti, che non vi sciocchi, e soprattutto che la cosa non alteri i vostri piani, i vostri equilibri, così è se vi pare.
Uno sconosciuto ieri sera che era in compagnia di un amico, mi ha detto chi è Grazia? E dedicato a tutte le persone che sedute sulle panche di un santuario chiedono una Grazia, questo è scritto nella prefazione del libro, a signifare che al mondo c'è tanta gente che soffre, e che chiede continuamente al nostro Dio che stenta a farsi vedere un cenno, un alito di vento, una parola, una Grazia, che ci aiuti a star meglio. Viva il nostro Dio.
Succede dopo anni di silenzio, succede che sai che la gente va sul motore di ricerca e digita Luigi Zagaria, e si vede tutto un ambaradm che vomitato sul video, e così cominciano a leggerti, molti sanno che scrivo, di tanto in tanto incontro qualcuno che mi dice:<<ah oggi ho scaricato da internet un po' di cose tue da leggere>> è un tam tam che ormai si ripete da tempo, eppure ho tenuto per me questa cosa, l'ho tenuta nascosta ai più, mi sono sempre vergognato del giudizio di chi mi conosce, perché la scrittura è una sorta di confessione, un aprirsi e mettersi a nudo, di fronte a chi legge, e dici esattamente queste cose:<<ecco questo sono io.>> Ho sempre saputo che qualcuno sapeva.. ma non avrei mai immaginato che la cosa fosse così allargata anche ai conoscenti così è capitato ultimamente di incontrare una persona che appena conosco, che mi saluta, e mi ferma per strada per complimentarsi per l'uscita delle Grazie il mio libro di poesie, accipicchia dico sono diventato nel mio piccolo una piccola star quasi quasi mi metto a firmare autografi.. ma per fortuna non sono rincoglionito fino a questo punto ah fino ad ora nella mia città sono state vendute la bellezza di 85 copie!! Chi l'avrebbe mai detto. Ottantacique copie che girano di mano in mano, i commenti dei più, i complimenti, qualcuno annuisce, stronzate penso voglia dire, ma chi se ne frega vorrei dire, ma non importa, quello, sono io, quello che fedelmente è riportato in questo libro, quello sono io, in teoria dovrei essere uno stronzo, si ma uno stronzo buono, uno che non farebbe del male ad una mosca, uno che parla a vamvera, dice cazzate, ehe ehe vero, ma questo sono io, con i suoi tormenti, le sue continue domande, i buoni propositi, da domani cambio, da domani riprendo a fumare, visto che ho smesso cinque anni fa, si riprendo a fumare, e così ho fatto, per rimprendere le vecchie abitudini, e ricominciare a litigare con mia moglie che come il libro si chiama Grazia, giusto per ricordare anche questo. Riprendiamo a litigare a causa del fumo, nello studio non si fuma, in salotto non si fuma, in camera non si fuma, così sono costretto ad uscire sul balcone a -2 gradi per gustarmi una dose di veleno, ma per fortuna porto molta pazienza, e così ho trovato la soluzione vado in bagno accendo l'aspiratore e li ci rimango per tutta la durata della sigaretta, fino a quando lei non mi scopre.. Questo per chi legge, non l'ho mai scritto, quindi ora è ufficiale ho ripreso a fumare, lo riscrivo anche più grande HO RIPRESO A FUMARE, quando mi fermerete per strada non chiedetemi perché, non ditemi peccato, tanto non serve a nulla, ho deciso anche quando smettere, questa è una tiritera che dura da anni come mio padre fumo ad anni alterni, a mesi alterni, a settimane alterne, a giorni alterni, e fumo perché così mi va. Mi fermerete per strada come qualcuno ha già fatto e non giudica quello che scrive no.. non dice bella la poesia Brescia, mi dice è lunga Anaconda, non sapevo che scrivessi.. un mio amico Roberto a cui ho sempre voluto bene, e conoscendomi, ha detto in alcuni casi ho rivisto la nostra gioventù come un film passare davanti agli occhi, è stata l'unica persona che ha capito cosa vuol dire poesia, cosa significa scrivere, non è stato invadente, non è stato increscioso perché non ho dovuto spiegare nulla, non ho dovuto commentare nulla, mi è bastato guardarlo negli occhi per capire quanto fosse felice che la nostra amicizia è sopravvissuta al tempo poi ha tirato fuori una copia delle Grazie dalla sua borsa, e mi ha chiesto di autografarla, mi sono vergognato, e sono diventato di tutti i colori. Non ti ho mai detto quanto io sia legato a te, quanto la tua presenza muta da anni nella mia vita sia importante, bhe ora lo sai perché quando verrai da queste parti, o cliccherai sul motore di ricerca digitando Luigi Zagaria, prima o poi arriverai a questa pagina, e allora saprai cosa sei per me, e cosa rappresenta la tua presenza, i tuoi bambini, tua moglie, la tua famiglia nella mia costituiscono come è giusto che sia una grande famiglia allargata.
Non sopporto quelli che dicono bravo, non mi piacciono, leggo nei loro occhi l'ivadenza dell'invidia, mi dicono bene, ma bene non è, credetemi, non è improvvisazione la mia, questa è arte, perché fa parte del vissuto di tutti i giorni, e ciascuno di noi è attore di se stesso, è un artista che batte il palcoscenico della vita e la platea è costituita dagli altri che a seconda di come ti vanno le cose essa ti applaude o ti fischia, se hai successo, se sei ricco, se hai un bel lavoro, se non hai debiti, se sei bello, se hai la moglie bella, sei uno che ha vinto, e la platea ti applaude, viceversa se sei brutto, sfigato, la moglie racchia, il bambino diversamente abile, se hai debiti, se sei disoccupato, se hai lo sfratto, se non paghi il mutuo, sei un fallito e la gente ti fischia, cambia strada quando ti vede perché teme che tu li possa chiedere soldi, e non sanno che c'è più dignità in una persona che vive in un contesto del genere, e non viceversa, quelli che lo annunciano ai quattro venti io sono ricco, sono bello, vado in vancanza a natale, e non pago il meccanico prima di partire.. Per grazia di Dio non sono ne l'uno ne l'altro, non sono ricco e non sono povero, possiedo e non possiedo la casa, contraggo e non contraggo debiti, lavoro, si perché lavoro, ma mia moglie sta a casa, allora dirò lavoro e non lavoro, non facciamo vacanze, ma siamo felici lo stesso, leggetelo voi che scaricate e passate di qua, SIAMO FELICI, spero questo vi basti, che non vi sciocchi

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MessaggioInviato: Sab Dic 15, 2007 10:27 pm    Oggetto:  Le tue Grazie ( Grazia )
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Caro Luigi, ho letto in un giorno il tuo libro, a gennaio uscirà il mio secondo volume di raccolta di poesie, non dici stronzate quando parli di te in questo tuo diario, non dici stronzate quando scrivi, ma solo ciò che hai dentro già così è il titolo del mio nuovo libro che a Gennaio uscirà nelle librerie " Ciò che amo è dentro me " questa è una frase che ricorre nella mia mente e in una delle mie poesie scusa frammenti, definire poesie le mie timide parole è per me un'eresia, ma chi sà dice che la poesia è anche una sola parola. Posso dirti che la notorietà merita attenzioni conosce paure ma tu credo da profano hai la stoffa del prosatore del sintetico delle emozioni galoppanti che si calpestano nella mente mentre leggi. Io ho stimato il tuo stile anche se non comprendo il tuo metro che utilizzi per criticarti, lascia stare a chi ti conosce anche solo attraverso i tuoi scritti lascia che gli altri ti conoscano così. Mi dispiace che hai ripreso a fumare, io da scemo direi sei tornato debole? ma non lo dico ognuno fà ciò che lo fà star bene anche quello che gli fà male in modo razionale. Scusami se annoio il tuo diario, sono contento della tua decisione della donazione, così come io ho scritto in un mio frammento " Un'altro giorno è andato " non ti troverai con questa iniziativa a fine sera..cosa ho fatto oggi per cambiare le cose che posso cambiare..? nella mia vita ciò che amo era è e sarà sempre dentro me.
L'essere famosi è come l'ebrezza del vino è come sapere che esisti, e qui direi " sono vivo " ma nessuno si accorge, il cammino della vita racchiude tante meravigliose sensazioni lasciamoci travolgere da esse e tutto ci sembrerà diverso.
Un abbraccio e complimenti
Sergio De Angelis

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