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Tra accenti e spazi: i segni ortografici. Riflettiamo su parentesi e virgolette a cura di Sandra Migliaccio
INDICE (in questa pagina):
-Le virgolette
-I tasti di scelta rapida (virgolette)
-Il trattino breve
-Il trattino lungo
-I tasti di scelta rapida (trattini)
-La barra obliqua
-Le parentesi
-I tre puntini
-L’apostrofo
-L’accento
-Gli spazi
***********
In questa nuova puntata affronteremo le problematiche legate all’uso di alcuni segni di punteggiatura più “tecnici”. Non, quindi, virgole, punti e virgole, due punti e punti fermi, la cui distribuzione all’interno di un testo è strettamente legata allo stile dell’autore.
Ma faremo qualche precisazione sull’uso di apostrofi, accenti (con dovuta distinzione tra accento acuto e grave) e sull’impiego delle barre oblique, parentesi, degli spazi, dei trattini e delle virgolette. Daremo inoltre qualche «dritta» per velocizzare la scrittura di alcuni caratteri non presenti sulla tastiera del computer, ma “nascosti” tra le tante risorse di Word.
Dopo aver trattato, nelle precedenti parti, delle diverse problematiche legate agli aspetti tecnici delle correzioni e poi – nel merito – dell’uso delle maiuscole e delle minuscole, e delle cautele da adottare in relazione agli interventi legati al rispetto dello stile dell’autore, e infine, nonché in quello di corsivo e grassetto, affronteremo quindi la tematica dei segni ortografici, per così dire, “alternativi” (nel senso di meno diffusi).
4. Punteggiatura, apostrofo, accento e spazi
4.1 Le virgolette
Regola
«Vi sono tre tipi di virgolette: le caporali «», le alte doppie “”, le alte semplici ‘’».
Commento
-Le virgolette caporali vanno usate per le citazioni esplicite e in quanto tali riconoscibili; sono inoltre usate per introdurre il discorso diretto, precedute dai due punti. A tal proposito ricordiamo che il verbum dicendi non è mai preceduto da alcun segno di punteggiatura.
-Le virgolette alte doppie vanno usate: per indicare una citazione all’interno di una citazione; per indicare denominazioni di eventi culturali come convegni, festival, seminari, stagioni di spettacolo e simili; per enfatizzare (in un articolo giornalistico) un termine o una breve espressione che esprimono un concetto particolare; per parole o espressioni usate in senso ironico; per espressioni figurate o gergali; per parti di opere, libri, ecc. che non vogliono il corsivo; per denominazioni aggiunte ad associazioni, scuole, teatri, ecc.
-Le virgolette alte semplici vanno usate solo ed esclusivamente nel caso di termini tra virgolette all’interno di citazioni già contenute dentro un’altra citazione.
Le virgolette di apertura si attaccano alla parola che le segue, quelle di chiusura alla parola che le precede.
È opportuno sottolineare che la scelta tra virgolette caporali e virgolette alte rimane comunque strettamente legata alle diverse tradizioni tipografiche e alle scelte redazionali.
4.1.1 I tasti di scelta rapida
Regola
«Per le virgolette caporali aperte “«” premere: Alt + 174; per quelle chiuse “»”: Alt + 175».
Commento
A differenza delle altre, le virgolette caporali non sono presenti sulla tastiera. Il loro inserimento all’interno di un testo è piuttosto macchinoso, infatti si ottiene attraverso la sequenza di comandi Inserisci → Simbolo. A tal fine può essere utile l’impiego dei tasti di scelta rapida per velocizzare l’operazione. Così ricordiamo che le cifre da utilizzare sono esclusivamente quelle della tastiera numerica e che il tasto “Alt” si trova sulla sinistra della stessa.
4.2 Il trattino breve
Regola
«Il trattino breve “-” si usa per i termini composti formati da parole intere, per unire due quantità numeriche, per separare tra loro due titoli pubblicati nello stesso volume».
Commento
Scriveremo allora politico-economico, ma sociopolitico. Il trattino non vuole di norma spazi prima e dopo. Esempi: Greta Garbo (1905-90) , la linea Roma-Napoli, dizionario Italiano-Inglese. Ma, se usato per separare tra loro due titoli pubblicati nello stesso volume, va con uno spazio prima e dopo. Esempio: Aretusa - Polifemo di Bernardino Martirano. Inoltre, le parole composte da termini quali post e anti, devono venire scritte senza trattino, in quanto da sole non hanno significato. Così avremo: postunitario, antigovergnativo.
4.3 Il trattino lungo
Regola
«Nelle frasi incidentali usare il trattino lungo (o lineetta) “–”».
Commento
È errato quindi utilizzare il trattino breve; scriveremo allora Un giorno – forse in febbraio – incontrai Lara. È preferibile non inserire, in uno stesso periodo, più di una frase incidentale altrimenti si crea confusione tra le diverse lineette e i corrispondenti incidentali. Se richiesto dalla punteggiatura della frase principale, la lineetta che chiude l’inciso può essere seguito da una virgola; al contrario non va posto alcun segno di interpunzione prima della lineetta di apertura.
Esempio: Secondo me – ma anche secondo molti altri –, si tratta di una questione irrisoria. Un’eccezione: se la lineetta funge da incidentale per il discorso diretto, potranno verificarsi casi in cui un segno di punteggiatura (generalmente, la virgola) si trovi prima della stessa lineetta. Esempio: Ok, mamma, – rispose – non preoccuparti! Se possibile, va evitato che la lineetta di apertura venga a trovarsi alla fine di una riga e similmente che quella di chiusura si trovi all’inizio; va assolutamente evitato il trattino di chiusura da solo a inizio riga, quando esso è seguito da una virgola.
4.3.1 I tasti di scelta rapida
Regola
«Trattino lungo: Ctrl + -».
Commento
A differenza del trattino breve, la lineetta non è presente sulla tastiera. Il suo inserimento all’interno di un testo è piuttosto macchinoso, si ottiene attraverso la sequenza di comandi Inserisci → Simbolo. A tal fine può essere utile l’impiego dei tasti di scelta rapida per velocizzare l’operazione. In tal caso ricordiamo che le cifre da utilizzare sono sempre quelle della tastiera numerica.
4.4 La barra obliqua
Regola
«Quando i versi vengono scritti di seguito, è meglio separarli con le barre oblique / (per le strofe usare //) con uno spazio prima e dopo».
Commento
Scriveremo allora resta un aratro senza buoi, che pare / dimenticato, tra il vapor leggero. // E cadenzato dalla gora viene.
4.5 Le parentesi
Regola
«Le parentesi quadre si usano per indicare un’aggiunta del curatore, del redattore o del traduttore all’interno di brani citati; quando racchiudono tre puntini, stanno a indicare un’omissione in un testo citato. Le parentesi tonde possono essere utilizzate in sostituzione del trattino lungo, per le frasi incidentali; in tal caso, prima della parentesi di apertura non andrà mai la virgola».
Commento
Scriveremo allora [ndr] ; un giorno (forse in febbraio) incontrai Lara.
4.6 I tre puntini
Regola
«I tre puntini possono essere posti all’inizio o alla fine di un periodo per indicare una sospensione dello stesso; un improvviso cambio del discorso; una valenza allusiva. Possono anche avere la funzione di creare una breve pausa prima della rivelazione finale.
I tre puntini sono sempre attaccati alla parola che li precede e staccati da uno spazio da quella che li segue, a meno che non sia all’inizio di un testo. Quando sono alla fine della frase, l’utilizzo del punto di chiusura è superfluo e quindi i punti restano sempre tre».
Commento
Scriveremo allora Dopo tanti anni la riconobbi, era... Anna!; …e la conclusione dell’epoca; Probabilmente è troppo rischioso... Meglio aspettare che torni il giorno. Come già esposto precedentemente, i tre puntini, racchiusi tra parentesi quadre, si usano anche nelle citazioni per indicare le omissioni.
4.7 L’apostrofo
Regola
«Il segno dell’apostrofo si indica col segno corrispondente all’apice di chiusura ’. Lo stesso segno va utilizzato prima delle cifre che indicano gli anni o i secoli. Davanti alle parole che iniziano per vocale, sono di solito apostrofati gli articoli “lo”, “la” e “una”, con i relativi derivati».
Commento
Scriveremo allora Durante gli anni ’50; Agli inizi del ’900. Per evitare di usare il doppio apostrofo in dell’’800, scrivere dell’Ottocento. In assenza di un’evidente cacofonia, e se la parola che segue non ha la stessa vocale iniziale, gli articoli possono mantenere la forma intera. Ciò accade specialmente per “una”. Pertanto, saranno corretti sia una esperienza che un’esperienza. Ma sarà sempre errato scrivere una amica. L’eventuale mantenimento della vocale finale dell’articolo è da considerarsi connotazione stilistica dell’autore.
4.8 L’accento
Regola
«All’interno delle parole non è necessario l’uso dell’accento tonico, tranne che per termini che possono dar luogo ad equivoci ed ambiguità di senso. Può essere utile, quindi, impiegarlo per distinguere tra loro termini omografi, qualora il contesto offra un grado di ambiguità tale da richiederlo».
Commento
Scriveremo allora: prìncipi/princìpi, prèsidi/presìdi. Se si valuta opportuno scrivere l’accento, occorre evitare discrasie all’interno del testo e quindi bisognerà scriverlo ogni qualvolta si userà quel termine. Ricordiamo che l’accento grave “`” si usa nei seguenti casi: “caffè”; “cioè”; “dà” (terza persona singolare del verbo dare); “dì” (per “giorno”); “è” (verbo essere); “là” e “lì”, (avverbi di luogo); “piè” (per “piede”); “tè” (bevanda); “sì” (affermazione) e nei nomi propri Giosuè, Mosè, Noè, Salomè. È acuto nelle parole “affinché”; “ché” (quando sta per “perché”); “né” (negazione); “perché”; “poiché”; “sé” (pronome, tranne quando precede “stesso” o “medesimo”). È acuto anche nei composti di “re” (viceré) e tre (ventitré, settantatré).
Sulle vocali “a”, “i”, “o”, “u” il segno dell’accento è sempre grave.
Per la terza persona singolare del verbo essere, al maiuscolo, usare “È” e non “E’”.
4.9 Gli spazi
Regola
«Ogni parola va separata dall’altra con un solo spazio».
Commento
Per controllare se in un testo si sono dati gli spazi giusti, si può ricorrere alla funzione Trova (di cui abbiamo parlato nel paragrafo 1.3.2), impostando come chiave di ricerca il doppio spazio (ottenuto tramite due battute sulla barra spaziatrice).
Ricordiamo che nessuno spazio va inserito tra: un segno di punteggiatura (, . ; : ? !) e la parola che lo precede; l’apertura di una parentesi e la parola che segue; la chiusura di una parentesi e la parola che precede; l’apertura di virgolette e la parola che segue; la chiusura di virgolette e la parola che precede.
Un solo spazio va invece inserito: dopo ogni segno di punteggiatura, escluso il caso di virgola o punto decimale o di punto indicante le migliaia nelle cifre numeriche; un’eccezione è quella dell’abbreviazione del doppio nome proprio (C.A. Ciampi; W.A. Mozart); tra l’apertura di una parentesi e la parola precedente; tra la chiusura di una parentesi e la parola successiva; tra l’apertura di virgolette e la parola che precede; tra la chiusura di virgolette e la parola che segue; tra il tratto medio e il carattere precedente; tra il tratto medio e il carattere seguente.
Maria Gulino
M. G. si interessa attivamente di Letteratura, Musica e Religione. Esperta di editing, collabora con varie riviste culturali, tra cui Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! | e Rnotes.
(direfarescrivere, anno II, n. 8, ottobre 2006) _________________ I Miei Siti On-Line: (profilo su FaceBook) Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! | (pagina personale su FaceBook) Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! | (gruppo Scritturalia su FaceBook) Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! |
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